Capitolo 3

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Con mio fratello Jaxon, mi sto allenando a controllare tutti gli elementi: terra, acqua, fuoco, aria e tenebre. Gli abbiamo ereditati dai nostri genitori, e ogni volta che ci esercitiamo i nostri occhi cambiano colore in base all'elemento usato a differenza dei nostri genitori che rimangono normali, tranne per mio padre che gli diventano bianchi. Sono più nervosa del solito questa mattina, e neanche l'esercizio più semplice mi riesce. <Astrid ma dove c'è l'hai la testa? Dovevi colpire il palo con una palla di fuoco, non quell'albero!!> mi sbraita addosso mia madre, anche se sembra dolce e gentile, è un vero tiranno. Tiene in riga tutti del branco persino mio padre e Strom che ubbidiscono ad ogni suo comando a testa china. <Scusa...> le dico cercando di non esplodere e risponderle male. Mio fratello mi guarda storto, cercando di capire cosa passa nel mio cervello. Sinceramente non lo so nemmeno io, l'unica cosa certa è che ho un bruttissimo presentimento per quello che potrebbe accadere sta sera. Riprendiamo ad allenarci con mia mamma che ci spiega passo a passo quello che dobbiamo fare. Finito di allenarci, mio fratello raggiunge gli altri del branco per mangiare, ma io sono troppo nervosa, anche solo per mangiare un boccone. Decido di andare in palestra ad allenarmi per scaricare la tensione, tanto oggi non devo allenare le reclute e quindi ho tutto il pomeriggio per sfinire il mio corpo. Ed è proprio quello che faccio, è da quattro ore che mi alleno senza un attimo di pausa, ormai non sento più il mio corpo, sono in uno stato di intorpidimento completo sia mentale che fisico. Non ho pensato a niente, solo a tirare calci e pugni. Ora mi ritrovo stesa al suolo con il fiatone corto e le gocce di sudore imperlano il mio corpo. <Astrid, ti conviene andare a prepararti> mi raggiunge la voce di mio padre, mentre entra in palestra e mi raggiunge. <Non voglio andare a quella stupida festa> gli dico lamentandomi come una bambina piccola. <E' un tuo dovere, quest'anno poi, è molto importante per te e le tue coetanee, visto che avete raggiunto la piena crescita. Potrete capire se il vostro compagno è vicino a voi o dovete cercarlo da qualche altra parte. > mi dice in tono serio e autoritario. <Ma io non voglio accasarmi con nessuno, sto bene da sola> gli dico alzandomi e guardandolo nei suoi occhi viola. <Lo so, ma almeno farai felice tua madre se almeno ci provi> mi dice distratto mentre fissa un punto imprecisato, pensando a chissà cosa. <Va bene> gli dico sbuffando sommessamente. Sono troppo accondiscendente per i miei gusti oggi. Non mi riconosco più, sembro tesa come una corda di violino anche dopo l'allenamento. Lentamente esco dalla palestra, e mi dirigo nella casa branco, dove incontro vari componenti che mi salutano calorosamente, con un cenno saluto tutti e come un automa percorro i corridoi che portano alla mia stanza all'ultimo piano della casa. Abbandono i miei vestiti sul pavimento e raggiungo il bagno, una doccia fredda è proprio quello che mi serve. Con un respiro profondo entro nel box e le gocce gelate di acqua mi assalgono, facendomi venire i brividi ma, rigenerandomi completamente. Finito di sciacquarmi, mi avvolgo nel telo bianco mentre il mio sguardo si punta sulla mia figura riflessa allo specchio. I miei capelli corvini mi avvolgono come un manto, mentre mi si sono già arricciati sulle punte. I miei occhi di un blue elettrico con sfumature viola, dicono che fa impazzire tutti i miei coetanei come le mie curve formose. Mentre io vedo solo una ragazzina ancora insicura del suo aspetto, con due occhi grandi come fanali e le lentiggini sul viso la fanno assomigliare ad una bambina. Guardo la mia cicatrice che assomiglia tre triangoli incastrati perfettamente sulla spalla destra. Non mi ricordo come me la sono fatta e anche se chiedo ai miei genitori loro evitano il discorso. Senza rifletterci oltre, mi asciugo velocemente e mi preparo per questa odiosa festa.

My Alpha 2 : Inside the iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora