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Era difronte a me, lo sentivo respirare, sentivo il suo cuore frenetico correre insieme al mio. Non era una visione. Lo aspettavo da due mesi. Chiusi gli occhi per accertarmi che riaprendoli lo avrei ritrovato lì. E quando lì aprii sentendo la sua voce confermarmi che era così, sentivo le gambe cedermi, ed una lacrima solcare le mie guance.

Non riuscivo a parlare. Come se la mia voce fosse stata nascosta in qualche posto remoto nel mio corpo.
Mi attirò a se, sentendo invadermi dal suo calore, avvolgendomi come un mantello di tutte quelle sensazioni che mi erano mancate, bloccandomi il respiro, perché lui era il mio ossigeno.

Intrecciò le dita dietro la mia nuca, per poi prendermi il volto tra le mani.
"Sono qui, non piangere" mi rassicurò, scacciando con il pollice la lacrima ormai secca, soffiando quelle parole sulle mie labbra dischiuse, mentre la luce del tramonto illuminava la stanza, rendendo i suoi occhi pozzi che brillavano. Una magia, in cui mi lasciavo perdere.

Allacciai le braccia intorno al suo collo, ammirando il suo volto, riprendere colore

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Allacciai le braccia intorno al suo collo, ammirando il suo volto, riprendere colore. Poggiò un palmo sul cornicione, ed una mano a stringermi il fianco delicatamente, attirandomi più vicina a lui.
"Mi sei mancato" rivelai in un sussurro appena udibile.

"Non puoi capire quanto sei mancata a me" replicò dolce, salendo con la mano, fino alle labbra, tracciandone il contorno con il dito. Chiusi gli occhi, spostando la testa di lato. Quando si fermò li riaprii lentamente, osservando come mi scrutava affascinato.
Presi il palmo della sua mano, portandomelo sulla guancia, baciandogli le nocche lievemente.

"Dio se ti amo" disse roco, facendo scattare in me quelle molle che solo lui sapeva far muovere. Mi sentii attraversare da un brivido. Voglia di sentirlo. Avevo aspettato troppo.

"Ti amo James" gli dissi di rimando, quando mi prese la nuca, attirandomi verso il suo viso, poggiando avidamente le sue labbra carnose sulle mia. Sentivo la barba cresciuta solleticarmi il mento, mentre le sue mani, correvano sulla mia schiena.
Le lingue si amavano con passione, irruenza, facendo crescere in me la voglia smisurata di lui.

Insinuò una mano sotto la camicetta, sentendo che non portavo il reggiseno, emettendo un sospiro pesante, per poi ritrarla, strappandola davanti. Avvertii il rumore dei bottoni cadere sparpagliati per terra, rotolando fin sotto i mobili.
Scese con la bocca a baciarmi il mento, leccando dolcemente il collo, arrivando fino ai seni. Strinse un capezzolo in una mano e torturandomi l'altro con la lingua. Inarcai la schiena, spalancando la bocca, ansimando, fin quasi a piangere. Mi era mancato al tal punto da poter gioire di un suo tocco ancora.

Sganciò la zip dei Jeans, infilando la mano dentro, scostandomi le mutandine. Strusciò il palmo aperto sulle labbra umide e gonfie per la voglia. Mi mossi sotto il suo tocco, volendo di più.

Quando un bussare continuo alla porta, c'interruppe. Staccandoci imbarazzati. Se fossero entrati non sarebbe stato un momento divertente ma sicuramente epico.

Mi agganciai di fretta i Jeans. Sentendo dire da James
"Un attimo" guardandomi ancora eccitato come me. Emise una risata, mordendosi il labbro, guardandomi ancora con quello scintillio voglioso.
Cazzo quanto era bello.

Presi una maglia da un cassetto infilandomela di fretta, uscendo i capelli fuori, che erano rimasti dentro.

Andai ad aprire la porta, sventolandomi una mano davanti per l'aria accaldata che avevo. Sentivo le guance andare in fiamme. Portandomi una ciocca dietro l'orecchio. Vidii una Katy ed un Kevin dietro, che si fiondarono verso James sorpassandomi.

"Grazie. Buongiorno anche a voi" esclamai, vedendo Katy girarsi verso la mia parte, ammonendomi con la mano, scoppiando a ridere.

"Lo sai che ci è mancato da impazzire. Buongiorno tesoro" venne verso di me, scoccandomi un bacio sulla guancia, tirandomi una gomitata, indicandomi il viso. Mi coprii con le mani per la vergogna, annuendo. Sentendola esultare.
Da quando si era rimessa con Kevin si vedevano solo per cena. Ormai vivevano in quella camera, e dio solo sa in che condizioni si trovava. Ma ero troppo contenta per loro.

"My Sugar" Kevin venne a tirarmi un buffetto sul naso che arricciai.

"Ci devi dire tutto" asserì Katy, guardandolo. Vedendo James annuire.

"Vi racconterò tutto dopo. Ero stato trasferito al carcere di Kansas, e quindi arrivare qui non è stato difficile, avevo conservato il biglietto di Josh, sulla via di casa sua. Non ho avuto notizie di voi come voi di me, ma vedere che state tutti bene, cazzo è la cosa migliore che potessi aspettarmi. Vedere Cindy sopratutto" si girò con lo sguardo dalla mia parte, vedendo pozzi di puro fuoco ardente, desiderosi di possedermi.

Lo guardai mordendomi il labbro, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, abbassando lo sguardo.

"Immaginiamo" affermò Kevin con un sorriso sornione, ricevendo una gomitata da Katy.

"Se non vi dispiace vorrei andare a fare un giro con Cindy" intervenne James, ricevendo un acconsentimento da parte loro.
Uscirono dalla stanza, quando Katy si voltò verso di me.
"Ci vediamo per cena?" Chiese, scrutandomi il volto, mentre mi voltai verso James che guardava fuori dalla finestra, girandosi piano verso il mio sguardo.
Per riportarlo su quello di Katy, limitandomi ad un'alzata di spalle, vedendola ridere, seguendo Kevin in camera.

Richiusi la porta appoggiandomi con la schiena contro di essa, sorridendo in direzione di James. Quando si avvicinò prendendomi la mano.
"Prendiamo la macchina di Daniel. Voglio fare un giro con te" rivelò, baciandomi i polpastrelli della mano delicatamente.

Annuii lasciandomi guidare, fino al pianerottolo.
Gettai un'occhiata verso la sala, vedendo Daniel a sedere sul divano, con la testa china. Quando spostò la testa di lato, incrociando i miei occhi, deglutendo, riportando l'attenzione verso James.
"Daniel prendo la macchina" affermò, prendendo le chiavi da sopra il mobile intarsiato, vedendo solo un cenno con la mano come per dire che andava bene.

Improvvisamente mi sentii un macigno sullo stomaco. Non sapevo se dirgli o meno del bacio senza significato tra me e Daniel. La ragione diceva no, il cuore diceva di essere sincera.
Ma non riuscivo. Ora che era tornato, non riuscivo ad allontanarlo da me, la paura di perderlo mi stringeva il cuore in una morsa, frantumandolo, facendo rimanere un guscio vuoto e senza senso, il guscio di qualcosa che non batte più.

Mi venne ad aprire la portiera della macchina, sedendomi. Quando si accomodò pure lui, innestò la prima, guardandomi.
"Mi era mancato guidare, ed avere di fianco a me una perla rara" constatò divertito, sorridendomi.

"Anche a me, vedere guidare un uomo misterioso" affermai, mettendo la mano sulla sua che era sopra la marcia, seguendo i suoi cambi, per ridere insieme.

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