10 (esiste un posto)

131 10 26
                                    

GIULIA

Stavo asciugandomi i capelli dopo aver fatto la doccia, avevo bisogno di riflettere con calma su quanto avevo confessato ad Arianna. Accesi il computer e aprii l'e-mail. C'erano quattro messaggi: due erano di mia madre (non mi avrebbe mai scritto su whatsapp), che mi chiedeva di farle il resoconto dettagliato degli ultimi giorni; desiderava sapere come stavo, voleva capire qualcosa in più della dinamica dell'incidente che mi aveva visto coinvolta - come sempre era agitatissima, - chiedeva il numero della famiglia Leardi per ringraziare personalmente sia il dottore, sia Giorgio. Per il momento questo suo desiderio sarebbe rimasto irrealizzato.

Un altro messaggio era di una mia amica di Perugia: Luisa. Il suo scritto non conteneva nulla di eclatante, mi raccontava degli ultimi avvenimenti dalla fine della scuola e mi riportava la notizia che Alex ora stava con Melissa, una delle amiche più care che avessi in città. Sorrisi. Ero già a conoscenza di tutto, Melissa mi aveva raccontato della loro storia. Era incredibile pensare, come qualcuno che non mi aveva mai tenuto molto in considerazione, come Luisa, ora sentisse l'esigenza di parlarmi, probabilmente più per invidia che per reale interesse; nominare Alex era stato un colpo basso (almeno era ciò che lei credeva di fare).

L'ultimo messaggio era di qualcuno che non mi sarei mai aspettata di sentire. Matteo, che non aveva il mio nuovo numero, mi chiedeva se il prossimo fine settimana sarei tornata a casa da mio padre; gli sarebbe piaciuto molto vedermi, magari andare a mangiare una pizza insieme. Mi raccontava di essere stato a Firenze per far visita a sua sorella e a suo cognato, mi raccontava della nipotina appena nata. Matteo era così, spontaneo e solare, totalmente diverso da Giorgio. Sorrisi allo schermo, mi avrebbe fatto molto piacere rivederlo e magari andare in pizzeria con lui. Era un amico, ed io ne avevo così pochi.

Risposi

Sì, probabilmente questa settimana sarò di ritorno a casa, devo tranquillizzare mio padre sul mio stato di salute! E si, vada per una pizza insieme.

Pensai al suo sorriso sensuale e sentii un brivido percorrermi la schiena. Lui mi attraeva fisicamente, ed ero certa di essere ricambiata, ma sapevo altresì che tutto si fermava li, alla semplice attrazione. Non potevo offrirgli nulla di più della mia amicizia, tanto meno ora, che due intensi occhi verdi riempivano ogni angolo della mia mente.
Stavo per premere il tasto invio quando il cellulare prese a squillare.

"Pronto?" dissi con tono leggermente inquisitorio. Il numero era sconosciuto.

"Pronto Giulia." Era una voce, roca e dolcissima, che riconobbi facilmente.

Troppo facilmente.

Mi cedettero le gambe e dovetti sedermi sul letto.

"Sono Giorgio." disse semplicemente.

"Ciao Giorgio, tutto bene?" cercai di sembrare disinvolta, ma non ci riuscii. Mi chiese quello che voleva senza fare troppi giri di parole.

"Ti andrebbe di venire a cena sabato sera... a casa mia?" La frase era stata pronunciata tutta d'un fiato. Era imbarazzato. La cosa mi rassicurò, non ero la sola a provare imbarazzo allora.

"Sì,mi farebbe piacere," risposi sussurrando, mi mancava la voce. Sarei dovuta tornare a casa, ma non mi sarei persa una cena da Giorgio per niente al mondo, nemmeno per mio padre e tanto meno per Matteo.

"Bene" il tono cambiò, sembrava più sereno.

Era sollievo?

"Come sai sono ancora convalescente, e non potrò venire a prenderti, ma se per te non è un problema, passeranno a prenderti Arianna e Filippo".

"Non far scomodare i ragazzi, vi raggiungo io." Non volevo che fossero costretti a riaccompagnarmi a casa a fine serata.

"Assolutamente no. Giulia, non è il caso di prendere la metro di notte, non si sa mai che incontri potresti fare e io non mi sentirei tranquillo a saperti in giro da sola." Sembrava incredibilmente serio. "Inoltre, da gentiluomo, quale sono, non lascerei che una ragazza si aggirasse per strade sconosciute senza una scorta." Ridacchiò e lo stesso feci io.

"Va bene gentiluomo, a sabato, allora." Forse stavo cedendo troppo facilmente, ma la sua chiamata mi aveva totalmente spiazzata.

"Sì, a sabato." L'ultima frase fu pronunciata quasi in un sussurro, poi chiuse la chiamata lasciandomi totalmente sconvolta.

Mi stesi sul letto, ormai senza fiato, mi ero quasi dimenticata di respirare durante la breve telefonata di Giorgio. I piani erano dunque cambiati, avrei dovuto riscrivere la mail a Matteo.
Sentii bussare leggermente alla porta. Angela era passata a trovarmi.

"Ti vedo bene" mi disse sorridendo e accomodandosi sul mio letto. "Anche la tua faccia sta migliorando. A questo proposito, che ne dici di uscire sabato sera a cena per festeggiare la tua guarigione?"

No, un altro invito, ma possibile che si fossero tutti coalizzati!

"Siamo tutti noi, puoi portare un amico... se vuoi." Continuò. Il suo sorriso era malizioso, il mio impacciato.

"Sabato non posso," dissi abbassando gli occhi imbarazzata da quanto stavo per dirle. "Giorgio Leardi mi ha invitata a cena a casa sua." Arrossii violentemente.

"COSA! ti ha invitata? È fantastico! Quando lo saprà Martina morirà di invidia. Per un anno ha tentato di strappargli un invito, poi arrivi tu... ed eccoti, salvata da un incidente potenzialmente mortale e invitata fuori a cena." Sorrideva e mi stringeva le mani, era evidentemente felice per me. Angie era veramente una buona amica.

"Non mi ha invitata fuori, sono a cena dai suoi, a casa sua."

"Oddio, anche meglio, ti vuol far conoscere la sua famiglia." Angela era eccitata dalla notizia, io invece ero perplessa e preoccupata da questa improvvisa apertura. "Ti piace, vero?" La sua domanda mi ridestó dai miei pensieri. Io arrossii ancora, ma non risposi. "Beh, come potrebbe non piacerti, Giorgio è proprio bello, complicato, certo, ma indubbiamente bello." Concluse al posto mio.

"Non mi piace perché è bello, non solo almeno." Abbassai gli occhi per nascondere l'imbarazzo. "La realtà è che lui m'intriga, il suo comportamento mi affascina, sa essere brusco e al contempo dolce e capace di gesti di infinita generosità." Confessai. "Però è così lunatico!" Angela mi guardò mettendomi una mano consolatoria sulla spalla.

"Vediamoci venerdì, non t'impedirei mai di andare a cena con il ragazzo che ti piace." Continuammo a parlare per tutta la sera fino a che, esauste ci addormentammo. Mi svegliai per la luce del computer rimasto acceso. Non avevo ancora risposto a Matteo.

Ciao Matteo, purtroppo questa settimana non farò ritorno a casa. Sono molto impegnata con gli studi; l'incidente mi ha fatto perdere giorni preziosi, ci vedremo la prossima volta. Salutami Lucio. Un abbraccio, Giulia.

Premetti invio e mi riaddormentai, sognando gli occhi verdi di Giorgio, contrapposti a quelli scuri di Matteo: la foresta e la notte.

****

Il giorno dopo, la notizia della mia cena con i Leardi si era estesa al mio piccolo gruppo di amici. Angie aveva ragione, Martina sembrava veramente verde d'invidia. Mi raccontò a raffica pettegolezzi su pettegolezzi, per lo più cattivi, sulla famiglia Leardi. Mi voleva rovinare il piacere della cena, ma non ce l'avrebbe fatta. Nulla avrebbe rovinato la gioia perfetta che provavo in quel momento. Raccontai ai miei amici del coraggio di Giorgio e della dolcezza dei suoi familiari. Volevo che sapessero quale ingiustizia stavano subendo quei ragazzi a causa di chiacchiere infondate messe in giro da persone che non li conoscevano; volevo che li guardassero come amici, non come strane creature di un altro pianeta.

"...Leardi, non è il vero cognome di Giorgio e Arianna, sai Giulia, pare che siano stati adottati che erano ormai grandi, non so, si dice che il loro passato sia oscuro!" Martina continuava a blaterare ma ormai non l'ascoltavo più, Giorgio, pallido e bellissimo si stava avvicinando a noi.

Tiromancino _Esiste un posto

The dark side of the moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora