Zayn si portò una mano tra i capelli e sospirò profondamente. Harry si era appena addormentato, ed era rassicurante vederlo sereno almeno per quel breve momento. Erano passati tre giorni dalla bugia detta da Louis, e il maggiore non stava vivendo affatto bene. Anzi, non stava vivendo per niente.
Zayn e Liam lo obbligavano a mangiare almeno qualcosa a pranzo e a cena, e se non fosse per loro, Harry si sarebbe scolato litri di bottiglie di alcool accompagnate da, naturalmente, della droga. Fortunatamente c'erano loro a tenerlo distratto, ma nonostante ciò il pensiero di Louis era sempre presente nella mente del più grande, che non riusciva a non pensarlo insieme ad un altro uomo.
Li immaginava camminare per strada mano nella mano, immaginava i sorrisi di Louis, che prima riservava solamente a lui, li immaginava persino fare l'amore. Ed era quando faceva quei pensieri che la rabbia, la voglia di spaccare ogni cosa, di bere, di farsi, prendeva il sopravvento. Harry non riusciva neppure a capire il perché di quel suo comportamento. Non pensava di tenere così tanto a quel ragazzo.
La sola idea, però, di vederlo con un altro lo stava facendo soffrire in un modo che mai prima d'allora aveva provato. Se fosse stata un'altra persona, non avrebbe speso nemmeno un minuto del suo tempo a pensarla, ma era di Louis che si trattava. E lui era un discorso a parte. Lui era un'eccezione. L'eccezione, per Harry, più bella che potesse esserci.
Harry si chiedeva che cosa avesse sbagliato, per spingerlo a lasciarsi andare con un'altra persona. Si rispondeva persino da solo, delle volte. Perché, in realtà, sapeva che non aveva fatto nulla. Era semplicemente lui, ad essere sbagliato. E sapeva che ciò non sarebbe cambiato mai, che la sua indole l'avrebbe perseguitato per tutta la vita.
Quando aprì gli occhi, qualche ora dopo, non trovò Zayn al suo fianco ma bensì Xander, che lo guardava con un sorriso titubante. Corrugò la fronte e si mise a sedere, sul divano, guardandosi intorno.
«Zayn è andato via mezz'ora fa» rispose Xander, ai suoi pensieri. Si morse poi il labbro inferiore e abbassò lo sguardo. Zayn gli aveva detto tutto, che Harry non ricordava nulla di ciò che gli era successo, e che gli avevano detto di aver fatto un incidente.
«Come stai?» gli chiese, allora.
«Fisicamente bene» rispose, scrollando le spalle e scompigliandosi i capelli.
Xander lo scrutò e capì che c'era qualcosa che non andava, e sapeva anche cosa. Zayn gli aveva detto davvero tutto. Difatti, sospirò e si sedette accanto a lui. «E..emotivamente?» provò a chiedere, sperando non si alterasse, come succedeva quando non aveva voglia di parlare di un determinato argomento.
Ma, probabilmente, Harry aveva bisogno di parlarne, perché l'unica cosa che fece fu sospirare e portarsi entrambe le mani in faccia, scuotendo leggermente la testa. «Non capisco» disse, sottovoce, una volta allontanate le mani dal viso.
«Cosa non capisci?»
«Non capisco Louis» ammise il più grande, abbassando lo sguardo. «Non c'ha messo niente a farsi ammaliare da un'altra persona, mentre io ero su un letto d'ospedale. Non..non pensavo fosse quel tipo di persona, ecco» respirò profondamente, rattristendosi.
Xander si morse il labbro inferiore e deglutì. «Forse è stato un colpo di fulmine? Può..può succedere» scrollò le spalle.
Harry ghignò amaramente. «Probabile. Voglio solo vedere chi è questa persona» affermò, guardando l'amico negli occhi. «Voglio potermi assicurare che è migliore di me, perché lui merita il meglio, e se io non posso darglielo, deve farlo necessariamente qualcuno migliore di me.»
Xander lo guardò negli occhi e non poté fare a meno di dire la verità, rimanendo sempre nei limiti, per non turbarlo. «Ho visto Nick intorno a lui, un paio di settimane fa.»
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Il tuo cuore lo porto con me.
FanfictionQuando Louis, un patetico romantico appassionato di libri, incontra Harry per la prima volta in una grigia giornata londinese di ottobre, perde il suo romanzo preferito. Quando Harry glielo restituisce, Louis sembra essere già sulla buona strada per...