La sala di quell'hotel era allestita davvero bene.
I grandi tavoli tondi, da circa dieci persone ciascuno, erano sovrastati da tovaglie bianche di seta, e l'importante centrotavola costituito da diversi tipi di fiori, si completava con una lanterna trasparente contenente una candela accesa all'interno.
Tutta l'area era illuminata da luci blu soffuse, che davano un aspetto elegante e allo stesso tempo rilassante.
- Non sono mai stato ad una cena di gala. Quante forchette ho? - Mormorò Daniel fissando, spaesato, i suoi piatti e le sue posate.
Io ridacchiai. - Inizia ad usare le posate sempre dalla più esterna in base ad ogni pietanza che portano. Il calice grande è per l'acqua, quello medio per il vino. -
Avevo inculcato quei concetti a memoria alla tenera età di cinque anni, quando i nostri genitori facevano seguire a me e ad Amber corsi di galateo per via degli eventi pubblici o, semplicemente, le serate passate con i colleghi di nostro padre. Non esattamente il massimo del divertimento per due bambine di quell'età, ma era stato necessario.
Lui sospirò. Era rigido e lo era stato fin dal primo momento in cui aveva messo piede in limousine, all'uscita dalla show room.
- Come sta Will? -
Inarcai un sopracciglio tentando — inutilmente — di non agitarmi. - Cosa ti importa? E cosa c'entra adesso?! -
- Stavo solo... Non sapevo di cosa parlare. - Mormorò alzando gli occhi al cielo, modificando successivamente lo stato delle labbra che si arricciarono in seguito ad uno sbuffo.
Mi mordi la lingua per non rispondere, considerando che un cameriere stesse riempiendo il mio bicchiere di vino rosso.
Fissai il calice che si tingeva fino a metà, avendo l'impressione che quella scena si stesse svolgendo a rallentatore.
Tutto ciò aumentò solo i miei nervi.
Versò il vino anche per il fotografo e, quando finalmente finì, ci rivolse un cordiale sorriso che non ricambiai.
- Will sta benissimo. - Mi finsi calma, piegando in modo estremamente falso le labbra verso l'alto. - E Katrina? -
- Sta bene. Era davvero felice dell'evento alla show room. - Rispose adottando il mio stesso tono palesemente finto ed assumendo un'espressione totalmente derisoria.
Mi stava sfidando?
Voltai di poco la sedia verso di lui accavallando la gamba, e lo spacco dell'abito si allargò di molto, scoprendo completamente anche la coscia.
Lui deglutì osservando la scena, poi sollevò gli occhi su di me e li assottigliò. Bingo.
- Non sfidarmi. - Sorrisi. - Ho già vinto in partenza. -
- Sei uno schianto con questo vestito. Ma lo sai già. -
Ovvio che lo sapessi già, e sapevo di avere quell'effetto sugli uomini, ma ebbi una strana sensazione di amaro in bocca a quel punto; mi aveva sempre detto che ciò che maggiormente gli piaceva fosse la parte interiore di me.
Ero stata io, solo qualche secondo prima, ad utilizzare il fisico come arma, ma non volevo quello. Non volevo che anche lui fosse come gli altri e che la sua attenzione si focalizzasse principalmente sul mio corpo.
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Revival (DA REVISIONARE)
Chick-LitIl sogno di Lexie è sempre stato quello di seguire le orme della madre, ex modella e ormai stilista di successo. Cresciuta nel mondo della moda e con un talento innato, è già sulla strada per il successo. Ma se un giorno grazie ad un incontro scopri...