2) Il ragazzo misterioso

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Quella mattina mi ero svegliata abbastanza presto ed ero riuscita a fare tutto con calma e avevo deciso di iniziare la giornata con una camminata mattutina per andare a scuola. Uscii di casa con un sorriso smagliante sul volto e con una serenità dentro che non provavo da tempo. 

L'aria frizzante di settembre mi colpì il viso irradiandomi un brivido in tutto il corpo facendomi sentire viva. Il mio buon umore venne ancora colpito dalla fantastica alba che preannunciava i suoi albori, dietro le colline, che facevano da quadro al fantastico panorama che mi si stava presentando davanti. 

Arrivai davanti alla scuola in un quarto d'ora e notai l'immensità di questo posto che ieri mi era sfuggita, il grande cancello di ferro battuto, ormai avente qualche anno che faceva da cornice a una scuola coperta d'intonaco azzurro che aveva visto sicuramente giorni migliori, ma con una struttura così possente da fare invidia ad un castello. L'entrata si trovava sotto ad un piccolo portico in stile gotico decorato con dettagli oro che lo rendevano ancora più particolare.

Vicino alla porta notai una figura famigliare che mi stava scrutando. Assottigliai gli occhi per vedere meglio e riconobbi il ragazzo che mi fissava ieri in classe. Mi avevano detto che si chiamava Nathan, ma non ne ero sicura al cento per cento. Mi avvicinai all'entrata e di conseguenza anche a lui e accennai un piccolo sorriso, che non venne ricambiato neanche per sbaglio, sul suo volto invece, si dipinse una smorfia che non mi diede il piacere di andare oltre e quindi entrai a scuola senza degnarlo di ulteriori attenzioni.

In classe la situazione proseguì in maniera tranquilla e diverse volte notai Nathan osservarmi staccando lo sguardo di tanto in tanto pensando forse di non farsi notare. Era seduto in un posto da solo all'inizio della fila sulla destra e non l'avevo scorto neanche per sbaglio parlare con qualcun'altro della classe come se non facesse effettivamente parte di essa. 

All'intervallo mi venne la tentazione di andargli a parlare e alla fine lo feci. Era girato di spalle e stava guardando un foglio scarabocchiato, mi avvicinai lentamente e mi schiarii la voce per farmi notare, ma non mi degnò di mezzo sguardo e la cosa mi diede parecchio fastidio e la mia bocca agì senza chiedere il permesso al cervello, dicendo una cosa che forse avrei dovuto toccare con più delicatezza "Perché stai sempre da solo?". Si girò di scatto e mi fulminò con lo sguardo facendomi pentire amaramente di essermi avvicinata. I suoi occhi erano di un verde acceso, i tratti del suo volto erano morbidi, ma duri per l'espressione, tutto era perfettamente in sincronia con il resto, era bello, non c'erano dubbi, ma i suoi occhi erano ghiacciati. 

Gli rivolsi un'ultima occhiata e me ne andai da lì tornando al mio posto e mi sembrò di sentire un'imprecazione provenire dalla sua direzione, ma non ci feci molta attenzione. 

Le lezioni proseguirono in maniera monotona e lui non mi degnò più di nessun'altro sguardo. 

Shawn si offrì di accompagnarmi per un pezzettino, ma rifiutai perché non volevo disturbarlo e dopo le sue varie proteste alla fine mollò il tiro. 

Iniziai a camminare per i fatti miei con la musica nelle cuffie a pomparmi nelle orecchie quando ad un certo punto mi sentii afferrare per il polso e per lo spavento feci uno scatto all'indietro alzando il braccio per dare uno schiaffo a chiunque io abbia dietro, ma il mio braccio si fermò a mezz'aria dopo che l'altra persona me l'afferrò. 

Lo stupore si dilagò sul mio viso quando vidi il volto famigliare della persona "Nathan...". Lui mollò la presa sul mio braccia e fece un'espressione stupita, probabilmente non capendo come faccia io a sapere il suo nome, in realtà non ne ero sicura, ma meglio così. "Senti, ti devo dire una cosa importante." disse e la sua voce mi provocò un brivido lungo la schiena che non mi passò indifferente. Lo guardai incitandolo a continuare a parlare. "Hai del tempo? Dovrei portarti da una parte?" disse incerto, "Perché?" risposi io; non è che non mi fidi, ma non riuscivo a capire cosa ci fosse di così importante da non poterne parlare qui.

"Ti fidi?" rimasi spiazzata dalla sua risposta e non seppi cosa rispondere, lo conoscevo da meno di due giorni e sicuramente non erano abbastanza per fidarsi di un'altra persona. Alla fine annuì senza neanche capirne il motivo. 

Camminammo fianco a fianco senza spiaccicare una parola fino alla meta da lui stabilita. 

Arrivammo davanti ad un pub e ci fermammo. 

Si girò a guardarmi e disse senza scomporsi minimamente così come la sua voce che non fece trasparire nulla "Aspettami qui." io non riuscì a ribattere e rimasi in silenzio. Si allontanò ed entrò dentro al bar facendomi rimanere lì ad aspettarlo. Cercai di ispezionare il posto per capire dove eravamo, ma essendo da poco qua, il posto non mi disse nulla. 

Finalmente dopo dieci minuti lo vidi uscire insieme a una donna al suo fianco che avrà avuto almeno quarant'anni; era vestita elegante con un completo perfettamente coordinato con tanto di tacchi, i suoi capelli erano neri pece raccolti in uno chignon ordinato. Il suo volto era molto curato e il sguardo era così serio che riusciva a contraddire il sorriso che aveva dipinto sulle labbra. Questa donna di primo impatto mi ispirò tutto tranne che fiducia che non riuscii nemmeno a ricambiare il sorriso che mi aveva appena rivolto. 

"Ciao Crystal, piacere di conoscerti finalmente!" esordì con nonchalance e mi salii un senso di nervoso che non mi fece stare in silenzio "E lei chi sarebbe?".

Il Cuore di cristallo [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora