14 (shiver)

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GIULIA

Giorgio si era allontanato in fretta, una sola occhiata mi era bastata per capire che aveva indossato di nuovo la sua armatura. Lo sguardo distante, il tono di voce freddo, quando mi comunicò che mi avrebbe aspettato in biblioteca. Desideravo raggiungerlo al più presto, ma la curiosità di sapere come e quando Giorgio e Matteo si fossero conosciuti mi divorava. Avevo intuito fin troppo chiaramente che tra i due doveva essere successo qualcosa di serio. Il mio amico non era mai stato bravo a nascondere i suoi sentimenti, tanto meno il rancore; ed ero certa che Matteo provasse davvero una rabbia a stenti repressa nei confronti di Giorgio. Non so perché non me ne stupii, anch'io avevo fatto i conti con il lato peggiore del suo carattere, sapevo che se solo avesse voluto, Giorgio sarebbe stato capace di indisporre persino un santo. Mi concessi un attimo per guardare Matteo, stupendomi ancora una volta dell'istintiva attrazione che provavo per il suo corpo muscoloso e snello al tempo stesso. Se Giorgio colpiva la mia mente e stimolava i miei sensi, Matteo eccitava la parte più viscerale di me.

Era bello, decisamente ed illegalmente bello.

Mi sentivo in soggezione nei suoi confronti, mi sentivo inquieta. Matteo mi fissò con i suoi occhi scuri mentre una ciocca di capelli cadde indolente sulla sua fronte, mi sentivo sotto esame e non ero certa di passarlo.

"Come stai, Giulia?" la sua voce roca fece scaldare le mie guance mentre le dita calde che accarezzava la piccola cicatrice che avevo ancora sul labbro, le mandarono letteralmente a fuoco. Mi ritrassi irrigidendomi. Non ero pronta alle emozioni che riusciva a farmi esplodere dentro. Dopo quel nostro unico, tenero bacio, non c'era stata più nessuna intimità tra noi; anche quella sera, a cena a casa di mio padre, si era limitato solo a qualche battuta simpatica. Nessun tocco, nessun abbraccio. Il mio amico mi guardò ficcando i suoi occhi nei miei con intensità. "Tuo padre mi ha detto che hai avuto un incidente, era terrorizzato, si sentiva tremendamente in colpa per non essere riuscito a venire subito da te. Mi sono preoccupato anch'io, volevo sapere come stavi." Alzai un sopracciglio con aria dubbiosa, erano passate già due settimane dall'incidente. "Ti trovo bene, niente ferite gravi e... sei davvero bellissima!" La sua voce era una carezza, quasi un sussurro colmo di desideri inespressi. "Ti sei fatta una donna, ormai!" Un'altra carezza sfiorò la mia guancia.

Qualcosa nel suo gesto mi fece rabbrividire, e non di desiderio; una sottile inquietudine tormentò il mio animo, mentre provai a eludere l'ultima parte della frase concentrandomi sulla realtà dei fatti.

"Cioè, fammi capire, non ci vediamo da due mesi e tu, improvvisamente, due settimane dopo l'incidente, ti precipiti qui?" Il mio tono era colmo di sarcasmo.

"Beh, gli amici fanno così" rispose bypassando totalmente la mia affermazione e il mio tono. Sorrideva.

"Gli amici non scompaiono per anni, gli amici si fanno sentire, mandano messaggi, chiamano al telefono, s'incontrano... qualche volta." Dopo il nostro bacio, Matteo non mi aveva più cercata, a parte qualche messaggio nei mesi successivi e quando, l'estate dopo ero tornata in paese, lui era già insieme una ragazzina della sua classe.

Non mi aveva più degnata di uno sguardo. E adesso, eccolo qui, a parlare della nostra passata amicizia.

"Sinceramente, Matteo, come mai sei qui?" Chiesi dando sfogo alla mia curiosità. Lui mi guardò serio.

"Ero preoccupato per te." Disse infine, con uno sguardo serio e sincero.

"Perché? Perché proprio ora. Perché improvvisamente ti sei ricordato di preoccuparti per me e per la nostra amicizia?" Continuavo a non capire il perché della presenza destabilizzante di Matteo Berardi a Roma.

"Voglio di nuovo far parte della tua vita, Giulia, l'ho capito non appena ti ho rivista , la volta scorsa, a cena da tuo padre. " Mi fissò con lo uno sguardo dolce e carico di desideri inespressi, poi spostò lentamente una ciocca sfuggita alla mia crocchia, mettendola dietro un orecchio. "Tu mi piaci, Giulia. Mi piaci tanto" Sentii il cuore accelerare la sua corsa. "Io non voglio esserti solo amico, dovresti averlo capito!" La rivelazione mi lasciò senza parole e lui approfittò di questo momento di distrazione per avvicinarsi ancora di più e prendermi il volto tra le mani, le sue labbra pericolosamente vicine alle mie... "Riccardo ha raccontato a mio padre che è stato quel bastardo di  Leardi a salvarti." Sentivo il disprezzo per Giorgio aumentare e la sua  voce farsi aspra. La mia curiosità si riaccese.

Perché Matteo ce l'aveva tanto con lui?

"Stai lontana da Leardi!" mi disse, fissandomi negli occhi con voce serissima. "Quel ragazzo è pericoloso!" Mi liberai dalla stretta delle sue mani, mentre una nuova rabbia mi agitava il cuore e l'anima.

"Tu non sai nulla di lui!" lo difesi, difesi il mio povero amico dagli occhi color bosco. "Se non fosse stato per lui, ora forse sarei morta." Dissi queste parole con un'enfasi che non scalfì affatto l'espressione6 determinata di Matteo.

"Giulia, sei tu a non sapere nulla di lui. Te lo ripeto, Giorgio Leardi è molto pericoloso." Sembrava serio, troppo serio per essere solo in preda ad un attacco di gelosia. "Ha quasi ucciso un mio amico due anni fa, lo ha picchiato selvaggiamente; ci sono volute tre persone per fermarlo. Era come impazzito!" Mi fissò negli occhi, voleva che capissi che non stava mentendo.

"Ci deve essere una ragione..." Dissi convinta. "Giorgio sa essere indisponente come pochi, ma sinceramente non ce lo vedo commettere un simile atto senza una causa scatenante." Matteo abbassò lo sguardo. "Allora, cosa è successo? Cosa ha scatenato la sua furia?" Alzai un sopracciglio attendendo la sua risposta.

"Qualcuno si è preso delle libertà con Arianna." confessò infine.

"Ecco, lo sapevo!" Il mio amico mi guardò come se fossi impazzita.

"Tu lo giustifichi? Tu giustifichi un comportamento violento? La Giulia che ricordavo rifiutava ogni forma di violenza." Fui colpita da questa frase fin troppo vera.

Stavo giustificando Giorgio? Sarei stata disposta a stare accanto ad una persona pericolosa?

"Pericolosa, non cattiva," mi ripetei per tranquillizzarmi.

"Matteo, io voglio sentire anche la sua versione, dopo ciò che Giorgio ha fatto per me gli devo un po' di fiducia, non credi?" affermai convinta, fissandolo negli occhi.

"Fai un po' come ti pare. Però non dire di non essere stata avvertita." Si girò per andarsene poi si fermò rimanendo di spalle. "Se avessi bisogno di me, non esitare a chiamarmi." Le ultime parole del mio amico erano dense di angoscia. Matteo era davvero preoccupato.

"Torno a casa a fine mese, magari organizziamo quella cena..."

"Certo, certo. Ci vediamo per allora, ma mi raccomando, pensa seriamente a ciò che ti ho detto." Non si voltò più, ma si allontanò da me con le spalle curvate dal peso di una profonda sofferenza. Girai la schiena al mio amico e mi diressi verso la biblioteca, c'era qualcuno che mi doveva delle spiegazioni. Sperai ardentemente che volesse raccontarmi la sua versione.




Coldplay _Shiver

The dark side of the moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora