13. Nessun ascendente

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HUNTER

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HUNTER

«Hunter, svegliati.»

Un movimento secco mi fece aprire gli occhi di scatto, e quasi mi venne un colpo quando vidi un paio di iridi scure fissarmi da una distanza ravvicinata. Mi mossi all'indietro all'improvviso, la sedia sulla quale ero seduto produsse uno scricchiolio, e Zade, davanti a me, fece una smorfia.

«Amico, ti sei addormentato sulla scrivania», constatò.

Mi ci volle qualche istante per mettere a fuoco l'ambiente che mi circondava, mentre gli ingranaggi del mio cervello riprendevano lentamente a muoversi. Mi trovavo nello studio, una flebile luce mattutina penetrava attraverso la finestra alle mie spalle; la scrivania davanti a me era piena delle scartoffie che avevo sparso lì sopra la sera prima e sulle quali avevo passato la notte intera.

«Che ore sono?» farfuglia, soffocando uno sbadiglio.

«Le sei.»

Zade mi porse una delle due tazze piene di caffè che teneva tra le mani e la presi.

«Grazie.»

Si sedette sulla sedia dall'altra parte della scrivania e mi osservò. «Credevo fossi andato a dormire, ieri sera.»

«L'intenzione era quella. Ma devo essermi addormentato prima», spiegai. Soffiai sulla bevanda e ne mandai giù un lungo sorso.

Zade indicò i fogli. «Trovato qualcosa?»

Scossi la testa. «Nulla.»

Avevo passato tutta la sera e buona parte della notte a cercare qualche movimento bancario dei conti personali di mio padre che potesse risultarmi in qualche modo inusuale, ma non avevo trovato assolutamente niente.

Nulla che potessi ricollegare alla sua segretaria, comunque.

Zade abbozzò un sorriso. «E quindi? Quale conclusione hai tratto?»

«Che non posso basarmi sui suoi movimenti bancari e basta. È stupido.»

«È stupido, però l'hai fatto.»

«Solo per pura curiosità. E sei stato tu a consigliarmelo.»

«Non credevo che mi avresti preso sul serio.»

Mi parve quasi che stesse sottintendendo che lo stupido fossi io, in fondo. Non che, in effetti, avessi fatto qualcosa di intelligente, ma almeno mi ero tolto il dubbio. O, per meglio dire, avevo escluso la possibilità di trovare qualcosa nei movimenti bancari dei suoi conti personali.

«Forse Bill non è così idiota da lasciare tracce», commentai.

Zade emise un sospiro sommesso. «Hunter, ti ho già detto come la penso: Bill è single. Non deve niente a nessuno. Se anche avesse una storia con qualcuno, non sarebbero affari tuoi.»

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