Capitolo 32

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Se mi chiedessero come è l'uomo ideale, direi senza pensarci su che somiglia moltissimo a John.
Forte, autoritario, determinato, rude, ma anche dolce e premuroso. Insomma una persona che sa bene come trattare una donna.
Non tutti gli uomini ne sono capaci, anzi la maggior parte sono davvero degli imbranati. Ma lui sa bene cosa fare in ogni momento.
E adesso, vederlo seduto qua davanti a me, che mi guarda con amore e desiderio, mi fa impazzire. A volte sembra che riesca a leggere i suoi pensieri, a immaginare cosa vuole da me.
- Alzati Cristina, vorrei portarti nella stanza. -
Il mio cuore galoppa come un puro sangue libero di correre nelle grandi distese d'erba, mi sembra che stia per scoppiare nel petto, forte com'è.
Lentamente mi alzo, sistemando il vestito che si e leggermente alzato sopra le ginocchia, John mi tende la mano, aspettando pazientemente che la prenda e lo segua.
Di certo non tarda piu di tanto la mia reazione.

Camminare lungo il corridoio che separa le camera dal resto del locale, non mi e mai sembrato cosi faticoso, e non mi e mai passato per la mente di andarci. Ho visto un sacco di persone che ci andavano ma mai mi ci sarei immaginata nella loro stessa situazione. Ora come ora infatti non mi interessa che tutti ci stiano guardando, soprattutto me, sorpresi di vedermi andare via con un uomo.
John apre la porta con estrema lentezza, non so cosa succederà da qui a breve, e adesso, mi sento cosi tranquilla se sono in sua compagnia, sono quasi, anzi sono pronta del tutto a far qual che mi chiederà. Gli ho promesso devozione e sottomissione. Non posso sottrarmi alla promessa che gli ho fatto pochi attimi fa.
Si chiude la porta alle sue spalle, lasciando uscire dalla stanza quei pochi raggi di luce che entravano dal corridoio, ed eccoci qua, nella stessa camera, insieme, vicini ma lontani.
Non posso toccarlo ne vederlo, il suo respiro è cosi calmo che il mio in confronto sembra quello di un uomo che ha problemi di asma.

« Aspettami qua mia dolce Cristina. »
La sua richiesta mi giunge da dietro le spalle, il suo respiro che si posa delicato sulla mia schiena, poi sul mio collo. Una fioca luce anima la camera buia, lasciando un velo di oscurità nel quale io e il mio Signore, possiamo celare i nostri demoni e assecondarli, almeno questa notte.
« Non parlare, non fiatare, te lo dirò io quando potrai farlo. Adesso voglio che ti metta in ginocchio. Con i palmi rivolti in alto e la testa china. »
Spezzata, ecco cosa sono, per lui potrei farlo. Lo voglio fare. Voglio che sia fiero di me.
Senza esitare mi lascio scivolare lentamente nella posizione che mi ha chiesto, il pavimento è cosi freddo che mi vengono i brividi in tutto il corpo, ma non mi lascio impressionare, adesso devo fare quello che mi ha chiesto.
Le mie.ginocchia chiedono di potersi tirare su, stiracchiarsi, i palmi sono messi in su come mi ha detto, e senza sentir nulla, nessun rumore improvvisamente qualcosa fende l'aria e va a colpire le mie mani, il dolore cosi forte e improvviso mi fa urlare e desiderare di ritirare le mani per proteggerle da quel maledetto dolore. Ma non lo posso fare perché so che lui farebbe di peggio, un altro colpo arriva sull'altra mano, questa volta non fiato, stringo i denti e continuo a sopportare. Io so. So perché lo fa.
« Dimmi perché lo sto facendo. »
« Perché Signore, non ti ho detto subito che mi sottomettevo a te. Perché non mi sono lasciata andare subito. »
« Mmh, risposta soddisfacente. Adesso ti darò una possibilitá. Potrai farmi una domanda a piacimento e se la ritengo una domanda intelligente, ti risponderò. Mi hai capito? »
« Si Signore. Perchè porti la maschera?»
« Piccola ingenua, cosa ti avevo detto a proposito di questo argomento? »
Oh merda. Adesso sono nei guai, lui non vuole che io chieda perche non posso vederlo in volto. Me lo ha detto un sacco di volte.
Uno schiaffo improvviso mi colpisce in volto facendomi cadere di fianco e con il viso per terra. Le lacrime urlano affinché io le faccia uscire, ma devo resistere.
« Quando imparerai a comportarti bene eh? »
« Mi dispiace Signore. Non volevo, tu mi hai detto che potevo farti una domanda e avresti risposto. Perdonami. »
« Va bene. Perche non ti piacerebbe quello che vedresti oltre la maschera.»

John pov

Ho una voglia matta di frustarla, legarla e imbavagliarla. E lo farò, passerà le pene dell'inferno, mi supplichera di smettere. Piangerà e dio mio sa solo quanto godro a vederla soffrire. Ho conquistato la sua fiducia e adesso e creta nelle mie mani. Posso spezzarla come e quando voglio.

« Alzati spogliati e vieni vicino a me. »
Mmmh la dolce e ingenua piccolina. Se ne pentirà di tutto.
Guardarla spogliarsi, dio che visione paradisiaca, ha un corpo mozzafiato, devo dire che è cresciuta tantissimo in.qiesti anni, da sola, senza nessuno e quella sua zia che vuole solo i suoi soldi, devo dire che e stata furba a chiedere l'emancipazione, adesso è una adulta a tutti gli effetti.

I suoi seni sono perfetti, entrano nelle mie mani come se fossero stati fatti appositamente per me. Mi guarda speranzosa, i suoi occhi mi implorano di toccarla, di farla venire e adorarla.
Farò tutto al di fuori che trattarla bene. Oggi lo capirà.

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