Capitolo 27

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Sembra strano, ma dormire per due giorni mi ha stancata ancora di più, ho passato due giorni tormentata da incubi e ricordi, ma quando John mi ha baciata, tutto è passato. Ogni incubo è svanito come se non fosse mai successo. Quest'uomo ha la capacità di annientare tutti i miei pensieri negativi, ma anche allo stesso tempo, riesce a far uscire le mie più profonde paure, insomma lui e due facce della stessa medaglia.
John è seduto nell'altro lato della stanza e continua a fissarmi, sembra che sia immerso nei suoi pensieri, i suoi occhi sono freddi come il ghiaccio e mi sta inquietando un po', ho una brutta sensazione, è molto distante da me, non solo fisicamente, qualcosa mi sta turbando, e quel qualcosa e lui.

- John che succede? -
- Nulla Cristina, ricordati come devi rivolgerti a me quando mi parli. -
Non ci posso credere, nonostante tutto quel che mi ha fatto ancora pretende di esser chiamato signore.
Me lo aveva detto che il ruolo dura sempre ma non è giusto. Non può comportarsi così con me.
Ma so bene che se non faccio come mi dice alla fine non otterrò alcuna risposta da lui. Quindi abbasso la testa e mi rassegno.
- Signore, perché non ti sei fermato dopo la cinquantesima frustata? -
- Perché ho perso il controllo. -
- Non lo devi più fare.... Per favore -
- Forse non ti è entrato in testa quando ti ho detto che io faccio quel che mi pare con il tuo corpo. Tu non hai alcun diritto di dirmi di fermarmi. -
- Si ma quando è troppo è troppo. La cosa non sarà più piacevole altrimenti. -
- Non deve essere piacevole. Tanto meno per te! Decido io se dovrai provare piacere o dolore, quando è come vorrò io! Ficcatelo in quella maledetta testolina che hai. -
- Scusami. -

Ma perché si comporta così con me? Cosa gli ho fatto di male adesso? Non voglio che sia arrabbiato, non adesso per lo meno.
Voglio di nuovo le sue costole un suo bacio, magari fare anche l'amore con lui.
Sarebbe qualcosa di meraviglioso. Ne sono sicura.
Forse se si lasciasse andare un po, fosse meno duro e cattivo, le cose sarebbero diverse.
Pretendo troppo? Non credo, almeno non penso, comunque in due giorni, tralasciando i due che sono rimasta svenuta, è cambiato tantissimo, prima era così dolce, educato, ma adesso sembra un altro uomo. Non lo riconosco, non mi sembra il Mister Evans che ho conosciuto al bar, il quale mi ha sorretta mentre cadevo. Che mi ha stretta tra le sue braccia quando faceva freddo, non è l'uomo che mi ha fatto battere il cuore quando si avvicinava a me, che mi faceva venire i brividi lungo tutto il corpo quando mi sfiorava.
Sto sbagliando io? Mi sto comportando diversamente da come vorrebbe lui?
Forse vuole che sia più sottomessa. E ha ragione. Non lo sono abbastanza.
Mi alzo dal letto e mi posiziono a quattro zampe, e delicatamente nel modo più sensuale possibile mi avvicino a lui, esattamente come gli piace.

John pov.

Ma cosa sta facendo? Non posso crederci, in questa posizione sembra una gattina che fa le fusa.
Dio mio e di una bellezza sconcertante, e il suo viso così dolce e innocente mi fa sentire in colpa ogni volta che le do un ordine. Vorrei fare diversamente, ma è più forte di me. Anche se adesso le dicessi di smetterla, so che mentirei a me stesso. Perché vederla così, in questa posizione, mi fa venir voglia di scoparmela fino a quando non sviene nuovamente.
Quanto la vorrei prendere in questo momento, ma non posso, non credo di esserne in grado di spingermi fino a questo punto.
Continua ad avanzare, in assoluto silenzio, una tacita richiesta di dolcezza, da come mi guarda, capisco che vuole le coccole, ed è disposta pure ad umiliarsi in questo modo pur di riceverne.
A questo punto non posso non accontentarla no?
Allungò una mano sopra la sua testa e le faccio due coccole, il suo corpo si rilassa notevolmente, so che vuole che io mi spinga più in là, ma non posso, non posso accontentarla ogni volta, nemmeno se fa la brava, deve capire che qua comando io, non può manipolarmi come vuole lei.
- Grazie Signore. -
Lo so a cosa si riferisce, le fa piacere che io mi sia sbilanciato in questa piccola e innocente carezza. Non posso fare altrimenti, è così dolce.
- Prego Slave. Vammi a prendere del vino. -
In assoluto silenzio si muove agile per il salotto e corre in cucina, con velocità là sento stappare una bottiglia e prendere un solo bicchiere, il rumore del vino che viene versato nel bicchiere mi risveglia i sensi, come mai è così permissiva oggi?
Ritorna con in mano un vassoio, poggiato sopra il bicchiere di vino rosso, il mio preferito, Mmm credo potrei abituarmici.
- Mettiti in ginocchio davanti a me Cristina. -
Lo fa in assoluto silenzio, l'ombra di un sorriso le sfiora il volto, ma torna subito seria e inespressiva anche se i suoi occhi brillano di una strana luce.
La sua schiena e bellissima, martoriata ma bellissima, dei grandi lividi le cerchiano le scapole e la spina dorsale, contornata dal Viola, giallo e blu. Non parliamo delle ferite ancora aperte, il solo vedere questa scena mi fa diventare duro il mio membro, improvvisamente i miei pantaloni iniziano a starmi stretti.
- Voltati. Sempre con le braccia dietro la schiena e sguardo basso. -
So che in questo modo si renderà conto della mia eccitazione, ma questo è quello che voglio.
Appena si gira, abbassando subito lo sguardo, la vedo sorridere appena vede il cavallo dei miei pantaloni.
- Posso signore? -
- Si. -
Lentamente mi sbottona i jeans e mi abbassa assieme ai boxer, le sue piccole manine vanno ovunque, prende tra le mani il mio membro e inizia a muovere la mano su e giù, il solo movimento mi fa ancora indurire di più e lei soddisfatta continua a giocarci. Cazzo! Prenditelo in bocca come una brava puttana. Fai il tuo lavoro.
- Soddisfa il tuo Signore, puttana. -
Non risponde, non dice nulla ma lentamente si abbassa e lo prende in bocca, fatica a tenerlo tutto ma la vedo che si sforza, trattiene i conati e inizia una lunga e lenta danza con la lingua che mi fa letteralmente impazzire.
Le prendo i capelli e la spingo al ritmo che stabilisco io, la sua lingua è meravigliosa, non riesco più a trattenermi e le vengo in bocca, che soddisfazione. Non mi sentivo così bene da mesi.
- Ingoia. -
Fa come le dico è soddisfatto del suo lavoro la trascino sulle mie gambe per coccolarla un po.

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