Capitolo 35

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John pov

Mi sembra così vulnerabile adesso, ho desiderato per così tanto tempo averla finalmente tutta per me, e adesso che ho realizzato il mio sogno, voglio fare altrettanto con la mia vendetta. Io la amavo, anche se lei aveva solo tredici anni, mi ha colpito profondamente, sia nel cuore che nella mente. Le giornate passate assieme a lei, con la sua famiglia, aiutarla con gli studi anche se non ne ha mai avuto bisogno, ai miei occhi era la mia stella, brillante e preziosa, a dirla tutta irraggiungibile, una ragazza molto matura per la sua tenera età, cosi pignola e determinata in quel che faceva che mi sorprendeva ogni giorno, avevamo instaurato un rapporto meraviglioso, lei voleva bene a me quanto io a lei.
L'unico errore che ho commesso fu forzare la mano. La desideravo cosi tanto che non ho badato alla sua fragilità. Un errore che mi porto dietro da anni, che mi tormenta la notte e viene a bussare ogni volta che rimango da solo con i miei pensieri.
Lei era cosi vulnerabile, privata e desiderava trovare il suo vero amore per concedersi la prima volta, e io le ho portato via l'unica cosa che lei non.avrebbe dato via cosi facilmente.
Lei era la mia pesciolina, la mia luce, la stella che brillava in un celo oscuro e buio.
Se non avessi bevuto quella sera, adesso non staremmo qua, con lei incatenata al suo fottuto destino della mia stramaledetta vendetta. E io non starei qua a logorarmi il fegato per il male che le sto facendo.
Il sangue sulla schiena, che esce dai segno che le ho appena fatto mi fa venire il voltastomaco, mi fa desiderare di baciarle ogni ferita e chiederle scusa mille volte.
Ma non posso farlo, devo finire quello che ho iniziato.
« Dio Cristina, non immagini nemmeno che piacevole sensazione sia averti qua, completamente vulnerabile nelle mie mani. Voglio vedere questa schiena completamente distrutta. »
« Perché non ti sei fatto vivo subito? »
« Non lo so, forse mi piaceva vederti distruggerti per il dolore della perdita dei tuoi genitori, mi ha dato un particolare sollievo vederti star cosi male sai? Io ti amavo e tu mi hai rifiutato! »
« Tu mi hai violentata! Ubriaco come eri non ti sei reso conto di niente! Mi hai portato via l'unica cosa importante per me. Johnatan, abbi le palle di guardarmi, dimmi che non.ti dispiace anche di quello, hai goduto a vedermi piangere in un angolo, ti sei divertito a vedermi soffrire per tutto quel tempo? Ti supplicavo, chiedevo di fermarti, ma eri cosi brillo che non mi sentivi nemmeno, schifoso pedofilo! »
« Non parlarmi così! Io ti desideravo e tu altrettanto desideravi me! Ma eri troppo preziosa per farti una.scopata eh?! »
« Aaaahh, sei un figlio di puttana, sai solo parlare picchiandomi eh? Come facevi una volta. Come si dice? Il lupo perde il pelo ma non il vizio?
Sei il solito bastardo Jhonny. »

O dio, lei ha ragione, ha dannatamente ragione, io le ho fatto del male.dal principio, sono un fottuto mostro.
Che cosa ho fatto, cosa le sto facendo?
Io la amo. La amo da impazzire.
« Perdonami pesciolino, perdonami davvero hai ragione io sono un mostro, ma io ti amo e sono diventato pazzo quando mi hai allontanato dalla tua vita. All'epoca ti amavo cosi tanto che ti avrei dato la mia vita se fosse stato necessario.»
« Cristina, Cristina! »
O mio dio, che cosa ho fatto, tesoro mio lascia che ti aiuti ti prego. Mi faro perdonare. Le slego i polsi e le caviglie, mi allungo verso il letto e prendo il lenzuolo, per avvolgerla con la seta rossa, e piano piano il tessuto si incolla alla sua schiena e diventa umido.
Non posso far altro che cullarla tra le mie braccia e sussurrare parole di perdono.

Il tragitto per l'ospedale fortunatamente è breve, e non appena arriviamo la lascio alle cure esperte dei dottori e non.posso far altro che dirle addio e nascondermi nuovamente nell'ombra.

Fine.

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