«Mia adorata Allie, non sono riuscito a dormire questa notte perché so che tra noi è finita. L'amarezza è passata, perché so che quello che c'è stato fra noi è autentico e se un giorno in qualche posto lontano, nella nostra vita ci rivedremo io ti stringerò con gioia e ricorderò quest'estate trascorsa sotto gli alberi a imparare l'uno dall'altra e a far crescere il nostro amore. L'amore più bello è quello che risveglia l'anima e che ci fa desiderare di arrivare più in alto, è quello che incendia il nostro cuore e porta la pace nella nostra mente. Questo è quello che tu mi hai dato ed è quello che speravo di darti per sempre. Ti amo, arrivederci, Noah.»
Louis si soffiò il naso, completamente travolto dalle lacrime, durante il finale del film The Notebook. Non era colpa sua se era troppo sensibile, ma con quel film era un pianto continuo. Aveva, infatti, pianto sin dal primo incontro tra i due protagonisti, sapendo come sarebbe andata a finire. L'aveva visto miliardi di volte, ormai conosceva ogni battuta a memoria, ma ogni singola volta scoppiava a piangere, durante le stesse scene.
Si asciugò le guance con le maniche della felpa che stava indossando e tirò su col naso mentre prese il cellulare dal cumulo di coperte del suo letto e lesse il messaggio che aveva appena ricevuto.
Da: Harry.
Ore: 19:09
Ti va di vederci, tipo adesso?
Louis boccheggiò sia nello scoprire il mittente, che aveva solamente visto il giorno prima alla tavola calda di Elena, sia per il modo di fare così spontaneo, infatti senza giri di parole il ragazzo era andato dritto al punto. Si morse però il labbro inferiore quando realizzò che non poteva incontrarlo, tra una cinquantina di minuti iniziava il suo turno al ristorante e avrebbe finito alle due di notte.Si lamentò, piagnucolando, e lasciò andare il cellulare sotto le coperte, nascondendo il viso sotto il cuscino, dimenando le gambe come se fosse impossessato, accompagnando il tutto da un urlo soffocato dal tessuto del cuscino.
Sembrava realmente un pazzo, nella sua disperazione dovuta a quella costatazione. Harry non poteva mandarglielo quella mattina, il messaggio? Avrebbero potuto trascorrere insieme tutta la giornata, così non avrebbe nemmeno visto quel film che lo metteva sempre di malumore.
In un momento di momentanea calma, in cui nessuno dei suoi arti si muoveva, il cellulare iniziò a squillare, intonando il ritornello della sua canzone preferita, Hall of Fame.
Louis sussultò e si spostò di scatto il cuscino dal viso, gettandolo a terra, noncurante. Quando realizzò che a chiamarlo era proprio Harry, si passò una mano sulla fronte, mentre mordicchiava nervosamente il labbro inferiore. «Merda» sospirò, esasperato.
Dopo qualche secondo di troppo di esitazione, rispose prima che l'altro si stancasse di aspettare. «P-pronto?» balbettò.
«Ehi Lou, sono Harry. Hai ricevuto il mio messaggio?»
Louis respirò profondamente quando notò che quel nomignolo, pronunciato dalla sua voce bassa e roca, era reso molto più bello. «S-si, stavo proprio per risponderti» mentì.
«Oh bene, dove ci vediamo?»
Louis aprì e chiuse bocca per parlare un paio di volte, non trovando le parole giuste. «In realtà..non posso» pronunciò, a voce bassa, maledicendo il suo lavoro.
«Ah.»
«Non è perché non voglio, sia chiaro» si affrettò a chiarire, quando l'altro rispose solamente con quella sillaba. «Ma alle 20 devo essere al lavoro» sospirò, tristemente.
«Tranquillo, Louis. A che ora stacchi?»
Il più piccolo giocò con un filo scucito dei pantaloni della tuta che stava indossando, mordendosi nervosamente il labbro inferiore. «Alle due» disse, sapendo già che l'altro avrebbe rimandato ad un altro giorno il loro incontro.
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Il tuo cuore lo porto con me.
FanfictionQuando Louis, un patetico romantico appassionato di libri, incontra Harry per la prima volta in una grigia giornata londinese di ottobre, perde il suo romanzo preferito. Quando Harry glielo restituisce, Louis sembra essere già sulla buona strada per...