Capitolo 22

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Sven

Mi sveglio con l'odore del bosco e della mia compagna che mi avvolge e mi coccola. Resto con gli occhi chiusi assaporando questo momento di pace, rabbrividisco appena, quando un venticello leggero si alza. Decido di alzarmi e portare la mia amata bimba nella mia stanza, visto che sta diventando più freddo. Apro gli occhi sicuro di vedere nero, ma quello che mi sconvolge è vedere la mia donna nuda abbracciata a me con un leggero broncio su quelle labbra che ho amato in un milione di modi questa sera. Rimango imbambolato, non riuscendo ancora e metabolizzare che posso vederci ancora. Sono talmente sconvolto che mi guardo attorno assorbendo tutti i minimi dettagli che mi circondano, ma soprattutto guardo la mia piccola Astrid. Assorbo ogni piccolo dettaglio, dalla voglia del Valknut che ha sul lato destro del braccio, alla curva del seno schiacciato sul mio petto. Respiro affannosamente ancora stentando a crederci, ormai mi ero rassegnato ad una vita oscura, ma è arrivata la mia piccola luce che ha stravolto tutto il mio mondo, regalandomi anche la vista che avevo perso ormai da vent'anni. La stringo di più a me mentre lei borbotta qualcosa nel sonno, strusciando il suo viso angelico sul mio petto come un gattino. Sorrido felice per questo piccolo miracolo e prometto a me stesso di non lasciarla mai andare via da me. Soprattutto non la ringrazierò mai abbastanza per avermi ridato la vista, non mi ero accorto di quanto mi mancava vedere ogni particolare che mi circondava. Mi alzo prendendola tra le mie braccia, è leggera come una piuma, subito si aggrappa a me come se avesse paura di perdermi. La trasporto dolcemente fino alla mia camera dove la adagio sul letto, coprendola con una coperta pesante e raggiungendola subito dopo abbracciandola da dietro. Con un sorriso a trentadue denti e ringraziando Odino di avermi scelto Astrid come compagna, mi addormento.

Astrid

Mi sveglio sentendo un bruciore su tutto il lato destro del corpo. Il sudore scorre a fiumi, mentre mi agito compulsivamente, sentendo le lenzuola sfregare contro la mia pelle irritata. Cosa diamine mi sta succedendo? E perché sono nella stanza di Sven? Mi lascio scappare un gemito di dolore mentre cerco di liberarmi dal bozzolo di coperte. Mi volto verso il lato destro del letto dove dovrebbe esserci quel bestione vichingo, ma non c'è nessuno. Mi ha lasciato da sola a patire le pene dell'inferno. <S-sven> sussurro tra i denti serrati per il bruciore. La porta del bagno si apre e la figura seminuda del mio vichingo fa capolino, coperto solo da un asciugamano in vita. Posso ammirare le rune che ha su tutto il lato destro del corpo, rimango incantata per un attimo scordandomi del mio dolore, ma una fitta mi sorprende facendomi lamentare. <Astrid> mi chiama con voce preoccupata e precipitandosi a liberarmi dalle lenzuola. Mi guarda preoccupato con quegli occhi di ghiaccio, ma noto che ha qualcosa di diverso come se fossero vivi per la prima volta. <Astrid> mi richiama accarezzandomi una guancia e guardandomi. Oh cazzo! Mi sta guardando veramente! <T-tu mi vedi?> gli chiedo balbettando mentre lui annuisce sorridendomi. Scoppio di felicità e lo abbraccio con foga, ma appena lo tocco la mia pelle brucia. <Ahh!! Cosa mi sta succedendo!?> gli chiedo cercando i suoi occhi cristallini. <Ti stanno comparendo le mie stesse rune su tutto il lato destro del tuo magnifico corpo. Ora sapranno tutti che sei mia.> mi dice guardando il mio corpo nudo con uno sguardo pieno di lussuria. <Cosa?> esclamo stordita mentre mi alzo e velocemente raggiungo il bagno specchiando. Per la miseria! Guardo sconvolta il mio riflesso, su tutto il lato destro si intravedono le rune e simboli sfumati che si muovono uscendo piano piano allo scoperto, facendosi sempre più vividi e neri. Il mio vichingo mi raggiunge guardando anche lui il mio riflesso, ancora non mi capacito che lui possa vederci, figuriamoci avere i suoi stessi simboli. Guardo bene il mio copro e la voglia che ho fin dalla nascita è la prima che si è fatta nera, risaltando sulla mia pelle bianca. <Perché la mia voglia è diventata nera? Non dovrebbe essere sostituita con le rune?> domando al mio compagno. Lui mi guarda con un sorrisetto e si volta mettendosi di profilo e facendomi vedere il mio stesso simbolo che spicca sul suo braccio sinistro. <Questo è il Valknut, quando eri appena nata ti ho preso in braccio e siamo stati tutti e due marchiati dal simbolo di Odino. Succede questo solo agli sciamani quando incontrano la propria compagna. Da allora vedo sprazzi di futuro attraverso i sogni...> vedo che vuole aggiungere qualcosa ma si trattiene, scuotendo la testa. Lascio perdere, visto che sono troppo sconvolta da quello che mi ha detto. <Quindi tu, in tutti questi anni, sapevi che ero la tua compagna e non mi hai detto niente?> gli chiedo abbastanza incazzata. <Si, ma volevo che te ne accorgessi tu, prima di marchiarti come un barbaro.> mi dice accarezzandomi la spalla con ancora il suo morso in bella vista. <Era meglio che me lo dicevi prima, almeno sarei stata più preparata> gli dico scuotendo la testa e staccandomi da lui per voltarmi e guardarlo in viso. <Avevo paura e non avevo accettato ancora la cosa, perdonami> mi dice prima di avvicinarsi e iniziare a baciarmi la parte dove stanno comparendo le rune. Improvvisamente il dolore scompare, sostituito da brividi di piacere. <Ora, vorrei solo prenderti mentre mi gusto il tuo corpo fantastico sotto di me, ma soprattutto voglio vederti venire, urlando il mio nome> mi dice in un sussurro roco e con gli occhi oscurati dal desiderio. Divento rossa come un peperone, non essendo abituata a questo modo di parlare, anche se dentro di me si accesa la voglia di compiacerlo in ogni modo possibile. Mi avvicino a lui, spero con sguardo sensuale <Allora prendimi> gli dico in un sussurro. Non se lo fa ripetere due volte e mi prende in braccio, portandomi in camera e appoggiandomi sul letto mentre mi bacia con una passione selvaggia. Facciamo l'amore assaporandoci e guardandoci con occhi pieni di lussuria e amore.

My Alpha 2 : Inside the iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora