II

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— Poi mi ha detto che le finestre erano pulitissime, ma controluce si potevano benissimo vedere gli aloni. E lei ha insistito! —Raccontai a mia madre e mia sorella, seduta sul ripiano della cucina dei nostri genitori.

— L'hai licenziata, spero — rispose Amber infilando un cucchiaio di cereali in bocca.

— Mi pare ovvio. —

— Ragazze — sospirò la mamma — non dovete comportarvi così. Non fate le dive. —

— Oh, noi non facciamo le dive — iniziai scuotendo la testa.

— Lo siamo — concluse Amb, per poi sedersi accanto a me.

Quella era la risposta che davamo a tutti da quando avevamo dieci e dodici anni, ma i nostri genitori continuavano a chiedercelo ogni volta, come se non ricordassero che avremmo ribattuto in quel modo.

Certo, la vecchiaia gioca brutti scherzi.

Mia sorella mi imboccò, dandomi un po' dei suoi cereali al cioccolato. Quella era un'altra delle cose che facevamo da sempre: mangiare cereali come se fossero biscotti, senza latte.

Nostra madre alzò gli occhi al cielo passando le mani sulla gonna da quattrocentonovanta dollari che aveva addosso, per stirare le grinze che si erano create quando si era seduta.

— E dovresti smetterla di mangiare così, Amber. Non hai regole e non è salutare. Quando ero modella io dovevo seguire sempre una dieta, e non è così per voi perché la vostra manager sono io e perché la casa di moda è nostra. —

In realtà lei era solo una dei nostri manager.

— Rilassati, mamma — risposi.

In realtà io mi concedevo qualche cosa che andasse al di fuori della dieta, ma non spesso e frequentemente. Di solito, quando passavo del tempo con mia sorella.

— Solo perché tu non mangi carboidrati dal 1950 non significa che dobbiamo farlo anche noi — Amber saltò giù dall'isola — ti sembro sovrappeso? —

— No. Mi sembri una ragazza alta un metro e settantanove e con un fisico perfetto. Ma non è questo il punto. Non è sano mangiare tutte queste schifezze, vi ritroverete piene di problemi alla mia età. —

Effettivamente aveva quarantasei anni, alta un metro e settantacinque e pesava cinquantanove chili. Mangiava davvero poco, quasi solo verdure e proteine varie, probabilmente era quello che l'aveva aiutata a conservare il fisico che aveva durante la carriera da modella.

— Andiamo, qualche curva in più non mi farebbe mica male. —

— Esiste il chirurgo — ridacchiai, venendo subito ripresa da mia madre — Alexandra! —

— Mamma, lo sappiamo che quelle tette non starebbero su neanche se le tirasse una gru se non fosse stato per il chirurgo — Amber la indicò, e lei si finse offesa, come se non sapessimo che fosse impossibile non avere mezza ruga alla sua età.

— Ehi! Come stanno le mie ragazze? — Papà comparve in cima alle scale, con la valigetta in mano e nel suo completo Dior che avevo scelto io.

Era evidentemente nervoso e super in ansia per via dell'incontro di lavoro che aveva quel giorno. Era impossibile vederlo in casa per più di cinque minuti già quando era solo neurochirurgo, da quando era diventato anche primario viveva praticamente in ospedale. Oltre gli innumerevoli impegni aveva addirittura portato avanti uno studio su una nuova cura per dei tipi di tumore al cervello, che ovviamente doveva ancora essere sperimentata. Quel giorno avrebbe avuto un importante riunione per discuterne.

Revival (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora