XXXII

2.4K 137 6
                                    

Will teneva prepotentemente la mia mano nella sua, come a voler marcare il territorio, e lanciava degli sguardi a Daniel che dovevano essere intimidatori, ma che a me ricordavano solo un chiwawa che tentava di risultare minaccioso davanti ad un pitbull.

Eravamo seduti al tavolo del rinomato country club di Eddy e lui, casualmente, si trovava esattamente di fronte a me e il mio ragazzo, tra Henry Rollings, fidanzato di Cassandra, e mia madre.

Non riuscivo a smettere di fissarlo; gli occhi illuminati soltanto dalle lanterne posizionate sull'elegante tavolo, la camicia bianca con i primi tre bottoni aperti, le vene sugli avambracci e le mani che non teneva ferme per un attimo.

— Will deve essere un po' tonto se non capisce di te e Daniel. Non lo vede che vi state divorando con gli occhi? — Sussurrò Amber, seduta alla mia destra, accostandomi le labbra tinte di rosso all'orecchio.

Ridacchiai lanciandogli un'altra occhiata e anche lui sorrise, come se avesse capito di chi stessimo parlando.

Decisi di pensare ad altro, concentrandomi sul resto delle persone sedute a quel tavolo. Accanto a Will, a capotavola, si trova mio padre, alla sua destra la mamma, Daniel, Henry e Cassandra. Esattamente di fronte a mio padre, dall'altro lato, Eddy, poi Chris e Amber accanto a me.

Avevo consumato del semplice pollo con le patate al forno, differentemente da tutti gli altri che avevano scelto piatti più ricchi; ultimamene il mio regime alimentare stava diventando meno ferreo e mi ero concessa più volte di sgarrare pensando che, tanto, non avrei sfilato in quel periodo.

In realtà non era una giustificazione, non lo era per smettere di mangiare sano e non lo era per mollare gli allenamenti. Eppure era successo.

Ultimamente c'erano molte cose che non credevo avrei mai fatto e, mentre quei pensieri mi occupavano la mente, fu come d'obbligo per me guardare Daniel. Rimasi delusa quando notai che la sua attenzione fosse rivolta al cibo che riempiva il suo piatto.

Mi sembrava silenzioso quella sera, probabilmente in imbarazzo per essere seduto proprio accanto a mia madre, considerando che a Las Vegas fosse stata lei ad aiutarmi con quella faccenda.

Sembrava però che lei fosse perfettamente serena e avesse dimenticato l'avvenimento di qualche settimana prima.

— Dopo si va a ballare — esclamò Eddy, sovrastando il brusio del nostro tavolo fino a far sì che cessasse.

— Edward caro, non abbiamo più l'età dei ragazzi! — Rispose mio padre scoppiando a ridere.

— Andiamo, Eric — obbiettò mia madre — il privè è già prenotato per noi immagino — guardò Eddy come per chiedergli la conferma e lui annuì energicamente.

— Non dobbiamo andarci per forza, possiamo andare altrove — soffiò Will al mio orecchio.

Il suo fiato sulla pelle non fece altro che infastidirmi, come quel pungente profumo di colonia che aveva.

Guardai immediatamente Daniel sperando di essere, almeno quella volta, il centro delle sue attenzioni, ed era proprio così.

Stringeva un fazzoletto sul tavolo mentre ci osservava senza lasciare che il suo volto assumesse la minima espressione, evitando ogni possibile modifica dei suoi lineamenti che bastasse a farmi intuire cosa stesse pensando. Il gesto che compiva con la mano contro la stoffa lucida, però, lo tradiva.

— No, voglio andarci — risposi fermamente, pensando solo che avrei speso più tempo con il possessore di quegli occhi verdi che mi stavano scrutando nel profondo.

— Oh. Sei sicura? —

— Ho detto di sì —ribattei acidamente, seccata per l'insistenza di Will.

Revival (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora