Capitolo 34

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Astrid

Mi risveglio per un raggio di sole che mi infastidisce gli occhi, la testa mi fa un male cane e sembra che un batterista di metal stia battendo sulla gran cassa come un forsennato. Con la mente ancora offuscata, analizzo la stanza che mi circonda e sembra proprio che non abbia sognato di essere stata salvata. Tiro un sospiro di sollievo e i muscoli di tutto il corpo si rilassano, finalmente sono a casa e il mio sguardo si ferma sul corpo dell'uomo che ha dormito accanto a me. I miei occhi si sbarrano per l'orrore e senza neanche accorgermene urlo come una pazza invasata. L'uomo così simile al mio compagno si sveglia di soprassalto e strabuzza gli occhi per la sorpresa mentre io cerco di allontanarmi il più possibile da lui, cadendo dal letto e gattonando all'indietro. <Astrid...> mi dice l'uomo con il viso pieno di dolore, ma non riesce a finire che la porta si apre ed entra mio padre a torso nudo e mia madre con la camicia al contrario e i capelli arruffati. Se non fossi così spaventata guarderei i miei genitori con disgusto, anche se dovrei essere abituata a loro che scopano peggio dei conigli, ma non lo sono ancora. <Cucciola che succede?> mi chiede mia madre avvicinandosi e mio padre mi raggiunge con sguardo dolce. Mi butto tra le sue braccia ed inizio a piangere come una fontana mentre lui cerca di calmarmi ondeggiando con il corpo. <Portami via da lui, ti prego> lo supplico mentre mi faccio prendere in braccio da lui, proprio come facevo da piccola. <Cosa le hai fatto?> gli chiede in tono minaccioso all'uomo ancora steso per metà su letto e con il viso ancora scioccato. <Niente, stavamo dormendo e poi lei ha urlato spaventandomi a morte> gli dice mentre il suo pomo d'Adamo va su e giù. Fisso i suoi occhi cristallini sui miei e per un momento riconosco il mio compagno, ma subito dopo mi ritornano in mente le immagini di lui che mi tortura. <Sarà meglio che per un po' non vi vediate, è ancora troppo traumatizzata> interviene mia madre e mentre lo dice una fitta inaspettata di dolore mi attraversa il petto e noto che lo stesso succede a quell'uomo che annuisce solamente sconsolato. Mi portano fuori da quella stanza e sempre tenendomi in braccio ci dirigiamo verso la cucina, dove un vociare allegro ci raggiunge. Quando entriamo, noto subito la presenza di Jaxon e Adam che scherzano animatamente, rimango sbalordita dal cambiamento di mio cugino, prima chiuso e triste per la scomparsa di Marcus e adesso allegro e sorridente. Maggie e Alannah stanno confabulando tra di loro e lanciano degli sguardi a Dragos, che subisce in silenzio le occhiatacce delle due donne. Storm sci sta provando con una ragazzina indifesa che arrossisce per ogni cosa sconcia, mi immagino io, che le sta sussurrando all'orecchio. Poverina, mi fa quasi pena, quasi perché anche se è in imbarazzo completo, ride come una gallina in calore. Sbuffo, sempre le solite finte santarelline che appena vedono uno che se le fila un minimo aprono le gambe come delle sadiche. Mio padre mi appoggia su uno sgabello della cucina, mentre la cuoca malefica smanetta tra le padelle come una forsennata. Alannah e Maggie mi sorridono teneramente e mi appoggiano una mano sopra la mia, dandomi il loro sostegno silenzioso. Adam appena mi vede, si blocca e mi incenerisce con il suo sguardo furibondo, per poi alzarsi di scatto e andare via sotto gli occhi sbalorditi di tutti. Immagino che c'è l'abbia ancora con me e sicuramente sperava che mi uccidessero quando sono stata rapita. Sospiro affranta, prima o poi dovrò prendere coraggio e andargli a parlare apertamente. Ora come ora è già tanto che riesco a tenere gli occhi aperti e non ficcare la testa nella terra congelata della Svezia per scappare dai miei incubi. Mia madre con un sorriso dolce mi appoggia davanti una tazza fumante di caffè, fisso il contenuto scuro della bevanda, pensando che fosse qualcosa di avvelenato, ma poi mi riprendo in fretta e ne bevo un po'. Il mio stomaco borbotta, visto che quando ero prigioniere non ho mangiato niente e ieri sera, prima che svenissi come una femminuccia, ho scoperto che sono stata per quattro giorni senza mangiare niente e nelle mani di quel mostro. Mi fiondo sulle brioche fumanti, appoggiate davanti a me e mentre sto mangiando la terza, Storm decide di svegliarsi in quel momento e notarmi. <Alla buon ora Scheggia!! Hai fatto baldoria questa notte per esserti svegliata così tardi?> mi chiede con sguardo malizioso, sentendo quelle parole mi irrigidisco come una statua. Non riesco neanche a guardare in faccia Sven per la somiglianza con Ansgar, figuriamoci se riesco a far l'amore con lui. Ho ancora il ricordo troppo fresco del mio aguzzino per poter respirare liberamente e tornare alla vita normale. Spero solo che ci vogliano pochi giorni per riprendermi, perché sento che la voragine al petto per la lontananza emozionale con il mio vichingo si sta allargando inesorabilmente, quasi al punto di spezzare il nostro legame per sempre. Mi riportano alla realtà i mugolii di dolore di Storm che si massaggia il collo, fulminando con gli occhi mio padre e Jaxon. <Che ho detto questa volta?> si lagna come un bambino piccolo mentre mette il broncio. <Dici sempre delle frasi fuori luogo, per questo ti meriti di essere picchiato> interviene mia madre che lo guarda male e Storm sbuffa frustrato, per poi prendere la ragazzina, rimasta da parte, e uscire dalla stanza. Tutti, senza neanche metterci d'accordo, alziamo gli occhi al cielo contemporaneamente. Riprendono a chiacchierare animatamente, mentre io me ne sto in silenzio a guardare la tazza tra le mie mani, ma quando sento la presenza di Sven che si avvicina, mi alzo di scatto. <Jaxon, vieni ad esercitarti con gli elementi> gli ordino mentre lo prendo per il braccio e lo trascino fuori, senza ascoltare le sue lamentele attutite dalla brioche che ha ancora per metà nella bocca. <Astrid ma che diamine succede? Perché appena è entrato Sven ti sei data alla fuga, manco fossi un ladro professionista!> mi dice, quando finalmente ha finito di mangiare la brioche. <Non voglio parlarne. Ora noi ci alleniamo> gli dico mentre lo fulmino con lo sguardo, vediamo se ha il coraggio di replicare. Non dice niente e per tutto il giorno ci alleniamo duramente con gli elementi, facendo poche pause solo per rinfrescarci e mangiucchiare qualcosa. Jaxon non fa più commenti per la mia fuga e per questo gliene sono molto grata. Anche se ogni volta che facciamo una pausa, apre bocca per parlare ma la richiude prontamente, vedendo il mio sguardo furioso. A fine giornata, quando il sole sta tramontando dietro le vette , io e mio fratello ci buttiamo sul prato con il fiatone e il sudore che gronda da ogni poro di pelle. <Fischia, era da un secolo che non mi allenavo così duramente!> si lamenta mio fratello con la voce spezzata dal fiatone. Annuisco, anche se non mi vede perché non ho abbastanza forza neanche per muovere la bocca. <Ragazzi! La cena è pronta!> urla la voce di mia madre, riportandomi indietro nel tempo quando eravamo ancora bambini e stavamo fuori finchè il sole non tramontava del tutto e lasciava spazio alle tenebre della notte. Il viso di mia madre appare sopra di noi, ci guarda con i suoi occhi viola pieni di rabbia. <Forza a lavarvi che puzzate come maiali!> ci sgrida mia madre e noi non possiamo fare altro che scattare in piedi e correre via dalla furia del sergente mamma. Corriamo a grande velocità, ridendo come bambini, anche se ormai l'abbiamo passata da un pezzo quell'età fanciullesca senza pensieri. Appena raggiungo la mia vecchia stanza e Jaxon la sua, ci scambiamo uno sguardo complice per poi entrare, ognuno nelle rispettive stanze. Mi mancava parecchio passare del tempo con il mio fratellino, anche a casa non trovavamo mai il tempo di passarlo da soli. Senza rimuginare oltre dei bei tempi andati, mio fiondo a fare una doccia ghiacciata, sperando che mi faccia scivolare via gli ultimi giorni terribili.

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Salve bella gente❤

Scusate il ritardo, ma vi avevo già anticipato che i numerosi impegni non mi permettono di scrivere molto spesso.

Spero lo stesso che continuate a leggere con passione la storia, anche se dovete aspettare un po' di tempo per la pubblicazione di ogni capitolo. Scusate davvero, ci sto male anch'io a non poter scrivere ogni giorno per voi cari lettori, quindi per favore abbiate pazienza e comprensione.😢😢😢

Baci😘😘😘

My Alpha 2 : Inside the iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora