Capitolo ventitré.

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Quando lavorava, Louis cercava sempre di spegnere il cervello e di concentrarsi solamente sui centinaia di piatti e posate da lavare. Ma quella sera, la sua concentrazione venne distrutta a causa di urla che provenivano dalla sala principale. Dunque corrugò la fronte e chiuse l'acqua, cercando di capire che cosa stesse succedendo.

«Devo vedere Louis!» non appena Louis sentì pronunciare il suo nome, tra le tante urla, spalancò gli occhi e si tolse in fretta i guanti, avviandosi nell'altra sala.

«No, devi uscire dal mio ristorante o ti sbatto fuori a calci» urlò Frank, il proprietario, mentre tutti i clienti avevano gli occhi puntati sulla scena, increduli.

Louis boccheggiò non appena realizzò che quel ragazzo che lo stava cercando così tanto disperatamente, era Xander. Non sapeva che cosa fare, voleva ritornare in cucina senza farsi scoprire, ma purtroppo il ragazzo lo vide e quasi sospirò di sollievo, sorpassando Frank e avvicinandosi in fretta a lui.

Xander stava per prenderlo per le spalle, ma Louis sussultò e indietreggiò, ponendo le mani avanti per non farlo avvicinare. «Non toccarmi» pronunciò, guardando i suoi occhi palesemente gonfi, lucidi e rossi, segno che avesse pianto un bel po'.

Ma a Louis non fece pena, perché ricordò perfettamente tutte le volte che era in casa di Harry, ricordò gli sguardi che gli lanciava, i sorrisini che, soltanto dopo aver saputo la verità, Louis comprese che non erano per niente amichevoli, ma alludevano a qualcosa di malizioso.

«Devi andare da lui immediatamente, Louis. Per favore, io..io non volevo farlo, sono stato un coglione, lo so, ma non volevo. Mi dispiace, okay? Mi dispiace davvero tanto! Ma non avrei mai immaginato che potesse accadere tutto ciò, che le cose potessero farsi così gravi. Harry non se lo meritava, è tutta colpa mia» Xander scoppiò a piangere davanti ai suoi occhi spalancati, increduli. Aveva parlato talmente così velocemente che Louis aveva capito pochissime parole.

«Vattene» parlò Louis, per poi deglutire, con le mani che inspiegabilmente gli tremavano.

Xander spalancò gli occhi. «Cosa? No! No, non me ne vado finché tu non vai da lui.»

Louis non capiva il perché Xander stesse facendo quello, probabilmente era un altro piano architettato da Harry per farlo tornare da lui. Ma quella volta Louis non aveva intenzione di cascarci di nuovo. «Non m'importa un cazzo di quello stronzo, okay?!» urlò lui, quella volta, così tanto alterato che Xander quasi sussultò, preso in contropiede.

«Digli che questi stupidi piani con me non attaccano più, e che può andarsene a fanculo» concluse, guardandolo per l'ultima volta con disprezzo, prima di voltargli le spalle e fare piccoli passi avanti per tornare in cucina.

«Non ti importa nemmeno se è in fin di vita?»

Louis si bloccò all'istante, spalancando gli occhi. Si voltò nuovamente, per poter guardare il ragazzo e «Cosa?» chiese, con voce tremante.

Xander tirò su col naso e si avvicinò a lui. «Questa notte l'hanno pestato in quattro. E' grave..molto grave» spiegò, mentre altre lacrime bagnavano le sue guance.

Louis boccheggiò, col respiro corto. «P-perché?»

«Non lo so» farfugliò, con sguardo basso, Xander. «E' al The Lambeth, e..penso che l'unica persona che vorrebbe accanto sia tu.»

Il più piccolo respirò profondamente, ancora parecchio scombussolato dalla notizia. Harry rischiava davvero di morire o Xander aveva solamente ingigantito tutto? Sperava fosse sicuramente la seconda opzione, ma ciò nonostante non poteva di certo rimanersene lì, col dubbio che sicuramente l'avrebbe accompagnato per tutta la giornata.

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