Capitolo 12

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Appena entro nello studio di mio padre, con al seguito Jaxon, i gemelli e Storm. Percepisco nell'aria un atmosfera tesa. Basandomi sul mio olfatto, sento che Sven sia stato qui non più di un'ora fa. E dalle faccie scure dei miei genitori, presumo non abbiano affrontato un discorso sul bel tempo che c'è oggi. Tutti i campanelli d'allarme  nella mia testa, iniziano a suonare con un grande codice rosso e con una scritta ha lettere cubitali "SCAPPA" che si illumina sempre di più ad ogni minuto che i miei genitori restano in silenzio. Guardo mio fratello, i gemelli e Storm, anche loro sembrano tesi quanto me. Mio padre sta per aprir bocca e iniziare il discorso, quando Colin entra come una furia nell'ufficio. Sussurra qualcosa ai miei genitori e neanche con il mio udito super sviluppato riesco a decifrare. Quando Colin esce velocemente, guardo mio padre che è ancora più teso,  con le vene del collo che pulsano e gli occhi che si illuminano selvaggiamente, sta per trasformarsi talmente è in collera e mia madre non è da meno. Sono sempre stati delle teste calde e io ho preso da loro, anzi mi incazzo  anche più facilmente dei miei. Per fortuna, c'è Jaxon che riesce sempre a calmarci con il suo carattere  pacato e ragionevole. <Maledizione!> sbraita mio padre alzandosi in piedi e sbattendo il pugno sulla scrivania, facendo traballare tutti gli oggetti sopra. <Calmati bestione, non riuscirai a risolvere niente se ti arrabbi> gli dice mia madre prendendolo per mano e sorridendogli dolcemente. Si calma subito al suo contatto, rilassando le spalle tese. < Hai ragione, nanerottola> le risponde, ricambiando lo sguardo affettuoso. Una cosa che ho sempre ammirato dei miei genitori è la loro complicità e amore che hanno ancora oggi dopo anni passati assieme. Anche se la maggior parte delle volte si stuzzicane e litigano ma, si vede nei piccoli gesti come prendersi per mano o chiamarsi con nomignoli affettuosi che si amano profondamente. Non fatevi strane idee, non sono una persona romantica anzi, sono proprio l'opposto. Cinica e che odia tutte le smancerie melense che si scambiano le coppiette. Dico solo che tollero, abbastanza, i gesti teneri dei miei genitori. Mio padre si gira nella nostra direzione, perdendo lo sguardo dolce e riprendendo la sua maschera di freddezza. <Ragazzi, andrete in missione in Svezia. Ci sono state delle sparizioni in alcuni branchi e voi dovrete aiutarli. Astrid, raduna un gruppo di tuoi uomini fidati e partite> ci dice, chiaro e conciso, come sempre quando è nel ruolo di Alpha del branco. Non posso neanche protestare perché , in questo momento, sono solo il capo delle guardie e non sua figlia. <Quando partiamo?> gli chiedo tesa come una corda di violino per la situazione in cui mi andrò a cacciare, presupponendo che mi troverò a lavorare fianco a fianco con Sven. Anche se spero che sia solo una coincidenza <Il prima possibile. Dovevate partire con Sven e andare nel suo branco, ma il maledetto è già partito> mi dice ringhiando l'ultima parte. Appena sento il nome del bestione biondo, la mia mente che stava calcolando un piano per organizzare la missione e i turni di guardia dei miei uomini che resteranno qui, va in fumo. Speravo fino all'ultimo che lui non centrasse niente e che era una casualità che dovevamo andare proprio nel suo paese d'origine. Purtroppo, in questo periodo la sfiga mi sta perseguitando. <D-dobbiamo andare nel branco di Sven?> chiedo balbettando, impacciata, sperando di aver capito male. <Esatto, è li che si sono verificate più sparizioni. Ora andate a prepararvi> ci congeda con un gesto della mano mentre si volta a parlare a mia madre sottovoce. Seguo gli altri fuori dall'ufficio <Dai ragazzi che si fa una bella gita> esclama contento mio fratello Jaxon seguito dagli altri. Invece io, vorrei solo buttarmi in un fosso, non so come farò a sopportare quel bestione biondo. La mia rabbia monta e ribolle nelle vene per essere riuscita a mettermi nei casini con le mie stesse mani. Se non fossi stata a capo delle guardie e mi sarei comportata come una ragazzina viziata con la paura di farmi male, sarei riuscita a scampare a questa missione, invece, mi tocca andarci. Ho fatto di tutto per starli alla larga, ma ogni mio tentativo di fuga è evaporato, soprattutto ora che mi tocca andare nel suo branco. Maledizione! Sono nella merda fino al collo. Più cerco di rifiutare il mio compagno più il destino ci mette sulla stessa strada facendoci incrociare, fin troppe volte per i miei gusti. Incazzata nera e con una pessima sensazione che mi accompagna, vado dritta in camera mia a preparare i bagagli. Non degno di una parola mio fratello e i miei amici, anche se sento  Storm  esclamare <Sarà molto interessante questo viaggio>. Mi irrigidisco a queste parole, non avrà capito che Sven è il mio compagno, spero. Se no altro che merda, sono proprio morta stecchita se Storm lo scopre, soprattutto visto che è un pettegolo e di certo non mancherebbero le sue battutine bastarde. Digrigno i denti, e proseguo dritta per il corridoio, cercando di farmi coraggio.

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Salve bella gente😘
Scusate il mostruoso ritardo, ma il mio computer è andato a puttane e con esso anche i capitoli che avevo scritto e che stavo per pubblicare😠😡
Adesso scrivo con il telefono e ci impiego una, maledetta, vita.
Lasciando perdere il mio sclero, spero vi piaccia questo nuovo capitolo. Adesso si entra proprio nell'azione😏😏
Baci😚❤

My Alpha 2 : Inside the iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora