18 (l'amore esiste)

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GIULIA

Mi alzai che era tardissimo, ero rimasta sveglia per molte ore ripensando a Giorgio, alla sua mano che lenta accarezzava il mio viso, alla delicatezza dei suoi gesti, al timore con il quale mi guardava, quasi avesse paura di vedermi sparire da un momento all'altro. Misi una mano sulla guancia, lì dove le sue dita avevano sostato più a lungo, lì, in quei posti dell'anima che solo lui aveva saputo trovare; dove le sensazioni sono più intense e le emozioni più forti. Nessun altro prima di lui è riuscito a scuotermi tanto profondamente.

Mi guardai allo specchio, ero diversa, mi sentivo diversa: la pelle più luminosa, gli occhi più vivi, il sorriso pronto a spuntare improvviso sulle mie labbra: questi erano segnali. Ero concretamente, totalmente, incontrovertibilmente innamorata di lui.

Mi vestii con particolare cura quella mattina; i miei occhi, un po' gonfi per la notte insonne che avevo trascorso, avevano bisogno di un momento in più. Feci degli impacchi freddi e quando fui soddisfatta del risultato, mi truccai leggermente. Pettinai i capelli per farli brillare e misi un cerchietto per tenerli indietro poi mi guardai allo specchio. Semplice, pulito, il mio aspetto era soddisfacente in fondo. Scesi le scale con poca attenzione, concentrata sui miei programmi per giornata, sulle lezioni da seguire e naturalmente su di lui, che avrei dovuto incontrare, che forse mi avrebbe sfiorato ancora con le sue dita lunghe e gentili, lui le cui labbra avrei voluto avvicinare alle mie.

"Buongiorno" una voce che conoscevo meglio di quanto pensassi mi colse impreparata rischiando di farmi ruzzolare giù dagli ultimi due gradini; la materializzazione dei miei sogni, era ai piedi della scala mentre Sora Flora lo guardava con occhi brillanti di soddisfazione.

"Giorgio" balbettai cercando di raccogliere le cose che nonostante i tentativi e gli equilibrismi erano cadute a terra. "Cosa ci fai qui?" Avevo sicuramente il volto rosso d'imbarazzo, mentre lui si chinava per aiutarmi. Il suo profumo mi invase i sensi: così intenso; speziato; profondamente maschile, forse poco adatto alla sua giovinezza, ma comunque  profondamente sensuale.

"Sono passato a prenderti, così andiamo a lezione e poi subito in biblioteca! Se... non hai già qualche altro impegno." Sembrava un pochino intimorito mentre io ero incantata dalle sue dita curate, dai jeans che si appoggiavano così bene al suo corpo, dal suo sguardo che mi fissava in attesa di una risposta che non riuscivo ancora a dargli.
Stava chiedendomi cosa volevo fare; accettare di uscire con lui o no.

Pensava forse che avessi qualche appuntamento, con Matteo, ad esempio?

Non si rendeva conto che l'unica persona con cui desideravo stare era lui?

"Se un bel giovanotto come lui venisse a prendermi, io nun ce penserei du vorte a dije de si!" La voce di Flora mi riscosse dai miei tumultuosi pensieri o dall'assenza di essi.
Giorgio aspettava una mia risposta.
"Beh ragazzì, se nun c'esci tu, ci esco io con lui!" 3La portinaia mi fece l'occhiolino ottenendo l'effetto di farmi arrossire ancora di più.

"No, nessun impegno solo studio e studio." Mi affrettai a rispondere, la voce ridotta a un soffio quasi impercettibile. Giorgio sorrise, un sorriso timido e imbarazzato, il sorriso di chi non crede veramente nelle sue potenzialità.

Un sorriso simile al mio.

Ci avviammo verso l'uscita, sotto lo sguardo bonario e dolce della mia portinaia che di storie così, nella sua intensa vita, doveva averne viste molte e s'inteneriva nel guardarci, impacciati e inesperti come ci sentivamo.

Mi voltai verso Giorgio che se ne stava in silenzio e non potei fare a meno di chiedermi cosa stesse pensando. Era sempre difficile interpretare i suoi stati d'animo, volubili e imprevedibili com'erano.
La risposta giunse inaspettata.

The dark side of the moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora