23 (goodbye my lover)

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GIULIA

Scappai via da Giorgio, dalle sue parole dure, dal ricordo dei suoi baci ardenti ancora impressi sulla mia pelle. Scappai senza voltarmi indietro. Scappai per arrivare il più in fretta possibile nella mia stanza, in cerca del silenzio necessario per poter ascoltare i miei pensieri tumultuosi, il battito del mio cuore, il suono delle mie lacrime.

Giorgio ed io ci eravamo baciati, annusati, divorati. Avevamo condiviso i nostri respiri, sincronizzato i battiti furiosi di nostri cuori. Giorgio ed io eravamo stati vicini più di quanto non fossimo mai stati nei pochi mesi della nostra conoscenza.
Chiusi gli occhi offuscati dalle lacrime, mentre con la mente ripercorrevo i momenti intensi appena trascorsi. Istanti bellissimi che lui era riuscito a distruggere con una sola semplice frase. Toccai le mie labbra che sapevano ancora di lui, della sua bocca, della delicatezza dei suoi tocchi; il suo sapore, il suo profumo... tutto il mio corpo era impregnato di lui.

"...niente più di questo".

Quella frase tornò a torturarmi scavando un vuoto nel mio petto, risucchiandomi in una voragine oscura; la stessa oscurità di cui era impregnato, la stessa oscurità da cui talvolta tentava di mettermi in guardia.

"...niente più di questo".

Tradotto: sono attratto dal tuo corpo, ma non sperare di avere il mio cuore!

"...niente più di questo".

Per lui ero un interessante giocattolo, ecco cos'ero. Un mondo nuovo e inesplorato, qualcosa da conquistare ed accantonare.

Cosa ne sarebbe stato di me quando si sarebbe stancato?

Mi avrebbe accantonato senza pensarci?

Perché, perché, perché!

Perché i sogni svaniscono a mezzanotte e la mia mezzanotte era arrivata con quella frase, con la durezza nel suo tono, con la freddezza del suo sguardo.

Perché!

Perché lui non è in grado di amare, perché è pericoloso, perché è oscuro.

Eppure...

Eppure i suoi gesti erano stati dolci, teneri, appassionati; i suoi baci così intensi e caldi e la sua musica... Dio, pensare che avesse suonato soltanto per me mi faceva provare delle emozioni che non riuscivo a codificare, tanto erano profonde. Attrazione, repulsione, contraddizioni, timidezza, sfacciataggine, durezza, dolcezza infinita: Giorgio era tutto questo e molto di più.
Giorgio, caleidoscopico e mutevole.
Giorgio, instabile e duro.
Giorgio, freddo e distaccato.
Giorgio, sensibile e tenero.
Giorgio, la persona di cui mi ero innamorata.

Le lacrime, che prima scendevano silenziose, divennero un torrente in piena, il dolore si trasformò in singhiozzi mozzandomi il respiro. Angela, allarmata, entrò senza bussare nel mio appartamento di cui aveva la chiave, seguita da Flavio che da un po' di tempo passava tutte le notti da lei.

Li sentivo fare l'amore, silenziosamente, ma non abbastanza da riuscire ad ignorali; le pareti tra gli appartamenti erano troppo sottili e le nostre stanze combaciavano.

Da un po' di tempo, quando li sentivo godere l'uno tra le braccia dell'altra, mi sorprendevo a immaginare che con me ci fosse Giorgio; immaginavo la bellezza del suo corpo nudo stretto al mio, immaginavo i suoi baci, le sue carezze, i nostri sospiri eccitati, il desiderio di fondersi in un solo corpo.

E allora anch'io sentivo il mio corpo risvegliarsi, illanguidirsi, inumidirsi; e allora anch'io tentavo di darmi quel piacere che potevo soltanto immaginare.

Immaginando che lui fosse con me.

"...niente più di questo".

Quei pensieri, la stupidità dei miei gesti, la fiducia che aveva saputo seminare nel mio cuore, raddoppiarono il mio dolore e i singhiozzi uscirono sempre più veloci.

The dark side of the moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora