7. Neanche se tu fossi l'ultimo uomo rimasto in vita

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HUNTER

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HUNTER

Ho sempre odiato tante cose.

Il lunedì mattina, il latte, gli uccellini che fischiettano ininterrottamente fuori dalla finestra della mia camera, tutti quegli stupidi film d'amore che mia madre adora, le persone che guidano le biciclette nel traffico cittadino, il traffico, le biciclette, le persone...

E l'abitudine di Zade di girare nudo per la casa.

Quella sera non faceva eccezione e, mentre mi abbottonavo la camicia bianca davanti allo specchio della mia stanza, lui se ne stava seduto a gambe incrociate sul mio letto. Nudo. E con Nikita, la sua gallina dalla dubbia intelligenza, che scorrazzava indisturbata da una parte all'altra.

«Se caga sul tappeto, domani a pranzo avrai l'onore di assaggiare un buon brodo di gallina», lo minacciai, fissandolo attraverso il riflesso.

«Le ho insegnato a fare i bisogni nella lettiera per gatti che ho messo nel bagno in camera mia.»

«Ha cagato dieci minuti fa, in corridoio.»

«È ancora un po' confusa.»

Alzai gli occhi al cielo. Era davvero convinto di poter addomesticare una gallina, e in fin dei conti, chi ero io per negargli quella possibilità? Prima o poi, avrebbe capito da solo che nessuno dei suoi insegnamenti avrebbe funzionato.

«Sei sicuro che Tyler verrà?» gli domandai.

«Certo. Perché non dovrebbe?»

Feci spallucce, ma non gli risposi. Quella mattina, infatti, dopo il mio innocuo scherzetto alla segretaria, era entrato nel mio ufficio, mi aveva sputato addosso un paio di «Stronzo», e aveva smesso di rivolgermi la parola. Lo conoscevo abbastanza da sapere che quello era il suo modo per farmi capire quanto fosse arrabbiato con me, però non riuscivo a comprendere il motivo per cui se l'era presa così tanto. Insomma, ero io il suo migliore amico, non quella segretaria. Avrebbe dovuto supportarmi, non arrabbiarsi con me.

E no, non mi ero affatto pentito di ciò che avevo fatto. Eleanor Roberts si era meritata tutto, ed ero stato anche fin troppo clemente perché, quando mi ci mettevo, potevo arrivare a livelli di cattiveria ben più alti e di certo non mi sarei fermato a spostare la sua scrivania.

All'inizio avevo pensato di bucare le gomme della sua auto, però avevo scoperto che non ne possedeva una e avevo dovuto inventarmi qualcos'altro nel giro di poche ore. Farle trovare la scrivania sulla terrazza era stata la prima cosa che mi era venuta in mente, e francamente non pensavo che Tyler si sarebbe arrabbiato così tanto per uno scherzetto così innocuo e infantile. Tuttavia, non sarebbe finita così, poiché ero sicuro che Eleanor mi avesse messo qualcosa nel caffè per dispetto, dato che avevo passato il resto della mattinata e buona parte del pomeriggio seduto sul cesso. E probabilmente ero stato così stupido da darle io stesso l'idea del lassativo.

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