capitolo 22

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Gentilmente mi ha concesso di alzarmi in piedi, ed effettivamente mentalmente lo ringrazio perchè non so ancora per quanto le mie ginocchia avrebbero retto.
Quando mi chiede di girarmi di schiena e mettermi davanti a lui, non immaginavo che mi avrebbe conficcato le unghie nella schiena, e se devo esser sincera, non pensavo minimamente che questo mi avrebbe eccitata, sentire il dolore mi ha fatto venire scariche in tutto il corpo, raggiungendo le mie parti intime, quando mi ha sfiorata con due dita sulla mia fessura, ero bagnatissima.
Ma cosa sto diventando? Da quando mi eccito con uno sconosciuto che mi tratta cosi?

- MM esattamente come ho sempre immaginato, a te cagnetta piace la brutalità ed esser comandata vero? -
Non ho il coraggio di rispondergli, mi vergogno troppo per ammetterlo, soprattutto a lui.
- Rispondimi! -
- Si Signore, mi eccita davvero tanto -
- Bene bene, credo che con te mi divertirò davvero tanto. Adesso rivestiti e mettiti nuovamente in ginocchio davanti a me -
- Si signore. -
Mentre mi rivesto lui si gode beatamente la scena, anche se sembra dispiaciuto vedermi nuovamente con i vestiti. Si toglie la cravatta e mi indica di posizionare le mani dietro la schiena, purtroppo per me, sono troppo curiosa di sapere cosa ha intenzione di fare e ubbidisco.
- Ti legherò le mani adesso e tu starai ferma, devi capire che non sarai la mia schiava solo a letto ma sempre. D'ora in poi non avrai alcuna relazione al di fuori di me, ci siamo capiti? -
- Si Signore ho capito. -
- molto bene, dimmi cristina, hai portato quel che ti ho chiesto? -
- Si, se me lo permette lo vado a prendere -

cavolo, non ci ho pensato che ho le mani legate, come faccio ora?
- Signore, ho le mani legato non posso prendere quel che e nella borsa ... -
- Puoi, usa un po di fantasia -
Non posso crederci, vuole che usi la bocca per raccogliere l'oggetto. Ma è matto!
Mi avvio al divano, piegandomi un pò riesco ad arrivare con la bocca alla borsa, dopo vari tentativi riesco finalmente ad addentrare l'oggetto, precisamente una cintura.
- Bene adesso torna da me gattonando -
Sono arrivata al culmine della vergogna e dell'umiliazione.
gattonando torno dal mio signore e li porgo la cintura come se fossi un cagnolino che riporta il giochino appena lanciato, vuole farmi capire a tutti i costi che io sono la sua cagna. Ecco perche mi fa fare tutte queste cose.
- Sei così ubbidiente, meriti un premio -
Si avvicina a me lentamente, con una tale delicatezza mi sfiora il viso e mi bacia con passione, solo questo piccolo gesto mi fa dimenticare tutto, il dolore, l'umiliazione, la vergogna nel stare per terra a quattro zampe, ogni cosa viene spazzata via come un uragano da questo piccolo ma dolce bacio, se ogni volta mi comporto bene può darsi che avrò una ricompensa così. La parte meno razionale del mio subconscio mi urla che dovrei comportarmi male per una punizione, perchè lo voglio, l'altra mi supplica di comportarmi bene perchè vuole esser ricompensata ancora una volta.
- Vedi cristina? Quando ti comporti bene, ti ricompenserò come è giusto che sia, dall'altra se non farai cio che devi sarai punita, ma sappiamo entrambi che tu vorresti anche una punizione, perchè sei nata per il dolore, mi fa piacere solo che tu lo stia capendo. -
- Si Signore ha ragione. Grazie del premio. -

Ma ti senti quando parli? Cristina stai andando alla deriva, lo conosci da poco e gia ti importa se lui ti premia o punisce, non sei un cane a differenza di quel che vuole farti credere lui. Sei una donna abbi un minimo di dignità santo cielo!
Nulla tutti i pensieri si annullano all'istante quando i suoi occhi colo mare mi fissano dallalto, sembra quasi, amorevolmente. Non ha più lo sguardo duro di prima, quando mi ha tirata per i capelli. Lui sarà la mia rovina.

- Saro la tua rovina piccola Cristina, ricordatelo. Adesso pensiamo al pranzo. tu rimari sempre in ginocchio, no meglio a quattro zampe. Ci vediamo tra poco. -
detto cio si dilegua in cucina, per poi fare ritorno pochi minuti dopo, con in mano due ciotole, non posso crederci che lo voglia far davvero.
- Come una cagnolina che sei, mangia da tale. Buon appetito. -

Per l'umiliazione mi rifiuto, non posso cadere cosi in basso. Ma a quanto pare a lui ben poco interessa.

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