Ad un certo punto, la bimba si accorse della mamma e iniziò a chiamarla come sempre
–' maaa...maaaa'- Piero non capendo a cosa potesse riferirsi continuava a elogiarla chiamandola con tutti i nomi sdolcinati che potessero venirgli in mente.
Fu Ignazio a rompere quell'idillio.
-' Sta chiamando la mamma!' – sentenziò
-' e tu da dove sei uscito, Ign...' e le parole gli morirono in gola perché mentre si voltò per guardare l'amico si ritrovò anche Giada , lì in piedi , con la sua camicia bianca dell'ospedale, il viso pallido e gli occhi lucidi.
Ignazio decise, come sempre di prendere le retini della situazione favorendo a questo punto un incontro tra i due.
-' Vieni da zio Ignà, Gioia mia!' – disse sorridendo , prese la bimba tra le sue possenti braccia e se ne andò.
SI ritrovarono lì, l'uno perso negli occhi dell'altra e viceversa. Di nuovo soli, di nuovo a dover affrontare ciò che li teneva legati nonostante tutto.
-' Come stai?' – chiese Piero per accertarsi delle sue condizioni.
Giada non riusciva a proferire parole e si limitò a sorridergli timidamente. Avrebbe voluto gettarsi tra le sue braccia, respirare il suo profumo, lasciargli una lunga scia di baci sul collo. E desiderava che per lui fosse lo stesso. E lo era. Vederla in quelle condizioni gli faceva desiderare una sola cosa: prenderla tra le braccia e proteggerla da tutto, coccolarla, accarezzarla, possederla. Era ancora attratto da lei , non poteva più negarlo.
Nonostante il reciproco desiderio, il raziocinio ebbe la meglio. Lei SI avvicinò alle sedie del corridoio e iniziò a sistemare i giochini di Gioia mentre Piero rimase lì a fissarla senza muovere neppure un muscolo.
-' Sto meglio, torniamo a casa!' – spiegò Giada intuendo le domande mentali che stavano attanagliando Piero.
Avrebbe voluto chiedergli di andare con loro a casa, di restare un po' con lei ma non ne ebbe la forza vedendo la freddezza con cui Piero non reagiva. Forse aveva frainteso tutto. Forse Piero si era mostrato gentile nei confronti della bimba per il solo fatto che i bimbi attirano sempre le attenzioni e le gentilezze dei grandi. Non c'entrava che fosse sua figlia!
Raccattate le ultime cose, con il cuore stretto in una morsa si diresse nella sua stanza dove si preparò per lasciare l'ospedale. Piero decise di fermarsi in corridoio piuttosto che seguirla, non sapeva cosa fare: non sapeva se dare ascolto al suo cuore correndo da lei per stringerla finalmente a se oppure se dare ascolto alla sua ragione che gli chiedeva di andarsene mettendo fine a quel rapporto sbagliato che avrebbe portato solo sofferenza.
Intanto Giada era stata raggiunta dal dottore che le stava firmando l'uscita raccomandandole maggiore riposo e più attenzione per se stessa. Dopo averlo ringraziato, tornò da Piero
-' ho bisogno del numero di Ignazio , per cortesia!' – chiese senza un minimo di sentimento
Piero per tutta la risposta la guardò corrucciando la fronte, come se chissà quale assurda richiesta gli fosse stata fatta.
-' Voglio riprendermi mia figlia e andarmene' – spiegò asciutta, pungente e infastidita.
Come poteva non arrivarci da solo?!
Piero a quel punto si limitò a far partire la telefonata dal suo cellulare e a porgerlo a Giada, lui non aveva affatto voglia di parlare.
Dopo pochi minuti apparve Ignazio con Gioia, con molta delusione vide crollare il suo sogno di trovare i due innamorati stretti l'uno all'altra a scambiarsi sdolcinate coccole.
Li aveva lasciati distanti con gli occhi lucidi per l'emozione, e ora li ritrovava distanti e basta.
Giada prese tra le braccia la bambina abbracciandola come il più prezioso dei tesori, la mise a sedere nel passeggino per poi voltarsi verso Ignazio il quale aveva assunto un espressione rabbiosa mentre guardava l'amico distruggersi da solo , gli si avvicinò e lo abbraccio con un trasporto tale da creare imbarazzo al ragazzo, seppur era sempre stato lui il più affettuoso.
-' Grazie, di tutto' – ringraziò Giada .
-' Ogni tanto fatti sentire, e tienimi aggiornata sulla piccina. Ormai è innamorata di me' – confessò sorridendo per rendere meno doloroso quell'addio.
-' fatti sentire tu, piuttosto' – lo rimbeccò Giada – 'sei tu ad avere il mio numero' – e gli stampò due baci sulle guance .
Si voltò infine verso Piero che nel frattempo si era alzato, gli si avvicinò e gli stampò un bacio sulla guancia destra mentre gli sussurrava un semplice 'grazie'.
Prese la bambina e se andò per far ritorno a casa.
Piero ed Ignazio non si rivolsero nessuna parola durante il loro tragitto in aeroporto.
Arrivarono a Bologna a sera inoltrata, era stato particolarmente estenuante quel viaggio a causa di quel silenzio.
Piero era sdraiato sul suo enorme e freddo letto della sua camera, quando Ignazio fece irruzione nella stanza e mostrandogli il cellulare per mostrargli le foto scattate quel pomeriggio con Gioia e iniziò a sbraitare
-' Sei un emerito coglione! Possibile che proprio non ti accorgi di quanto lei ci tenga a te? Per non parlare di ciò che ti lega a lei.. e non inventarti la cazzata della bambina. La adori, lo si è visto oggi, dal modo in cui ti sei preso cura di lei, da come la guardava, dalle parole sdolcinate che le hai rivolto tutto il tempo, Piè!- era un vero e proprio fiume in piena incapace di controllarsi ne tantomeno di fermarsi.
Piero ascoltò inerme lo sfogo dell'amico ripensando a Giada, a quanto avesse desiderato abbracciarla e farla sua ripensando all'unica notte trascorsa insieme, ripensando a Gioia per la quale aveva perso la ragione.
Aveva ragione Ignazio ma ormai , dopo il loro saluto in ospedale, sapeva di non avere più possibilità di riconquistarla.
-' non mi vorrà più! Ora davvero non mi vorrà più!' – dette voce ai suoi pensieri confidando all'amico il suo timore.
-' farebbe bene a mandarti a fanculo ma no, non lo farà! Lei ci tiene a te,e tanto!' – lo rassicurò Ignazio –' non hai visto come ti guardava oggi!Certo dovrai impegnarti e non poco per riconquistarla' – lo incoraggiò con una pacca sulla spalla e se ne ritornò nella sua stanza dove ad aspettarlo c'era la sua Alessandra.
Senza perdere ulteriore tempo, Piero provò a chiamare Giada ma senza ottenere grandi risultati. Forse era impegnata con la bimba, pensò, così decise di scriverle un sms.
"Ho bisogno di parlarti. Ti prego chiamami appena puoi. Quanto prima possibile'
Giada lesse il messaggio subito, non era affatto impegnata con la bimba che beata dormiva nella culla.
Semplicemente non aveva più voglia di sentire Piero. Se dopo aver trascorso un intero pomeriggio a giocare con Gioia non si era comunque ammorbidito, poteva significare una sola cosa: il problema in quella relazione non era la bimba, come aveva sempre affermato Piero, il problema era Piero!
Non era davvero interessato a Giada, lei era stata la conquista ambita che una volta raggiunta perde di interesse. Aveva soddisfatto il desiderio di possederla, aveva aggiunto un'altra medaglia sull'albo delle conquiste di una botta e via.
Ed ora si guardava altrove. Tutto qua! Ed ora c'era bisogno che anche lei guardasse altrove.
Piero continuò a inviarle svariati sms monotematici del tipo "ti devo parlare" oppure "chiamami" o ancora "ho bisogno di sentirti" senza mai spiegare il motivo di questo suo interesse.
Giada continuò ad ignorarlo senza mai chiedersi cosa volesse il tenore.
Siamo di nuovo punto a daccapo con Piero e Giada.
Riuscirà Piero a confessare a Giada ciò che prova e Giada vorrà ascoltare Piero?
Grazie di tutto, care lettrici
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E sei splendida
Romance'Smettila di decidere per me cosa è giusto e cosa no! Sono grande abbastanza per decidere da solo. Non ho mai fatto tanti chilometri per incontrare una ragazza semisconosciuta, non ho mai inserito nessuna canzone in scaletta per dedicarla ad una rag...