19. Vista su Central Park

61.6K 2.6K 623
                                    

HUNTER

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

HUNTER

Di solito, classificavo gli uomini che non conoscevo in due categorie ben distinte: quelli di cui non me ne fregava un cazzo, e quelli di cui non me ne fregavo un cazzo ma ai quali avrei dato volentieri un pugno.
Il ragazzo che aveva appena chiamato Eleanor e che presunsi fosse il motivo per cui si fosse irrigidita rientrava decisamente nella seconda categoria. Aveva una ridicola zazzera di capelli biondi e fissava la schiena di Eleanor con gli occhi scuri un po' troppo pieni di interesse, a mio avviso.

Sembrava un surfista alla ricerca della propria onda buona, a giudicare al modo altrettanto ridicolo in cui era vestito e dell'abbronzatura decisamente esagerata per l'inverno torbido di New York.

Era però lo stesso tizio che aveva mandato in tilt Eleanor mentre stavamo avendo una delle nostre solite amabili conversazioni in mezzo al corridoio. E, poiché non ero un idiota, ero sicuro che fosse il motivo per il quale lei mi aveva chiesto di baciarla.
Cosa che avevo fatto senza pensarci troppo, e di certo non per quel tizio abbronzato.

«Eleanor, sei tu?» chiese ancora lui.

Lei, che aveva la testa bassa e la fronte quasi appiccicata al mio torace, emise un respiro brusco, e poi si voltò.

E fu quando lei diede le spalle a me per guardare lui che ebbi la conferma che qualcosa non andava. Aveva le mani strette al bicchiere ancora pieno, ma riuscii a vedere con chiarezza quanto fossero malferme, seppur in modo quasi impercettibile.

«Josh», disse lei, stoica.

Il ragazzo sorrise. «Credevo di averti vista, poco fa, ma poi ho pensato di essermelo immaginato e...» Si bloccò e si passò una mano tra i capelli. Era davvero ridicolo. «Non ci vediamo da così tanto. Come stai?»

Starebbe decisamente meglio, se tu ti levassi dai piedi.

Eleanor non disse nulla, così mi posizionai alla sua destra per osservarla in volto. Nonostante le luci in quella sala cambiassero continuamente colore, non permettendomi di basarmi sulle sfumature del suo viso, dal suo sguardo mi fu chiaro che si stava obbligando a rimanere lì, ferma, davanti a quel tipo. «Io... io sto bene, grazie», rispose infine.

No, non stava bene. C'era qualcosa che non andava e, dato che ero un ficcanaso, non vedevo l'ora di farmi raccontare tutto.

«Ti trovo bene, infatti.»

Quel commento da parte del dubbio surfista mi fece storcere il naso e sperai che Eleanor si decidesse a liquidarlo al più presto.

Lei fece per parlare, ma una ragazza dai lunghi capelli castani e stretta in un vestitino nero affiancò a quel tizio ed Eleanor serrò la bocca. I suoi occhi, dapprima dubbiosi e pieni di chissà cosa, divennero due buchi vacui.

Era palese che la situazione fosse peggiorata.

«Josh, eccoti, ti cercavo», esordì l'ultima arrivata, che poi spostò l'attenzione su Eleanor. «Oh... ciao.»

Burning UpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora