Capitolo 8

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Il giorno seguente, fu il giorno delle spiegazioni. 

Giada si ritrovò la sua fidata Mary accanto già la sera, avendo dormito con la bimba, ma vedendo l'espressione dell'amica preferì non chiederle nulla aspettando saggiamente il momento giusto. E il momento giusto fu la mattina, senza attendere alcun tipo di domanda

-  ' E' stata una cena meravigliosa, poi siamo andati nella sua camera. Gli avrei voluto dire subito di Gioia ma tra baci e carezze ho perso il senno e siamo stati a letto insieme. Inutile dirti che è stato meraviglioso, onestamente non lo ricordavo così!'- confidò Giada arrossendo non poco mentre nella mente riviveva vividi i ricordi più passionali di quella notte d'amore. –' ma subito dopo ho pensato che fosse giusto che lui sapesse, gli ho mostrato le foto e lui ha capito..' – lasciò cadere a mezz'aria questa frase.

-' ti ha mandata via ? '- accusò velocemente l'amica non conoscendo l'indole buona di Piero.

-' no, sono stata io ad andarmene ritrovandomi davanti quel suo sguardo furioso e accusatorio'- si confidò Giada – ' non riuscivo più a reggerlo! Non avrei mai dovuto incentivare questa situazione' – concluse fredda!

Dal canto suo Piero non aveva voglia di vedere Ignazio per evitare di dargli una spiegazione così surreale, che non riusciva affatto ad accettare. Decise così di starsene a letto oziando nel dolce far nulla e staccando il cellulare per non essere disturbato. Ma non aveva fatto i conti con l'irruente curiosità dell'amico il quale entrò nella camera di Piero senza troppe cerimonie per assicurarsi delle sue condizioni poiché erano passate le dodici e non aveva notizie di Piero dalla sera precedente. 

Ignazio piuttosto turbato notò l'assenza di Giada e si limitò ad osservare con aria interrogativa Piero ancora sdraiato a letto .

-' ha una figlia credo di pochi mesi!' – si limitò a dire a mò di spiegazione. 

Una frase semplice ma che spiegava tutto senza troppi giri di parole. Andava benissimo per spiegare sinteticamente la fine di quel rapporto. 

Ignazio restò per un attimo interdetto, avrebbe immaginato tutto su quella ragazza ma non che avesse una figlia.

-' e il padre della bimba?' – chiese senza capire che Piero non ne voleva parlare.

-' è morto in un incidente prima della sua nascita'- spiegò riportando le parole ascoltate la sera prima

-'e allora?! Qual è il problema? I figli sono di chi li cresce e non di chi li fa!' – esordì Ignazio davanti ad un meravigliato Piero. 

Ignazio non era un tipo da turbe mentali, per lui la vita era semplice: se gli piaceva una cosa , la prendeva; se pensava ad una frase, la diceva; così , semplicemente! Quindi proprio non capiva perché Piero pur essendo preso totalmente da quella donna , non riusciva a soprassedere alla presenza di quella bimba che , seppur ingombrante in quella relazione che Piero desiderava fosse in due, non aveva alcuna colpa. 

Ma Piero era intransigente su quest'aspetto. Così liquidò l'amico semplicemente alzandosi dal letto e andando in bagno per una doccia.

Passarono alcuni mesi, i ragazzi erano tornati dal loro favoloso tour mondiale fatto di sold out, standing ovation e centinaia di foto di fan di tutte età. 

Piero aveva ripensato spesso a Giada soprattutto riguardando quasi con malinconia le uniche foto che avevano insieme scattate la sera che si incontrarono. 

Più di una volta, Ignazio aveva cercato di parlare con l'amico convincendolo di richiamarla ma Piero inflessibile aveva sempre chiuso quel discorso con la solita frase da meridionale cocciuto 'Non cresco figli non miei'

Giada invece aveva ripreso la sua vita di sempre tra poppate, pannolini, primi dentini e lavoro. Ormai la sua vita era un'unica strada che andava da casa all'ufficio e viceversa. Non una pizza con le amiche, non un caffè fuori programma.

 Aveva deciso di rintanare quel suo cuore malato in una torre alta e buia dove più nessun principe avrebbe mai avuto accesso. I ricordi di Piero avevano bussato ripetutamente alla porta del suo cuore e della sua mente ma aveva sempre cercato un diversivo pur di non farli entrare. 

Faceva troppo male pensare che l'unico uomo che avesse fatto breccia in lei dopo il papà di Gioia, l'avesse dimenticata in un attimo, dopo aver trascorso settimane a corteggiarla. 

Allora era proprio vero che le persone di successo non amano mai realmente. E Piero non era l'eccezione ma la regola!

Un giorno Giada dovette portare la bimba al solito controllo dal pediatra che faceva studio a Salerno e , dopo la visita, aveva deciso di approfittare della bella giornata e di portare Gioia nelle giostrine percorrendo il lungomare salernitano. 

La bimba aveva quasi 11 mesi e iniziava a dire le prime parole sconnesse. Giada era totalmente innamorata di quella bambina che ogni giorno le assomigliava sempre di più. 

Lei non lo sapeva ma lo stesso destino infame che le aveva portato via il marito e le aveva fatto incontrare Piero, le stava riservando un incontro inaspettato. 

 Stavano camminando infatti serenamente quando decise di fermarsi per comprare un gelato per entrambe, comprato il gelato si sedette su una delle tante panchine per potersi godere il gelato e nel mentre imboccava  Gioia questa fece scappare dalle mani il palloncino che aveva tanto desiderato pochi minuti prima. 

Il pianto disperato della piccina non tardò ad arrivare ma Giada già pensava a come rimediare al danno andando a comprarne un altro senza curarsi minimamente del destino del palloncino ormai volato via. 

Per un caso fortuito , il palloncino si impigliò ad un albero posto vicino ad una panchina dove stavano allegramente parlando Piero e Ignazio, arrivati a Salerno per un firmacopie alla Mondadori.

Piero, sentendo in lontananza il pianto di un bambino e vedendo il palloncino impigliatosi accanto a lui, non ci mise molto per associare le due cose e senza pensarci minimamente prese il palloncino e si affrettò a riportarlo al piccolo proprietario sotto lo sguardo divertito di Ignazio. Avvicinandosi alla giovane mamma e al piccolo, cercò di richiamare l'attenzione

-'Scusi, ecco il palloncino del bimbo'

Giada , sentì la frase riconoscendo un noto accento siculo malcelato, credendo di sbagliarsi si voltò e fu a quel punto che il suo cuore perse un battito. 

Non si era affatto sbagliata, Piero era lì con i suoi inconfondibili occhiali rossi che le porgeva il palloncino di Gioia. I loro sguardi si incatenarono come era avvenuto mesi prima, come se il tempo non fosse passato si persero l'uno degli occhi dell'altra. 

Quante volte entrambi avevano immaginato di rincontrarsi ma mai si aspettavano che accadesse così, nello stesso luogo che li aveva visti felici e spensierati ma con una spettatrice in più, la piccola Gioia che sorridente osservava estasiata il suo salvatore con in mano il suo amato palloncino.

Come si comporteranno ora che il destino li ha fatti rincontrare?

Grazie grazie grazie... sono felice che questa storia piaccia.

Un abbraccio


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