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Il resto dello shooting andò di gran lunga meglio. Daniel mi guardava ma manteneva tutto il più professionale possibile, facendo sì che nessuno si accorgesse di quando puntava i suoi occhi nei miei.

I contatti duravano poco, ma ognuno di essi era così intenso da farmi tremare ed accelerare esageratamente il cuore.

Quando finimmo, un applauso si levò da coloro che erano lì ed Eddy fu il primo a venire nella mia direzione con un sorriso smagliante. - Wow! Se avevi solo bisogno di andare in bagno potevi dirlo subito. Sei stata fantastica! -

- Grazie. Sì, diciamo che ho avuto bisogno di rinfrescarmi un attimo. - Mormorai, rivivendo sulla mia pelle ogni piccola sensazione al solo ricordo delle sue labbra dolci, di quel bacio che avevo necessitato con tutta me stessa.

- Allora, vi porto a cena stasera! - Esclamò poi, quando Amber e Cassandra furono accanto a noi.

- Daniel, sei invitato anche tu. - Si voltò verso di lui che era a pochi metri da noi, facendo sì che si posizionasse al suo fianco, di fronte a me e le ragazze.

Mi guardò per un attimo, come per chiedermi cosa ne pensassi, ed io avrei voluto più che mai urlare di volerlo a cena quella sera e non solo. Di volerlo lì sempre.

A quel pensiero, assolutamente malsano, distolsi lo sguardo puntandolo per terra; evitai volutamente di riflettere su quanto importante fosse diventata quella storia per me.

- Ovviamente voglio che ci sia anche Chris e... Cassy, porta il tuo ragazzo. Lexie, a te non lo dico nemmeno... spero che Will si unisca a noi. È tanto che non lo vedo. - Eddy non seppe quanto sgomento quella frase avesse appena provocato in me.

Percepii un nodo alla gola e lo stomaco contorcersi, tutto sotto lo sguardo di Daniel, che sentivo vivo e caldo sulla mia pelle.

Amber, accanto a me, mi toccò la mano senza farsi vedere, come per farmi stare un po' meglio. Mi era mancata tanto durante quel periodo di assenza, ma ero abituata ad averla lontana per lunghi lassi di tempo considerato il suo impegno a tempo pieno come modella.

Nonostante il poco tempo che passavamo insieme, lei mi capiva al volo e rimaneva la persona più importante per me.

- Ehm... non so se... -

- Oh, andiamo. Non sarà mica vero quello che ho letto su internet... voglio dire, è un bel po' che tu e Will non venite paparazzati, spero che tra voi vada tutto bene e che siano solo voci che circolano quelle che parlavano della vostra rottura. -

Fissai gli occhi azzurri di Eddy in silenzio, un silenzio che durò un secondo di troppo.

- Gli chiederò se è libero stasera. - Farfugliai sorridendo appena.

Cassandra, poco presa dalla conversazione perché impegnata con il telefono, si scusò prima di allontanarsi per rispondere ad una chiamata mentre Amber decise di raggiungere la mamma nel suo ufficio, considerando che fosse tornata da poco e che non avessero ancora avuto la possibilità di vedersi.

Eddy era ancora perplesso, lo leggevo nella sua espressione, mentre Daniel mi fissava senza proferire parola. I suoi occhi infuocati non mi avevano mollato per un istante.

- Dan, se anche tu hai voglia di portare qualcuno... - Mormorò l'uomo voltandosi verso di lui che, velocemente, smise di osservarmi per fingersi interessato a lui.

- Non ho bisogno di portare nessuno, io. - Rispose; il suo tono di voce sembrò una lama tagliente. Così tagliente che percepii la punta affilata percorrere delicatamente la mia colonna vertebrale.

- Comunque non so se verrò, Ed. - Strinse le labbra facendo spallucce, mostrandosi dispiaciuto nei confronti del fotografo, che scosse immediatamente la testa dandogli una pacca sulla spalla. - Scherzi? La cena è praticamente per celebrare il tuo primo shooting, la prima collezione di Lexie... devi esserci! -

Mi ritrovi inspiegabilmente ad annuire. Lui doveva esserci, non avrei accettato la sua assenza, non ce l'avrei fatta. Non dopo che mi aveva baciato in quel modo.

- Vedrò se mi sarà possibile. Adesso scusatemi, ma vado subito ad esportare le foto sul computer. - Sorrise, senza guardarmi, prima di congedarsi.

Lo seguii con lo sguardo mentre attraversò tutto il giardino e poi, quando aprì la porta per entrare, una delusione accecante si impossessò di me.

Non sapevo quali fossero le mie pretese. Non sarebbe potuto succedere niente tra noi lì dov'eravamo, ma il nodo che mi si formò in gola ebbe la meglio su ogni senso e mi ritrovai a seguire i suoi passi senza rendermene conto.

Stavo per poggiare le dita sulla maniglia quando il mio polso venne attanagliato da una presa ferrea.

- Alexandra Marie Allen. -

Il mio nome per intero non preannunciava nulla di buono.

- Payton. - Mormorai, voltandomi piano verso di lei.

La sua statura era aiutata dagli alti tacchi ma, comunque, non aveva bisogno qualche centimetro in più per risultare minacciosa.

Mi fissava con gli occhi scuri assottigliati, le labbra rosse serrate ed i capelli biondi legati nella solita boccoluta coda di cavallo.

- Non mi sembra di aver capito quali siano le tue intenzioni. Dove credevi di andare? -

- Io... -

- No. Categoricamente no. - Ribatté, ancor prima che potessi rispondere. - Non pensarci neanche ad allontanarti da Will proprio adesso. Ne va della tua immagine. -

- Di... di cosa stai parlando? - Farfugliai, sapendo alla perfezione che non sarei mai riuscita a farla franca, non con lei.

Come previsto, incrociò le braccia al petto e mi fissò, con un sorriso — quasi sadico — sulle labbra. - Non ti lascerò mandare all'aria tutto. Non per una stupida infatuazione. -

- Cosa?! -

- Tra te e Daniel Grey. Pensi che sia così stupida? -

Principalmente, il fastidio era scaturito in me per la sua insignificante definizione. Stupida infatuazione. Come poteva parlare in quella maniera? Non aveva idea di cosa ci fosse tra di noi, non erano affari suoi e non avrei accettato una parola in più.

- Smettila. - Sibilai a denti stretti, con la rabbia che, man mano, cresceva in me e il sangue che pulsava ardentemente nelle vene. Sapevo di non poter dire niente di più, anche con una sola parola di troppo mi sarei tradita.

- Sei tu che devi smetterla, ragazzina. Ci siamo intese? - Mormorò puntando i suoi occhi, ridotti a due fessure, nei miei.

- Ci vediamo, Payton. - Sussurrai alzando il mento, voltandomi con tutte le intenzioni, ancora più accentuate, di seguire i piani che avevo prima che la manager mi fermasse.

Non era mai successo che le regole mi stessero così strette e non l'avevo mai vista fuori di se in quella maniera; lei era una donna molto calma, non urlava mai, ma sapeva essere davvero tagliente e, a volte, cattiva con la sua docilità.    

La cosa migliore sarebbe stata dirigermi nel mio ufficio, cambiarmi e chiamare Will per chiedergli se sarebbe stato o no presente.

Ciò che feci, invece, fu seguire la direzione indicata dal mio cuore, che mi portò direttamente davanti allo studio di Daniel.

☀️☀️☀️

COSA VE NE PARE DI QUESTO CAPITOLO? CHI VI PIACE E CHI ODIATE?

A presto!
gaia;

Revival (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora