XXXIV

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— Non ci sono altre soluzioni — Payton, con la sua solita tagliente tranquillità, sollevò la testa nella mia direzione continuando a giocare con una penna sul tavolo di legno scuro.

I suoi occhi, leggermente socchiusi, inchiodarono i miei. Che quella calma fosse solo una facciata e che, in realtà, fosse la rabbia il principale sentimento da lei provato in quel momento, era visibile dai tratti estremamente tesi e dal modo in cui si mordeva l'interno guancia.

— No — risposi semplicemente, sostenendo il suo sguardo con il mento sollevato.

— Lexie, ragiona. Si tratta solo di rilasciare un'intervista in cui ammetti di esserti ubriacata e —

— Non avrei mai lasciato che si ubriacasse — la interruppe Daniel, per poi zittirsi immediatamente.

Ancora una volta il mio cuore prese a battere e, ancora una volta, avrei tanto voluto essere da sola insieme a lui e lasciare che ogni altra cosa scomparisse.

— Non ti ci mettere anche tu — intervenne Ellen, un'altra delle lavoratrici della casa di moda.

In realtà, la gente che ci lavorava era così tanta che in diciannove anni non avevo ancora conosciuto tutti.

— Siete due incoscienti — fu invece il sospirato commento di mia madre, che contemporaneamente scosse la testa chiudendo gli occhi.

Avrei sperato che almeno lei capisse, che non giudicasse pensando solo all'immagine come tutti gli altri, ma ci aveva ripetuto migliaia di volte ciò che sarebbe successo se fosse scoppiato uno scandalo. Non era sicuramente il primo che si registrava alla Allen, ma ciò non determinava che fosse giustificato.

Avrei semplicemente voluto che si mettesse nei miei panni, che tornasse indietro a qualche anno prima, quando si era ritrovata in simili situazioni.

Era stata un'impresa riuscire ad uscire di casa e passare in mezzo ai giornalisti e i paparazzi con le guardie del corpo e senza dire una parola, ma ero riuscita ad arrivare alla casa di moda per quella riunione straordinaria convocata.

Mi sembrava che stessero un po' esagerando, ma erano tutti estremamente seri e mi pareva di far parte dell'FBI e che un piano segretissimo fosse appena stato scoperto.

— Scusatemi? — Una voce proveniente dall'ingresso del maestoso ufficio ci fece voltare.

Si trattava di Stephanie, una delle segretarie.

— Il signor Bolton ha appena firmato un assegno per due diversi redattori. In questo modo i paparazzi sono andati via, almeno per adesso. —

— Quanto? — Domandò la mamma con un tono di voce evidentemente segnato dall'ansia di scoprire quale fosse la cifra sborsata dal signor Bolton, azionista dell'azienda.

— Ventimila ciascuno, signora — rispose prontamente Stephanie, abbassando immediatamente gli occhi per via dello sguardo che Payton le riservò.

Bastava una semplice occhiata da parte di quella donna e, chiunque avesse anche solo una modesta conoscenza della sua persona, affrontava letteralmente una fase di turbamento.

— Questa storia non farà per niente bene agli affari — mormorò debolmente mia madre — puoi andare Stephanie, grazie. —

Revival (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora