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Il silenzio in macchina era agghiacciante. Non riuscivamo neanche a scambiarci un'occhiata per sbaglio, e non ne avevo voglia. Mi sentivo vuota. Il dolore che stavo provando era troppo da sopportare per il mio cuore. Si muoveva frenetico e senza darsi pace, smuovendomi l'anima prosciugata di ogni emozione. Sentivo solo sofferenza. Mi toccai il collo, sentendo il ciondolo che mi aveva regalato James, stringendolo nel pugno della mano. L'unica cosa che mi sarebbe rimasta di lui, e flash di noi si ripetevano prepotenti, come a ricordarmi che lui non sarebbe mai stato cancellato, né dal cuore né dalla mente. Sarebbe stato difficile, quasi impossibile, immaginarmi da sola senza di lui. Aveva stravolto il corso della mia vita. Nel bene e nel male, tra dolori e sofferenze, tra gioia e amore che bruciava come fuoco nelle vene, lui era il mio tutto. L'unico che avrei amato, l'unico corpo che avrei bramato di avere dentro di me a riempirmi. Mentre ora, non sarebbe più accaduto. Spazzato via da un'amara bugia, a cui ha voluto credere, o non voleva vedere con gli occhi ciechi di rabbia. Era acqua nel deserto, ed ora era tutto prosciugato, lasciandomi arida.

Il poliziotto ci lasciò davanti casa di Sarah, scendendo in religioso silenzio, mentre vidii una Katy spalancare la porta del porticato, scendendo gli scalini, correndomi incontro.
"Cindy, oddio Cindy. Sei viva, stai bene, sei qui" mi toccò il viso, le spalle, con prepotenza e urgenza di assicurarsi che ero davvero io e che non stava immaginando tutto, abbracciandomi forte, mentre mi lasciai andare ad un pianto senza precedenti. Quando mi scostò, prendendomi il viso tra le mani calde.

"Ehi. Che hai? È finito tutto, non sei contenta?" Chiese melensa, mentre annuii debolmente.

"Si. Mi...mi ha...lasciata" cacciai fuori a fatica quelle parole, vedendola spalancare la bocca, portandosi una mano sul cuore. Provò a dire qualcosa, per poi richiuderla, avvolgendomi più forte con le sue braccia, accompagnandomi dentro, facendo un cenno anche a Daniel che ancora non aveva osato parlare.

"Ciao Sugar, ma che cazz..." Katy scosse la testa in direzione di Kevin, come a dirgli di non chiedere. Mentre le feci cenno che andava tutto bene con la mano, andando ad abbracciarlo. Sentii il calore del corpo del mio migliore amico, infondermi amore e protezione. Baciandomi la nuca dolcemente.
"Passerà Sugar, te lo prometto che passerà" mi consolò come una bambina piccola, sussurrando quelle parole tra i miei capelli, per poi andare a salutare Sarah, mentre Kevin salutò Daniel, con una pacca sulla spalla.

"Cindy non so cos'è successo. Ma ogni cosa ha suo tempo. La pazienza ricompensa" rivelò Sarah dolcemente, riscaldandomi con un sorriso gentile.

"Grazie Sarah" la ringraziai mentre mi accarezzò le spalle, facendomi cenno di mangiare qualcosa, che rifiutai gentilmente. Avevo lo stomaco chiuso, e sicuramente la fame era l'ultima delle mie priorità.

Quando sentii la porta spalancarsi, mi girai di scatto speranzosa, vedendo entrare Josh, che richiuse la porta alle sue spalle. Mi accigliai, andandogli incontro.
"Jam..." non riuscii a finire, vedendo il suo sguardo triste, scuotendo la testa.

"Mi dispiace Cindy. James è partito con Alex per Miami" ammise tristemente, sentendomi morire sempre di più. Speravo in un saluto, in un fottuto addio. Mi pulii una lacrima, rimasta sospesa sotto la rima cigliare, per poi andare su. aprii la porta di camera, gettandomi sul letto a peso morto, impregnando il lenzuolo di lacrime sporche.

Finché non sentii la porta aprirsi, ed un profumo invadere i pochi metri.
"Che vuoi?" Chiesi fredda, alzandomi a sedere sul letto, vedendo il suo sguardo cupo, mentre si passò una mano tra i capelli.

"Mi dispiace Cindy" rivelò sincero, avvicinandosi, mentre lo fermai con una mano alzata in aria.

"Non hai fatto nulla. Hai saputo solo stare zitto con il capo chino. È vero è anche colpa mia, ma potevi tirarti indietro. Ma ormai che senso ha rimuginare su ciò che non si può cambiare. Ti chiedo solo di non parlarmi di James. Non ora, non adesso" sputai fuori amara, frugando nel cassetto per prendere della biancheria pulita, notandolo annuire per poi chiudere la porta, seriamente pentito. Rilasciando un sospiro gelato.

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