Capitolo otto.

8.4K 590 206
                                    

«Se non la smetti, giuro che rompo quella videocamera» si lamentò, Louis, mettendosi entrambe le mani sul volto, per coprirselo. Harry rise e, finalmente, spense l'aggeggio, facendo sospirare di sollievo il più piccolo.

«Vieni, ti porto in un posto» il più grande si alzò dalla panchina in cui erano seduti, lo prese per mano e lo trascinò con sé. Subito dopo la colazione avevano deciso di prendere il treno e andare a Brixton, Louis iniziava il turno alle 14, e così potevano trascorrere un'altra ora insieme.

«Dove stiamo andando?» chiese il più piccolo, corrugando la fronte.

«Zitto e cammina, Louis» si voltò un momento verso di lui, mostrandogli un ampio sorriso. Louis sbuffò, poi si morse le labbra a sangue per frenare la voglia di fermarlo lì, nel bel mezzo del marciapiede, per dargli sia uno schiaffo sia per prendergli il volto tra le mani e baciarlo come se non ci fosse un domani.

«Siamo arrivati» disse Harry, fermandosi di fronte un palazzo, visibilmente vecchio di troppi anni, e abbandonato. Aprì il portone –la serratura non esisteva ormai più- e elevato era lo scricchiolio che provocò.

Harry entrò spedito, mentre Louis un po' più titubante, ma l'altro lo spronò, stringendogli ancora la mano e allora il più basso si rincuorò. Salirono le scale malconce lentamente, con la puzza di umidità, di muffa, ad invadere le narici di entrambi. Gli appartamenti terminavano al quarto piano, ma Harry non si fermò lì, lo trascinò per percorrere due rampe di scale dove alla fine c'era una porta di ferro, chiusa.

Quando il più alto l'aprì, la luce del giorno abbagliò la vista di entrambi. Uscirono ed Harry abbandonò la mano di Louis per allargare le braccia, facendo una piccola giravolta su se stesso, con il sorriso sempre in bella vista.

«Ti presento il mio piccolo angolo di paradiso. Il come ci si arriva fa schifo, si, ma guarda la vista, il panorama. Fa eclissare tutto il resto» lo informò, dandogli poi le spalle per avvicinarsi al muretto, poggiandoci le mani e osservando la città con un sorriso a labbra chiuse in volto.

Louis si avvicinò lentamente, guardandosi intorno. Rimase sorpreso quando, guardando in giù, notò quando in alto in realtà si trovassero, quasi gli vennero le vertigini, ma distolse immediatamente lo sguardo, puntandolo oltre il muretto e socchiuse istintivamente le labbra. Si poteva vedere metà Londra, da lì, come aveva fatto a non scoprire quel posto? Era persino visibile Kensington, il suo quartiere, gli alti palazzi che la contraddistinguevano, il Tamigi.

«Si, fa decisamente eclissare tutto il resto» confermò.

«Bello, vero?»

Dopo qualche minuto, Louis si voltò verso Harry e sospirò silenziosamente. «Meraviglioso» commentò, non più sicuro di star parlando del panorama. Il più alto, sentendosi osservato, spostò lo sguardo nel suo e sorrise debolmente.

Si spostò, così da essere di fronte a lui e gli accarezzò una guancia mentre avvicinava sempre di più il viso al suo. «Già, meraviglioso» sussurrò con le labbra a pochi centimetri di distanza da quelle sottili dell'altro, prima di annullare del tutto le distanze e incollare le loro bocche, spostando la mano dalla guancia a dietro la nuca, avvicinandolo maggiormente a sé, e muovendo lentamente le dita provocando all'altro brividi.

Ma non era necessario che lo attirasse a sé, dato che Louis subito si protrasse verso di lui, ricambiando con fervore il bacio, col cuore impazzito. Posò le mani sul colletto del cappotto del più alto, per stringersi maggiormente addosso, mentre sollevava di più il viso perché l'altro era davvero esageratamente alto, così da approfondire il contatto.

Quando le lingue entrarono in contatto, Louis stava già rabbrividendo da capo a piedi, inspirando ed espirando dal naso per le forti emozioni che quel bacio gli stavano facendo provare. Harry si staccò quando era ormai a corto di fiato, ma continuava a trattenerlo a sé per la nuca. Una volta staccatisi, entrambi rimasero con le bocche socchiuse, coi respiri che si mischiavano, gli occhi puntati in quelli dell'altro.

Il tuo cuore lo porto con me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora