06 (shelter)

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GIULIA

La mattina dopo il mio incontro con Giorgio in biblioteca, raggiunsi Arianna al bar del parco, era con altri ragazzi, tutti carini e ben vestiti.
Il clan. Così li definiva, non senza una punta di invidia, Martina.

"Ciao, Arianna, " dissi, cercandolo con gli occhi.
Giorgio non era con loro. La cosa non mi stupì, ma mi sentii ugualmente ferita e stupida per averci creduto. Non capivo le ragioni della sua reticenza, della necessità di alzare barriere. Io non ero certo una minaccia. Arianna ricambiò il saluto con uno sguardo, che ci avrei giurato, era dispiaciuto quanto il mio. La mia nuova amica ci indirizzò verso la veranda del piccolo locale, da dove si godeva una fantastica vista sul tempietto di Esculapio e dopo aver ordinato la colazione per tutti, tornò da noi. Ci sedemmo insieme, rivolgendoci sorrisi timidi, prima che Arianna ci circondasse del suo innato entusiasmo.

"Giulia, questi ragazzacci sono coloro che considero la mia famiglia." Disse Arianna con un sorriso raggiante, riportandomi con i piedi per terra. "Antonia e Filippo Falconieri, i miei cuginetti adottivi".  Sorrisi ai due fratelli che ricambiarono con gentilezza. "...E questo ragazzo fantastico è Francesco Ferrari, il fidanzato di Antonia; per me è come un fratellone." Disse, scompigliandogli i capelli scuri e strappandogli un sorriso gioioso. "Giorgio, l'hai già conosciuto fin troppo bene immagino; si scusa per non essere venuto, ma aveva già un impegno". Abbassò gli occhi imbarazzata dalla sua stessa bugia. "Io ho fissato quest'appuntamento senza tenerne conto."

Si stava scusando per lui? Perchè?

"Non preoccuparti, Arianna,Giorgio lo vedrò a lezione." Risposi, imbarazzata più di lei. Ci siamo visti ieri in biblioteca, continuai. "Immagino che non gli andasse di venire, tutto qui!" Conclusi. Sentivo gli occhi che pungevano di lacrime, ma non le avrei lasciate traboccare. Non avrei pianto per uno sconosciuto, davanti ad altri sconosciuti.  Non volevo sapessero che in fondo ci avevo sperato, perché non volevo pensare di essere talmente insignificante ai suoi occhi, da non meritare nemmeno un saluto. Mi estraniai per qualche momento, riempiendomi gli occhi del verde ancora intenso delle foglie che fremevano al leggero ponentino e del relativo silenzio che ci circondava; i miei pensieri corsero a lui, l'unico assente. I suoi occhi erano dello stesso intenso verde che mi circondava. Avrei i tanto voluto poter immergermi in quelle profondità, per scoprirne i più oscuri segreti.

"Giulia,  Giorgio non ce l'ha con te in particolare, se è questo che pensi. Il problema è che a lui non piace proprio nessuno." Intervenne Filippo, in un tentativo di alleggerire l'atmosfera. L'unica cosa che guadagnò fu una gomitata nelle costole da sua sorella. Feci finta di non vedere quel breve alterco e stentai a trattenere una risata, prima di decidere  di tagliare Giorgio fuori dai miei pensieri.

"Ora gustiamoci questa bella colazione che Arianna ci ha gentilmente offerto." Dissi. "La giornata che ci attende è piuttosto faticosa." Presi la tazza di cappuccino e iniziai a berlo lentamente, mentre vidi gli sguardi di questi ragazzi sconosciuti, illuminarsi. Passammo un'ora in allegria; era bello stare in loro compagnia, Arianna mi raccontò con molta serenità, quella che era la loro condizione di figli adottivi, della dolcezza dei loro genitori, Giovanni ed Emilia, dei pregiudizi e delle voci che giravano sul loro conto nella nostra città.

Il nome di Giorgio non saltò più fuori.

*****

Martina strabuzzò gli occhi, quando mi vide uscire dal bar insieme a loro. Sorrisi dentro di me, quando vidi arrivarmi un suo messaggio nel giro di qualche secondo.

"Allora, cosa mi racconti di loro?" Scrisse.

"Sono dei ragazzi simpatici, e molto ben educati,"  precisai.

The dark side of the moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora