Capitolo 23

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Dopo che Alannah è andata via, entra Dragos con il viso scuro e le orecchie bassa come un cane bastonato. <Dragos> lo richiama il mio vichingo biondo mentre mi tiene in braccio a lui. <Ciao ragazzi> ci saluta mogio e sedendosi su una sedia del bancone della cucina. Gli verso del caffè, lui afferra la tazza e ne trangugia la metà in un solo sorso. Lo guardo storto, mentre le parole di Alannah mi rimbombano dentro la testa: "E' lui che mi ha detto di andarmene", si ripetono come un mantra. Stringo con forza la mia tazza dove il mio liquido nero, ormai si è raffreddato. <Dragos perché l'hai lasciata andare?> gli chiedo a bruciapelo mentre scruto il suo viso alla ricerca di un qualsiasi indizio. Serra la mandibola e mi guarda con il viso teso e serio mentre i suoi occhi verdi mi trasmettono una miriade di emozioni contrastanti. Quella che spicca di più, si sicuro, è la tristezza che riesco a percepire forte e chiara. Proprio la stessa che ho visto anche negli occhi della mia amica prima di andarsene e abbandonarci. <Ho dovuto lasciarla andare. Non me lo avrebbe mai perdonato se la costringevo a rimanere al mio fianco> mi dice abbattuto e abbassando il capo in segno di rassegnazione. Sembra che sulle spalle debba portare un carico enorme, oltre agli obblighi nuovi di Alpha anche la sua compagna gli crea problemi. <Ha ragione, bimba> gli d'ha corda il mio vichingo mentre io rimugino ancora sulle sue parole. Alannah è uno spirito libero proprio come me, ma da quando mi sono accorta di Sven non ho potuto abbandonarlo visto che mi sono innamorata di lui. Sbarro gli occhi per la sorpresa dei miei stessi pensieri. Porca paletta, sono innamorata del mio vichingo burbero. Mi incanto a guardarlo, la mascella serrata, le labbra carnose e peccaminose, i suoi lunghi capelli biondi, la barba appena accennata e quegli occhi azzurri che mi fanno impazzire ogni volta che mi guarda con quelle iridi luminose. Sven mi guarda accigliato, scuoto il capo, ancora sconvolta dai miei sentimenti tanto profondi per lui che quasi mi spaventano. <Amico, ti ha lasciato perché non te la sei scopata a dovere, ma soprattutto senza farle sentire i "cosiddetti" fuochi d'artificio> interviene quel pervertito di Storm con un ghigno stampato in volto. Alzo gli occhi al cielo seguita da Sven, ormai ce ne siamo fatti una ragione e sicuramente lui non cambierà mai. Dragos si alza con il viso rosso dalla rabbia e avanza verso di lui. <Ripeti se hai il coraggio, amico > gli dice in tono minaccioso calcando sull'ultima parola mentre avanza minaccioso. Storm alza le sopracciglia sorpreso della sua reazione, ormai lui è abituato a noi che al massimo gli diamo una sberla amichevole e sorpassando sulle sue frasi da pervertito cronico. <Stava scherzando Dragos. Lascialo stare, interviene sempre nei momenti meno appropriati con le sue battutine da strapazzo> gli dico cercando di fermarlo, prendendolo per un braccio. <Vero Storm?> gli chiedo mentre gli rivolgo un occhiata minacciosa. Alza le mani in segno di resa <Verissimo> gli dice facendo finta di essere spaventato. S'ho per certo che lui non ha paura di fronteggiarlo e che gli piace sempre stuzzicare gli altri per una buona rissa, ma adesso non è il momento. Dragos si risiede con un tonfo sonoro, sbuffando e borbottando insulti al moro. Palesemente ancora incazzato con lui, ma come dargli torto, a Storm servirebbe qualcuno che lo metta in riga. Stanca di quest'aria pesante che aleggia in questa cucina decido di andare a fare una passeggiata per schiarirmi le idee sugli ultimi avvenimenti. Mi alzo, ma un bruto vichingo mi trattiene dalla vita con le sue braccia muscolose. <E tu dove pensi di andare?> mi chiede guardandomi mentre alza un sopracciglio e facendo un sorrisetto da pervertito. Diamine! Sta diventando come quel donnaiolo del suo amico. Sbuffo spazientita <Vado a fare un giro...> non mi lascia neanche finire la frase che si alza anche lui e mi prende la mano stringendomela. <Ti accompagno> mi dice perentorio e iniziando a trascinarmi verso la porta. Punto i piedi peggio di una bambina. <No, vado DA SOLA> calco sulle ultime parole sperando che capisca mentre cerco di liberarmi dalla sua presa ferrea. <Vengo con te e niente discussioni> mi dice mentre continua a trascinarmi fuori. Alzo gli occhi al cielo, rassegnata all'idea di dire addio al mio momento di pace in solitudine. Diamine, quando ci si mette è peggio di una sanguisuga. <Di' ciao a tutti> mi dice ammonendomi come quando ero una bambina e lui lo straniero vichingo che mi rompeva le scatole. <Ciao a tutti> dico scimmiottando la sua voce, ma nel farlo quasi mi strozzo con la mie stessa saliva. Scoppiano a ridere tutti, persino Dragos che aveva il muso lungo mentre io quasi mi uccido. Già mi immagino la mia lapide " Astrid, valorosa guerriera con molto talento ma le norne le hanno giocato un brutto scherzo facendola ammazzare con la sua saliva" Che disonore, se non fosse capitato a me, avrei riso più che volentieri anch'io<Felice di avervi rallegrato la giornata!> dico a tutti con ancora la voce rauca e facendo un inchino. Sven mi abbraccia dal dietro, circondandomi la vita. <Questo è il karma scricciolo. Vedi cosa ti capita, a non ubbidirmi> mi sussurra e la mia voglia di girarmi e tirargli un pugno sulla sua faccia da schiaffi mi affiora prepotente. Borbotto imprecazioni mentre mi stacco da lui e con passi pesanti raggiungo l'uscita che porta al giardini. Ad ogni mio passo la terra trema, questo l'ho preso da mia madre anche lei quando è incazzata fa tremare tutto. <Astrid, aspettami!> mi urla dietro quella testa bacata del vichingo. <Astrid un accidenti!> borbotto mentre mi fermo ad aspettarlo. <Vieni, andiamo a fare una passeggiata> mi dice porgendomi la mano, quando mi raggiunge. Camminiamo per un tratto fino a che non arriviamo al limitare della foresta. <Trasformiamoci, sarà più divertente!> mi dice con un sorriso genuino stampato in volto. Annuisco, mentre vedo che lui si sta già trasformando in un bellissimo lupo dal manto bianco e gli occhi azzurro elettrici. " Forza bimba, non abbiamo tutta la giornata" mi dice telepaticamente, sobbalzo colta alla sprovvista, la sua voce sentita nella mente è ancora più sexy. Lascio che il mio corpo si rilassi e inizio a trasformarmi. Sven mi guarda incantato, scuoto il muso e faccio un ghigno canino. "Chi arriva ultimo alla quercia sacra, è un rammollito!" gli dico partendo in quarta verso la destinazione. Sven mi raggiunge quasi subito, affiancandomi. "Non vale, sei partita prima" mi dice ghignando. "Non dire sciocchezze" lo sbeffeggio mentre gli vado addosso facendolo sbandare e andare dritto contro un tronco di un albero con la testa. Rido come una matta mentre lui uggiola dal dolore. Scuote il muso bianco e fissa i suoi occhi cristallini nei miei viola elettrici. "Ti conviene scappare mocciosa" mi dice minaccioso ma con una nota di ilarità. Non me lo faccio ripetere due volte che fuggo via dal mio vichingo. Quando vedo in lontananza la mia salvezza, la quercia sacra, e ad un passo dalla mia vittoria. Vengo travolta da una palla di pelo bianca, che mi schiaccia con il suo peso non indifferente, mentre mi lecca tutto il muso. "Togliti, mi stai schiacciando bruto vichingo" gli dico mentre cerco di scrollarmelo di dosso. "No mia cara, adesso me la paghi" mi dice mentre mi tira un orecchia ed iniziamo a rotolarci sul terreno, giocando insieme e ridendo come bambini.

Rimaniamo a giocare fino a pomeriggio inoltrato e quando varchiamo la porta del castello siamo tutti e due sporchi di terra dalla testa ai piedi. Guardo il mio compagno con un ghigno, notando che sulla fronte ha una sottospecie di foglia marcia. Lui mi scruta con un sopracciglio alzato. <Cos'hai da ridere?> mi chiede mentre io mi allungo e gli tolgo quella foglia e gliela mostro. <Questa mi faceva ridere> gli dico ghignando. <Parli proprio te che hai un ramoscello tra i capelli> mi dice ridendo mentre io vado nel panico cercando di toglierlo, ma il maledetto è ostico a cedere. Sven ridendo me lo toglie mentre abbassa il viso e mi da un casto bacio. <Guarda, guarda i due piccioncini si sono rotolati nella terra e chissà cos'altro hanno fatto> ci raggiunge la voce di Storm che sta stravaccato sul divano dandoci le spalle. Io e il mio vichingo ci scambiamo un occhiata complice e lo raggiungiamo. Ognuno ai suoi lati e senza preavviso gli diamo una sberla su quella testa bacata che si ritrova. <Ahii! Diamine c'è l'avete su con la mia testa>ci dice guardandoci di traverso mentre si massaggia il capo dolorante. < Che ci vuoi fare, speriamo che un giorno a furia di prendere botta alla testa, la tua mente diventi normale> gli dico con nonchalance e alzando le spalle. <Lo sai che non accadrà mai. Io mi diverto a picchiarti, tanto idiota sei e idiota rimani.> interviene Sven. <Grazie ragazzi, mi state facendo commuovere. Sapete, tutti questi complimenti in una volta sola> ci dice asciugandosi una lacrima immaginaria. Scuoto la testa mentre mi incammino verso la mia stanza per darmi una pulita e gli saluto con un cenno del capo. Appena finita la doccia, mi butto sul letto morbido e mi assopisco quasi subito, ma l'entrata di Sven nella mia camera mi distrae momentaneamente. <Dormi?> mi chiede avvicinandosi e sdraiandosi accanto a me. <L'intento era quello> gli dico in un sussurro mentre le palpebre si fanno pesanti. Sven mi stringe a se, facendomi appoggiare il viso su suo petto e stringendomi con le sue braccia per la vita. <Allora, buona notte bimba> mi dice baciandomi la fronte. <Notte'> gli dico in un sussurro mentre mi lascio cullare nelle braccia di Morfeo.

My Alpha 2 : Inside the iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora