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Avevo lasciato l'ospedale, tornando a casa con Daniel. Non avevamo spiccicato parola durante il tragitto del ritorno, ed il volante era diventato il suo appiglio, ed il suo sacco da box dove sfogarsi.

La serratura scattò, ed entrai, lasciando che Daniel la richiudesse con un tonfo pesante che rimbombò tra le piccole e fragili mura.
"Mi spieghi che hai?" Mi voltai verso di lui, che alzò lo sguardo gelido sul mio alterato, ridendo in modo debole e amaro.

"Non credo che debba rendere conto a te, se James può o meno, vedere mio padre. Hai fatto credere ben altro con le tue parole" rincarai severa e rigida, come la mia postura e la sua, dove tenne una mano nella tasca del jeans nero ed una dietro alla nuca, socchiudendo gli occhi come se avesse un torcicollo.

"Ciò che non capisci Cindy è che noi abbiamo avuto ben altro. È vero non ti sei spinta oltre, ma se lo avessi fatto? Che gli avresti raccontato?" Mi domandò a raffica avvicinandosi, mentre arretrai sbattendo al muro per le sue domande a cui non avevo risposte sensate o da formulare sul momento. E la sua mano destra finì dritta sul muro, con il palmo aperto ed un tonfo sordo sulla carta da parati turchese e rosa cipria. Era di fronte a me, ed uno sguardo duro e desideroso. Riempiva i miei occhi che non avevano forma e colore al momento.

"Non mi sarei spinta oltre, lo sai benissimo. Io ti voglio bene Daniel, sono attratta, ma..." mi fermai per fargli intendere con quelle parole fievoli, che non c'era altro.

"Ma James, ti scopa meglio? È questo il tuo ma. Sempre e solo James. Ma lui non c'era quando ne avevi bisogno. Ho accantonato il mio lavoro per starti accanto" ripeté più duro, mentre volevo scivolare via da quel muro che mi stava soffocando, e privando l'aria necessaria.

"No! Il Ma, è perché lo amo. Lo amo anche se mi ha abbandonata, lo amo, e non c'è una ragione logica. Il mio cuore ha scelto. Non puoi rinfacciarmi del tuo lavoro. Se una cosa la fai, falla con il cuore o non la fare proprio. Visto che me lo stai rinfacciando" lo spintonai in modo brusco, togliendomi da il suo corpo che mi premeva contro la parete ed udii la sua risata amara.
Chi era questo Daniel?! Non lo riconoscevo.

"Hai ragione Cindy. Sono stato stupido io a credere che tu ti potessi lasciar andare, che potessi donarmi il tuo cuore perché del tuo corpo non m'importa. Ma va bene così. Non hai niente da spartire con me. Partirò stasera. Per qualsiasi cosa ci sarò, sempre e comunque. Non posso farmi ancora più male di quanto già non mi sia fatto" mi comunicò quelle parole piene di rabbia e di sconfitta. Angoscia.

Gli andai in contro, allacciando le mie braccia al suo collo, e le sue mani mi diedero leggere carezze sulla schiena.
"Mi dispiace Daniel" rivelai carezzevole e dispiaciuta. Avrei dovuto allontanarlo subito. Non ci ero riuscita. Non c'è sempre un motivo a tutto.

"Lo so" fu la sua risposta, soffiata sopra i miei capelli dove vi lasciò un leggero bacio, intriso di affetto.

Andai su, per prepararmi alla visione di James, ed a cosa avrebbe detto. Non sapevo ancora come dirglielo, ma era giusto lo sapesse. Sarebbe venuto semplice sul momento, o forse troppo difficile. Non volevo fasciarmi la testa con mille domande. Volevo essere semplicemente io e lui, in un posto che per me contava. Ci speravo che l'avrebbe trovata la meta per arrivare a me. Se mi conosceva davvero sapeva dove mi avrebbe trovata quella sera stessa.
Mi misi un vestito leggero bianco di chiffon. Avvertivo un po' di nausea, ma era una cosa normale.
Avrei preso un Taxi che mi conducesse lì. Sarei partita ora o non sarei arrivata in tempo per ciò che era nei miei piani.

Scesi giù e la scala scricchiolò sotto il mio peso. Adesso ne conservava due di pesi da mantenere, anche se era solo un piccolo puntino dolce e intrinseco di amore sconfinato.
Quell'amore che avrei portato alla luce del sole, per splendere e renderlo etereo, vero, puro come solo un'essere innocente sa essere. Ci avrebbe insegnato ad amare di più, a rendere il valore dei sentimenti più importante di qualsiasi altro bene materiale. Ciò che mi aveva insegnato mio padre l'avrei insegnato a mia figlia. Speravo fosse una femmina, ma anche un dolce maschietto. Qualsiasi cosa, pur di stringerlo tra le mie braccia e vedere i pozzi di James limpidi. Sarebbe stato contento? Lo temevo. Temevo molte cose, ma nella vita avevo imparato ad essere forte. Solo sulle forze puoi contare, non perdere mai la voglia di vivere ed andare sempre avanti. Perché oggi esce una nuvola ma domani ci sarà un sole speciale, che ti riscalderà le ossa ed il cuore, che finché batte è prezioso.

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