20. Vincitori e vinti

70.2K 2.6K 991
                                    






ELEANOR

Il sole stava timidamente sorgendo, dipingendo il cielo di colori tenui che mi avevano intrattenuta per qualche minuto mentre me ne stavo avvolta nel morbido e caldo piumone nero che profumava di pulito.

La camera era enorme, arredata di tutto punto, le cui sfumature di grigio e nero predominanti si rincorrevano anche lungo le pareti lucide. Il letto era comodo, sembrava di stare su una nuvola, eppure non mi aveva comunque conciliato il sonno, dato che non ero riuscita a chiudere occhio per tutta la notte.
Scalciai via le coperte e mi passai le mani sul viso. Avevo bisogno di una doccia, di indossare qualcosa di pulito e di mangiare. E magari di telefonare a Ryan per raccontargli gli eventi ingarbugliati della sera precedente, dall'incontro con Josh al bacio con Hunter, che continuava a rimbalzarmi nella mente a intervalli irregolari e che non mi lasciava scampo.

E dovevo essermi anche bevuta il cervello, altrimenti non si spiegava con quale facilità avessi acconsentito a passare la notte proprio a casa di Hunter.

Scivolai giù dal letto, poggiando i piedi nudi sul parquet scuro, e mi guardai attorno. La stanza era immacolata, tranne per il mio vestito che avevo appallottolato e lanciato a terra prima di coricarmi.

Avevo avuto abbastanza tempo, durante la notte, per gironzolare a mio piacimento per quell'attico dalle dimensioni spropositate e non vedevo l'ora di infilarmi nell'ampia vasca idromassaggio che era presente nel bagno della seconda camera.

Mi alzai quindi in piedi, raccattai il mio vestito e mi diressi nella zona giorno. L'alba continuava a proiettare i suoi colori pastello dentro l'appartamento, attraverso quelle splendide vetrate che si affacciavano davvero a Central Park. Perfino camminando il più lontano possibile dalle vetrate riuscivo a vedere quelle distese invernali.

Mi ricordai della presenza di una lavanderia, in cui ci ero finita per sbaglio mentre ficcavo il naso in giro qua e là, e mi ci fiondai dentro; dal momento in cui non avevo indumenti puliti da poter indossare, mi spogliai delle mutandine e del reggiseno e li infilai dentro la lavatrice.

Sperai solo che in quella casa non ci fossero telecamere, perché non morivo di certo dalla voglia di scoprire che Hunter aveva seguito tutti i miei movimenti, mentre mi dirigevo nuda nel bagno con la vasca idromassaggio. Per mia fortuna, almeno i bagni non erano provvisti di vetrate, ma di semplici finestre ampie.

Dopo aver tirato le tende e riempito la vasca, mi ci infilai dentro e rimasi a mollo più tempo del dovuto, beandomi dell'acqua calda che mi lambiva il corpo, aiutandomi a rilassare i nervi tesi a causa della nottata appena passata. Quell'attico era incredibile, ed era ancora più incredibile che Hunter non ci si fiondasse dentro ogni volta che tornava a Manhattan.

Avvolsi il mio corpo in un asciugamano pulito e, con i capelli ancora grondanti d'acqua, tornai alla lavanderia, dove spostai il mio completino intimo dalla lavatrice all'asciugatrice, poi raggiunsi la camera dove avevo passato la notte.

Avevo bisogno di mangiare, ma prima ancora di parlare con Ryan. L'incontro con Josh mi incombeva addosso come un nuvolone grigio, e volevo solo sentire la voce confortante del mio migliore amico.
Non riuscivo a scacciare via l'immagine di Josh vicino a lei, e di quell'anello che brillava nel suo anulare. Mi ero sentita stupida e inutile, come se non valessi nulla, e quella sensazione non mi lasciava le tempie ancora pulsanti.

Perché proprio quell'anello?

Avrebbe potuto darle tutto, che in fin dei conti era proprio ciò che aveva fatto, ma perché concederle anche l'unica cosa che mi aveva resa in qualche modo diversa da lei?

Burning UpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora