01. Il piacere è tutto mio

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L y d i a 

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 "Ed è per questo che..." cercò di concludere la professoressa che venne, per fortuna, bloccata dal suono squillante della campanella.

La donna roteò gli occhi al cielo e portò i suoi libri all'interno della valigetta, lo stesso facemmo noi studenti con il nostro materiale didattico, scaraventando sia libri che astucci all'interno degli zaini.

Si era finalmente conclusa un'altra settimana scolastica, per esattezza la più stressante ed impegnativa da quando era iniziata la scuola. Le lezioni erano ricominciate soltanto da un misero mese.

Uscii per ultima, seguita dallo sguardo attento della professoressa che sotto ai suoi occhiali tondi e spessi, scrutava ogni studente da capo a piedi.

Una volta raggiunto il mio armadietto, svuotai lo zaino per poi riempirlo nuovamente con libri e quaderni che mi sarebbero serviti per studiare durante il fine settimana.

Quando richiusi bruscamente l'anta dell'armadietto, al posto di quest'ultima comparve l'espressione divertita della mia migliore amica, Adele.

"Pronta per una giornata ma soprattutto una serata all'insegna del divertimento?" domandò entusiasta.

Lo ero eccome. Avevo atteso quel momento da mesi; la festa di inizio anno scolastico era per gli studenti il momento di massime aspettative. Nuove conoscenze, nuovi obiettivi. Per l'occasione avevo acquistato un abito a dir poco stupendo, costatomi un occhio della fortuna.

"Ovvio che lo sono" risposi sorridente.

"Bene. Vieni, andiamo, papà ci starà aspettando"

Mi afferrò per un braccio, dandomi solo il tempo di chiudere l'armadietto e mi trascinò fuori dall'istituto. Ci bloccammo sulle scale che davano sul cortile e sul parcheggio; Adele portò una mano sulla fronte per coprire gli occhi dai raggi del sole che non le permettevano di vedere bene. Quando intravide la macchina di suo padre corse giù per le scale con me al seguito.

"Adele, sei sicura che non sia un problema per i tuoi? Non sono mai stata a casa tua e..." ma non mi lasciò finire la frase.

"Ne ho parlato con entrambi. A loro sta bene. Credo che sia arrivato il momento di farti visitare casa mia, non credi?" chiese retorica.

Io ed Adele abbiamo legato sin dal primo momento del primo giorno di liceo. Durante il secondo anno mi raccontò, con mio grande stupore, molti particolari della sua famiglia, senza badate ai pregiudizi. Questo le fece onore.

Mi raccontò di come i genitori litigassero ogni due per tre, del fatto che non dormivano più insieme da anni e che il loro, anche se non volevano ammetterlo, era a tutti gli effetti una separazione in casa. Per Adele, i suoi genitori avevano deciso di non divorziare definitivamente solo ed esclusivamente per il suo bene, non prendendo in considerazione il fatto che litigare tutti i giorno o non parlarsi per settimana risultava ancor più straziante per Adele rispetto al divorzio.

La mia amica non aveva mai avuto il coraggio di invitarmi a casa sua, nonostante fosse rimasta a dormire nella mia molte volte. Non gliene diedi una colpa, in fin dei conti determinate scelte spettavano solo ed esclusivamente a lei.

"D'accordo, se ne sei convinta" bisbigliai più a me stessa che a lei.

Non volevo sentirmi un doppio peso e non volevo si sentisse in imbarazzo in mia presenza. Non avrei giudicato, qualsiasi cosa avessi visto o udito in quella casa durante il fine settimana.

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