Capitolo 10

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Furono le ore più lunghe della loro vita, quando finalmente decretarono chiuso quel limbo di autografi e foto ai quali erano stati sottoposti. Piero, senza pensarci minimamente, chiese ad Ercole di farsi accompagnare in ospedale. Non resisteva più un solo minuto senza avere notizie di Giada. Intanto la bambina dormiva beata tra le braccia di Ignazio che l'aveva raggiunta da Barbara alla fine del firmacopie.

Arrivato in ospedale, Piero fu condotto nella sua camera e finalmente la vide, intubata e con viso stanco. Gli si avvicinò intanto un medico

-' lei è un familiare? – chiese rivolgendosi a Piero

-' si, sono il compagno' – si presentò senza il mio tentennamento , nei fatti non lo era a causa del suo stupido orgoglio che non gli permetteva di andare oltre l'esistenza della piccola ma in cuor suo era il suo compagno, il suo amante, tutto ciò di cui lei poteva aver bisogno.

-'la paziente si presenta in uno stadio grave di stress!' – cercò di spiegare a Piero sempre più preoccupato –'Sta vivendo un forte momento di stress?' – chiese il giovane dottore . 

Piero non sapeva cosa rispondere, di motivi per essere stressata Giada indubbiamente ne aveva tra una figlia da crescere da sola e un ragazzo che seppur promettendole amore le aveva spezzato il cuore. Per il primo motivo, non c'erano colpe ne colpevoli ma per il secondo motivo lui era il colpevole e il suo orgoglio la sua più grave colpa.

-'credo il lavoro' – mentì Piero pur di non svelare i suoi reali pensieri.

-' comunque ora è fuori pericolo ma resta sotto osservazione'- tranquillizzò il medico –' può entrare se vuole, non può farle che bene la vicinanza della persona amata' – concluse il medico mentre lasciava da solo Piero il quale chiamò Ignazio per aggiornarlo sulle condizioni di Giada e pregandolo di prendersi cura della bambina.

Entrò in quella stanza in punti di piedi per non svegliarla non rendendosi conto che lei era già sveglia.

-' dove sta Gioia? – fu la prima domanda che gli rivolse

-' con Ignazio, al sicuro!' – la rasserenò Piero

-'se per cortesia mi potresti prendere il cellulare nella borsa, chiamo i miei così che vengano a prendersi la piccola!' – chiese con voce ferma Giada

-'con Ignazio sta bene la piccola, ora sta dormendo. Ce ne occupiamo noi' – insistette Piero che forse non ricordava la testardaggine di Giada.

-' di sicuro avrete i vostri impegni e la bambina starebbe più serena con qualcuno che conosce, quindi per favore ' – insistette –' passami il cellulare!'

-' testarda come sempre, non sei cambiata affatto!' – Piero dette voce ai suoi pensieri ritrovandosi gli occhi stanchi e arrabbiati di Giada addosso.

-' So perfettamente che non gradisci la presenza di Gioia, l'ho notato, non sono stupida e non voglio affatto che MIA figlia trascorra del tempo con chi NON la vuole!'- apostrofò Giada marcando con una certa veemenza le parole MIA e NON.

Piero , come capitava spesso in sua presenza, restò immobile, senza saper cosa dire. Si voltò verso la borsa per prendere il cellulare e passarlo a Giada prima di fermare le mani a mezz'aria

-' mi spiace che ti abbia dato questa sensazione! Non ho nulla contro Gioia ma la vedo come la causa del nostro allontanamento' – confessò d'un fiato Piero

-' il tuo orgoglio è stata la causa del nostro allontanamento, non mia figlia!' – chiarì lei ormai spedita come un treno ad alta velocità –' ed ora ti prego per l'ennesima volta di darmi il mio cellulare, per cortesia'

E sei splendidaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora