Capitolo 35

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Sono passate due settimane e dire che sono state terribili è dire poco o niente. Esco dalla mia stanza con uno sguardo mogio, che ha caratterizzato tutte le mie giornate da quando mi hanno salvata. Adesso s'ho per certo che è Sven, il mio vichingo brontolone, che mi ha salvata e nel quale mi sono svegliata nel nostro letto quindici giorni fa. Sto tenendo il conto di ogni singolo secondo che trascorre senza vedere il mio compagno, i miei famigliari e amici, fanno di tutto per tenerci lontani e non far ripetere la scena terribile che è successa la prima mattina. Non riuscire a riconoscere il proprio compagno perché si è troppo traumatizzati dal proprio aguzzino, nonché gemello malvagio di Sven, è terribile. E anche se il corpo riconosce il tuo compagno, quello che sei destinata ad amare per tutta la vita, la mente è ancora troppo scioccata per potersi lasciare andare e fidare di quella persona. In queste settimane ho avuto modo di pensare e analizzare ogni minimo particolare che mi passava per il cervello e sono arrivata alla conclusione che devo chiedere scusa al mio vichingo. Mi sono comportata da stupida, allontanandolo senza un motivo apparente, perché lui non ha fatto niente di male. Anzi, si è comportato benissimo in questi giorni, lasciandomi in pace per poter avere il tempo di pensare attentamente a noi. Ma soprattutto a me stessa per quello che mi è successo, dire che sono ancora traumatizzata è un eufemismo. La ferita è ancora troppo fresca per poter essere in pace con me stessa e con il resto del mondo, ma devo reagire ed essere forte abbastanza per non mandare via le persone che amo e che mi sosterranno sempre. Anche se, ho fatto un discorso profondo tra me e me per darmi del coraggio per affrontare il mio compagno, una settimana fa, ad oggi non ho ancora combinato un accidenti. Sento che ogni giorno che passa il nostro legame si assottiglia quasi a scomparire del tutto se vado avanti così. Oggi ho deciso, passatemi il termine non proprio appropriato, che devo tirare fuori le palle e affrontarlo. Percorro i corridoi bui dove incontro molti componenti del branco che fanno un cenno di saluto, anche se sono la compagna dello sciamano e prima del loro Alpha , non ho legato con nessuno di loro a parte con la cuoca malefica che in questi giorni mi ha sequestrata dal resto del mondo per aiutarla in cucina. Sono stati dei giorni tremendi, ma grazie al lavoro manuale e il borbottare continuo della cuoca sono riuscita a schiarirmi le idee. Dovrei ringraziarla , ma se appena pronuncio l'infida parola che inizia con la "G", la cuoca malefica mi minaccia con un coltello grande quanto una casa è affilatissimo, credetemi ho già provato a dirle grazie e quella è stata la fine. Mi sono dovuta dare alla macchia per tre giorni, pur di non essere ancora minacciata. Alannah e Dragos sembrano due piccioncini in luna di miele e ogni volta che li vedo mi sale il diabete alle stelle, però a parte gli scherzi sono felicissima per loro due. Arrivo davanti alla cucina e prima di entrare, sbircio dentro per vedere se c'è la malefica cuoca con il suo coltello assassino. Tiro un sospiro di sollievo quando vedo solo mia madre e Maggie che parlano tranquillamente. Entro in cucina e la prima cosa che faccio è cercare la nutella, ultimamente ho sempre una voglia pazzesca di quella crema di nocciole. <Ciao!> le saluto e loro ricambiano subito, fissandomi quando alla fine ho trovato il mio tesoro e intingo un dito dentro quella delizia. Emetto un gemito per la prelibatezza che si scontra nel mio palato mandandomi in estasi completa. <Mi sembra di avere un deja-vu, ti ricorda qualcosa Maggie?> le chiede mia madre mentre o loro occhi sono puntati su di me, devo ammettere che mi sento un tantino in soggezione per le loro occhiate. <Cosa ho fatto?> domando innocentemente mentre continuo a mangiare la nutella. <Niente cara, ma vedi, quando Cory era incinta di te e tuo fratello aveva una voglia pazzesca di nutella...> inizia il discorso Maggie mentre mia madre annuisce energicamente mentre un sorrisetto malizioso gli spunta in viso. <E cosa c'entra questo con la mia voglia di nutella?> le chiedo, cercando di capire il loro ragionamento contorto e loro in risposta mi guardano il ventre e a questo punto realizzo cosa li passa per la testa a quelle pazze. Strabuzzo gli occhi e le bocca, non calcolando più la nutella mentre sbianco completamente. <No, no e poi no. Non sono incinta, figuriamoci dai...> inizio a dire, ma quando inizio a fare un po' di calcoli mentali, sbianco ancora di più perché c'è veramente quella minima possibilità che io lo sia veramente. <Sei stata male in questi giorni con vomito appena incrociavi Sven?> mi chiede mia madre e io ripenso all'unica volta che l'ho visto in queste settimane, e sì, dopo ho vomitato come una disperata, ma pensavo che fosse dovuto al trauma che ho subito. Mia madre intuendo la risposta si alza in piedi e mi viene incontro. <Tesoro, anch'io stavo male quando vedevo Darden, è una cosa naturale che capita a tutte le donne che sono incinta dei propri compagni> mi dice guardandomi negli occhi e prendendomi una mano per darmi il suo sostegno. Scuoto la testa, negando l'evidenza, non posso esserlo. <No, non abbiamo più avuto rapporti da più di un mese> nego ancora mentre mia madre mi guarda storto, va bene, forse non è il massimo parlare con la propria madre di quante volte facciamo "ginnastica". <L'unica cosa per esserne sicure e fare un test> ci dice con determinazione Maggie, alzandosi e uscendo di gran carriera dalla cucina seguita da mia madre. Resto immobile con la bocca spalancata come un baccalà, non riuscendo neanche a muovere un solo dito. Proprio in quel momento entra Sven che si blocca sul posto e mi guarda con gli occhi sbarrati dalla sorpresa. <Astrid stai bene?> mi chiede per la mia faccia, sicuramente bianca come un fantasma. Annuisco e mentre mi si avvicina preoccupato, la nausea ritorna prepotente, proprio come aveva detto mia madre. Maledizione! Scappo via più veloce di un fulmine, ma Sven mi intercetta e mi blocca un braccio, fermando la mia fuga disperata. Metto una mano davanti alla bocca e mi volta a guardarlo, pregandolo con gli occhi di lasciarmi andare. <Scusa, ma volevo chiederti se sta sera ti va di venire con me, visto che volevo parlarti di una cosa importante> mi dice con il viso troppo serio per poter rifiutare e in fondo anch'io volevo parlargli per sistemare le cose, per quanto possibile, in questo momento però vorrei solo scappare a gambe levate ed è quello che faccio. Mi rifugio in camera mia e vado nel bagno a vomitare anche l'anima, non so per quanto tempo sto accovacciata alla tazza del water, ma mia madre e Maggie mi trovano nella stessa posizione. <Ecco dov'eri finita!> esclama mia madre mentre mi porge la scatola di un super tecnologico test di gravidanza. Rabbrividisco appena lo prendo in mano e resto a fissarlo senza vederlo veramente per un eternità di tempo. <Astrid! Forza fai questo benedetto test che non sto più nella pelle! > esclama Maggie tutta eccitata, le rispondo con un'occhiataccia che fermare il suo attacco isterico, viene trascinata fuori da mia madre e prima di chiudere la porta mi fa un sorriso di scuse per la sua amica. Sbuffo e guardo quel benedetto test come se fosse un alieno. <Forza Astrid non fare la caca sotto> mi dico a me stessa e senza ulteriori indugi faccio il test.

My Alpha 2 : Inside the iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora