E' passata una settimana, da quando Alannah e io ci siamo unite per vendicarci dei nostri vichinghi scorbutici. Oggi è il gran giorno, abbiamo passato tutta la settimana a conoscerci meglio e mettere giù una bozza del nostro piano. Sta sera si terrà la festa di Walburg, hanno allestito il giardino con giganteschi falò e con tavolate di cibo e bevande, per la maggior parte sidro di mele e di miele proveniente dalla personale scorta di Sven. Quando io e la mia alleata malvagia eravamo andate in esplorazione del castello, abbiamo scoperto che nelle segrete del castello c'era una porta massiccia di legno chiusa da un chiavistello e da un lucchetto. Avevo provato a romperla con la mia forza sovrannaturale, ma non c'era niente da fare. Alannah scostandomi gentilmente, cioè dandomi una spallata peggio di un rugbista, aveva cantato una litania sottovoce con la mano tesa verso il lucchetto che dopo pochi secondi si era aperto. Avevamo aperto la porta scoprendo una fila lunghissima di barili, in ognuno c'era un piccolo rubinetto con un bicchiere accanto. Ci guardammo negli occhi con un sorriso furbo stampato in volto e poi passammo a scegliere il barile predestinato al nostro assaggio, ma su tutti c'era un etichetta con scritto a caratteri cubitali "RISERVA DI SVEN, NON TOCCARE". Ora, non sono mai stata brava a seguire le regole, figuriamoci di seguire quelle del mio compagno. <Alannah penso che abbiamo trovato la bevanda per la festa> le avevo detto mentre sceglievo una botte a caso e aprivo il rubinetto, mentre un liquido ambrato usciva, lasciando una fragranza di miele nell'aria. Scolammo un intera botte di sidro al miele, e si parla di dieci litri a barile. Eravamo talmente ubriache che ci eravamo accasciate al suolo e bevevamo direttamente dal rubinetto e ridendo come matte per ogni minima cosa. Ci trovarono il giorno dopo Storm e Jaxon, mentre noi dormivamo come angioletti. Alannah era con la bocca aperta vicino al rubinetto e io non so come dormivo sopra la botte, abbracciandola. Non basta dire che ci fecero un milioni di foto per poi svegliarci con uno stereo (Non so ancora adesso dove lo abbiano trovato) e la musica a palla. E' stato il risveglio più traumatico di sempre, anche perché sono caduta dalla botte, ancora adesso se ci penso mi fa male il mio povero didietro. Ritornando al presente, siamo in cucina ad aiutare la cuoca, una donna bassa e tarchiata con i capelli grigi e gli occhi ancora belli vispi per la sua età, che sembra peggio di un dittatore. Impartendoci ordini a destra e a manca, noi eseguiamo senza fiatare anche perché, non si sa come, ha sempre in mano un coltello. <Forza Astrid mettici più forza!> mi urla nell'orecchio la vecchia bisbetica mentre sto mescolando l'impasto della torta. Non le rispondo neanche mettendo più energia possibile nel movimento, mentre borbotto insulti contro la vecchia. Alannah mi guarda sogghignando, ricambio con un occhiataccia e la maledetta si mette a ridere di gusto. <Alannah concentrati!> sbraita la vecchia con un coltello in mano, subito abbassa lo sguardo e si concentra a tagliare le verdure. La guardo soddisfatta, così impara a ridere di me.
E' quasi sera e finalmente la dittatrice, alias cuoca, ci ha lasciate andare dalle sue grinfie. <Quanto mai ho accettato di venire con te ad aiutare quella maledetta cuoca> esclama Alannah con voce accusatoria. <Ora capisco perché nessuno si avvicina alla cucina, quando c'è lei> dico sconsolata.< Le mie braccia chiedono pietà, per quanto hanno lavorato.> mi dice la mia amica, massaggiandosi un braccio. <Non dirlo a me> rispondo mogia mentre faccio una smorfia di dolore, quando tocco un mio braccio. Arriviamo nella mia stanza, ma ormai è diventata di tutte e due visto che Alannah si è trasferita qui e non negli appartamenti di Dragos. Parlando proprio di lui, ultimamente è come un fantasma, sempre mogio e guarda la mia amica con tristezza infinita. Un po' ci sto male per lui, però diciamocelo si è comportato da cafone. Ci buttiamo automaticamente sul letto, sprofondando nel soffice piumino ed esalando un sospiro di sollievo. Quando bussano alla porta, impreco mentalmente, mentre Alannah con un grugnito gli dice di entrare chiunque sia. Entra mio fratello con un sorrisetto strafottente mentre regge su un braccio due vestiti. <Vi avevo avvertite che non dovevate andare dalla cuoca!> ci ammonisce mentre ride di gusto. Maledetto! Contemporaneamente alziamo il dito medio a Jaxon. <Cosa ci fai qui?> sbotto esasperata e con la sola voglia di schiacciare un pisolino. <Vi ho portato i vestiti che dovete indossare subito, visto che la festa inizia tra un ora> ci dice con un sorriso angelico. <Tra un ora?> urliamo all'unisono mentre ci alziamo in piede come delle furie. Caccio fuori mio fratello che se la ride, mentre Alannah posiziona i trucchi e il necessario per l'acconciatura. Ci prepariamo di fretta e furia, indossiamo il vestito che ci ha portato Jaxon. Prendendoci un attimo ad ammirarlo. Sono molto simili, tutte e due di un rosso accesso, il mio ha lo scollo a cuore, una fascia sotto al seno e la gonna morbida che scende fino a terra. Quello di Alannah ha in più un leggero spacco laterale da tutte e due le parti. Lascio i miei capelli sciolti, anche perché sono corti e non posso fare molte acconciature, aggiungendo solo una coroncina di rametti con delle piccole rose incastonate. Alannah si raccoglie i capelli ricci in uno chignon, lasciando alcune ciocche libere che le incorniciano il viso e anche lei si mette la stessa coroncina. Ci trucchiamo poco, con un rossetto rosso e un po' di mascara. Prendiamo l'oggetto che ci servirà per il nostro piano e lo nascondiamo nella giarrettiera che abbiamo messo apposta. Usciamo dalla camera e a braccetto raggiungiamo la festa. Appena arriviamo molti occhi maschili ci squadrano, ma noi siamo troppo concentrate a vedere dove si trovano le nostre vittime. Individuo subito quella testa bacata del mio vichingo, ride allegramente con Dragos e Jaxon. Di Adam nessuna traccia, mi rabbuio pensando a lui, ho provato di tutto in questa settimana per tirarlo su di morale ma, con scarsi risultati. <Bersagli individuati> mi sussurra la mia amica, riportandomi alla realtà. Ci scambiamo uno sguardo complice e li raggiungiamo a passo lento. Dragos si accorge subito che li stiamo andando incontro, da una gomitata a Sven parlandoli sottovoce mentre fa una radiografia ad Alannah. Sven spalanca gli occhi, finalmente senza le sue lenti scure, sicuramente Dragos li sta descrivendo il mio abito. Guardo Sven a torso nudo come tutti gli altri uomini, ma lui spicca per i suoi simboli che ha sul corpo che lo rendono più affascinate e misterioso. La gola mi si secca, quando poso lo sguardo sul suo torace senza un filo di grasso mentre proseguo verso le gambe tornite avvolte da delle brache di pelle marrone che le fasciano alla perfezione. Alannah mi da una gomitata, riportandomi alla realtà mentre mi guarda male. Le sorrido angelica, mentre arriviamo vicino hai nostri vichinghi. <Buona sera> diciamo in coro con il viso raggiante, mentre mi avvicino a Sven e la mia amica fa lo stesso con Dragos. Loro ci guardano stupiti, visto che non abbiamo fatto altro che allontanarci da loro fin da quando li conosciamo. Sven mi appoggia la mano sulla parte bassa della mia schiena, facendomi scontrare con il suo petto mentre una scossa mi percuote per il contatto con il mio compagno. Arrossisco per il suo comportamento possessivo, non me lo sarei aspettato dopo quello che mi ha detto prima di partire dalle sacerdotesse. Lo guardo bene, sembra cambiato, ha il viso più rilassato e sorride in modo naturale non come prima che era teso in tutto quello che faceva. Sembra che si sia tolto un peso dal petto. Mi riscuoto dai miei pensieri, proprio quando Sven si piega verso il mio viso. <Astrid ti devo parlare, in privato> mi sussurra, stringendomi di più a sé. <Va bene, andiamo> gli dico mentre guardo con la coda dell'occhio Alannah che ha sussurrato la stessa cosa a Dragos, ci scambiamo un ultimo sguardo sorridendo malefiche, prima di seguire i nostri compagni. Seguo il vichingo biondo dentro la foresta, allontanandoci dal chiasso della festa. Ad un tratto Sven si ferma, voltandomi nella sua direzione. <Astrid, ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho detto. Non lo pensavo veramente, ero spaventato e...> inizia a scusarsi, ma li metto un dito sulla sua bocca carnosa zittendolo. <Shh, lo so anch'io avevo paura, ma ti perdono e devo chiederti scusa anch'io. Mi sono comportata male. > gli dico con voce mielosa e facendo finta di essere dispiaciuta. Mentre sotto, sotto sto ghignando come una matta per il nostro piano. <E' da quando te ne sei andato via settimana scorsa che sento la tua mancanza, ma sono riuscita a pensare molto su noi due> gli dico con voce sensuale appoggiando tutto il mio corpo al suo e strusciandomi in modo sexy su di lui. <Su noi due?> mi chiede mentre ingoia saliva a vuoto e con il viso spaesato. <Si, su noi due e il nostro futuro assieme> gli sussurro ad un palmo dalle sue labbra, mentre lui mi circonda la vita stringendomi più a sé. Emetto un gemito strozzato. <Quindi vuoi unirti a me?> mi dice incantato e felice come un bambino. <Si> gli dico esultante mentre li butto le braccia al collo e lo bacio con passione mentre lo spingo vicino ad un albero, con il tronco non molto grande. Continuiamo a baciarci con passione, mentre lui inizia a palparmi il culo con le sue mani divine che per poco mi fanno scordare il piano. Lo prendo per i polsi alzandoli sopra la sua testa, mentre gli mordo il labbro inferiore. <Non ti immaginavo così aggressiva piccola> mi dice con voce roca. <E non hai ancora visto niente> gli dico sorridendo mentre mi fiondo sulle sue labbra. Alzo la gamba con la giarrettiera, circondando la sua vita. Con una mano tengo i suoi polsi e con l'altra prendo le manette. Con velocità e senza farli capire le mie intenzioni lo ammanetto all'albero. Quando le chiudo con un click sonoro, Sven si stacca da me con la faccia confusa. <Astrid?> mi chiede mentre io mi stacco da lui con un sorriso malefico in volto. <Cosa c'è amoruccio?> gli dico melensa. Il vichingo biondo cerca di liberarsi dalla presa delle manette. <Liberami subito Astrid!> ringhia contro di me, ora si che si sta incazzando. <No caro, così impari a comportarti da idiota e ferirmi!> gli urlo addosso, mentre nascondo la chiave nel corpetto del vestito. Mi incammino per ritornare alla festa con un sorriso vittorioso stampato in volto. <Non penserai di lasciarmi qui tutta la notte?!> mi urla dietro quella testa bacata di un vichingo. <Oh si caro mio, a domani tesoruccio> gli schiocco un bacio e ridendo come una bambina ritorno alla festa. Appena esco dal bosco, vedo Alannah sbucare anche lei dalla vegetazione. La raggiungo mentre ci scambiamo un sorriso vittorioso. <Allora, ci è cascato come una pera cotta anche il tuo uomo?> mi chiede la mia complice sogghignando malefica. <Oh si> le dico ricambiando il ghigno. <Qui, bisogna festeggiare> annuncia Alannah prendendomi sottobraccio e trascinandomi verso il tavolo delle bevande. <Bene detto> le dico ridendo. Prendiamo un bicchiere di idromele, accostando i bicchieri e brindando. <Hai nostri burberi vichinghi> urliamo in coro mentre scoliamo tutto il contenuto del bicchiere e ridendo come matte. Questo è uno dei tanto che si susseguono, beviamo e balliamo spensierate. Soprattutto felici che la nostra vendetta sia venuta così bene. Quando sta per arrivare l'alba ci trasciniamo in camera e crolliamo come sacchi di patate sul letto addormentandoci subito, con un sorriso angelico stampato in volto.
_______________________
Salve bella gente😘
Allora, che ne dite della vendetta di Alannah e Astrid?😎😂😂😂
E' stata abbastanza diabolica?😈😈
Fatemi sapere in tanti!!🤘😎
Baci❤❤
STAI LEGGENDO
My Alpha 2 : Inside the ice
Werewolf#Secondo libro della serie My Alpha# Sven, un guerriero immortale norreno, forgiato da mille battaglie. Cresciuto insieme alla sua spada, tra i monti svedesi. Un oscuro segreto, però, lo lacera dentro. Legato alle antiche tradizioni del suo popolo...