Primavera

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La tensione era rimasta anche alla luce del sole, ma la piacevole brezza e il calore che scaldava e illuminava ogni cosa, avevano per lo meno alleggerito l'animo di entrambi. Emma in realtà non sapeva che cosa dovesse fare di preciso, se parlare, introdurre un discorso, oppure continuare la passeggiata in silenzio, assaporando quella compagnia che amava.

Allo stesso modo Killian si era reso conto di quanto avesse passato il limite: Emma, per quel poco che la conosceva, le era sembrata una ragazza forte, dallo spirito altrettanto solido. Quell'indole da leonessa lo attirava in maniera indicibile, e sapere di averla ferita con le sue parole lo rendeva in un certo qual modo triste e mortificato. Aveva sviluppato una sorta di protezione nei suoi confronti, perché nonostante apparisse forte, sospettava una certa debolezza, celata nel profondo. Il suo obiettivo era diventato scoprire quale fosse, per conoscere ogni sua sfaccettatura. Era dura da ammettere, ma in una mattinata lo aveva preso mentalmente come mai nessuno prima...per quello che ricordava. Gli piaceva persino il modo con cui riusciva a tenergli testa, perché di solito le persone non riescono nemmeno a rispondere ai suoi commenti sarcastici o alle sue frasi spiazzanti. Lei era diversa. Diversa, nella sua semplicità, in quella giacca rossa di pelle che portava, che sembrava essere fatta apposta per lei. In quel colore rosato che le si accennava sulle gote quando lui le sorrideva. Diversa nel modo in cui lei lo guardava, come se fosse qualcosa di prezioso, facendolo sentire la persona migliore del mondo. Ai suoi occhi tutto il suo mondo sembrava migliore, perché era questo l'effetto che gli dava il suo sguardo.

"Quindi frequentiamo la stessa scuola?" - doveva rompere il ghiaccio, e gli era sembrata una buona idea cominciare a fare delle domande per rimettere a posto qualche tassello di quello che era il puzzle della sua vita.

"Davvero non ricordi nemmeno quale scuola frequentassi?"
"Sì, quello me lo ricordo, ma mi stavo chiedendo se fosse quello il luogo in cui ci siamo conosciuti"
"Sì, frequentiamo la stessa scuola, ma in classi diverse"
"E quindi come ci siamo conosciuti?"
"No, così è troppo facile, abbiamo fatto una scommessa, e tu devi riuscire a ricordare le circostanze della nostra amicizia da solo. Non ti aspetterai davvero che ti renda la vittoria così semplice no?"
"Sei perfida! E calcolatrice, ma devo ammettere che ci ho provato" - almeno era riuscito a farle tornare il sorriso.

"Mi piace questo periodo dell'anno"
"Perché proprio la primavera?"
"Il sole comincia a farsi caldo, le giornate diventano più lunghe, la luce stessa è più avvolgente e sembra rischiarare tutta l'oscurità dell'inverno lungo e freddo. Poi senti.." - così dicendo sporse il naso e cominciò ad annusare l'aria. Era davvero buffa in quell'espressione e Killian non poté che esserne addolcito.

"Cosa dovrei sentire?"

"Ma come?! Il profumo di fiori, di alberi, la natura che si risveglia, e poi guarda i colori: guarda quelle rose per esempio, sono bellissime! Quelle rosse sono le mie preferite" - nel frattempo aveva adocchiato una aiuola che costeggiava il sentiero che stavano percorrendo, facendo segno di avvicinarsi.

Sembrava una banalità, oltre che un dettaglio prevedibile: quale donna non ama le rose rosse? Eppure Killian non diede voce a quel pensiero ironico per appuntare bene a mente quella preferenza. Nemmeno lui sapeva quale fosse lo scopo di quel ricordo, sapeva solo che non voleva dimenticarlo.

"A te non piace la primavera?"

Killian distolse quello sguardo incantato che, si era accorto solo in quel momento, le stava riservando: "Io preferisco l'autunno."
"Che tristezza!"
"Ehi!! Io ho rispettato le tue romantiche idee sulla primavera, tu rispetta le mie" - aveva messo una certa enfasi per sottolineare la parola romantiche, perché si accorgesse che in realtà la stava un pochino prendendo in giro con quel tono canzonatorio.

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