Louis camminava nervosamente avanti e indietro per il corridoio, mangiucchiandosi un'unghia dopo l'altra, alternando un sospiro ad una scompigliata di capelli, incapace di tenere le mani ferme per più di qualche minuto.
Era da parecchio che il medico non usciva dalla stanza di Harry, e iniziava a preoccuparsi. Non aveva ancora chiamato Liam per avvisarlo, decise di farlo una volta saputo cosa diavolo stesse succedendo in quella stanza qualche minuto prima.
Una ventina di minuti dopo il dottor Mendes uscì dalla stanza, seguito da una serie di infermiere, chiudendosi la porta alle spalle. Louis subito si avvicinò, col cuore a mille.
«Cos'è successo?» chiese.
Il medico sospirò, togliendosi gli occhiali da vista per poi puntare lo sguardo sul ragazzo di fronte a sé. «Ha avuto un arresto cardiaco, ma l'abbiamo ripreso subito. C'è stata una compromissione delle valvole cardiache.»
Louis boccheggiò, corrugando la fronte. «Che cosa vuol dire?»
«Harry si stata risvegliando» disse il medico, mentre il più piccolo spalancava gli occhi. «Ne aveva sicuramente la volontà, e il suo cuore si è sforzato talmente tanto che è finito per provocarsi un'aritmia e, di conseguenza, un arresto cardiaco» spiegò, lentamente.
«Harry è forte» continuò, dopo aver visto l'espressione stralunata e spaventata di Louis. «E' tanto forte. Si riprenderà nel giro di qualche giorno, stia tranquillo» lo rassicurò, sorridendogli debolmente. «Lei continui a stargli vicino, e a parlargli come ha fatto poco fa. Vedrà che funzionerà» gli suggerì, prima di congedarsi, lasciandolo da solo in preda ai suoi pensieri e alle sue paure.
"Si riprenderà nel giro di qualche giorno" aveva detto il dottor Mendes. Ma più i giorni passavano, più Louis si chiedeva quanti giorni ci avrebbe messo Harry ad aprire gli occhi. Erano ormai passati cinque giorni, e Louis se lo stava chiedendo anche quella notte. Erano le tre del mattino, e fuori il mondo era buio e silenzioso, eccetto in quell'ospedale.
Lì tutto era in movimento, tutto era illuminato di bianco. Louis non ne poteva più di stare in quel posto che aveva sempre odiato, sin da quando era un bambino. Ricordava come, persino una cosa bella come la nascita delle sue sorelle, quel posto fu capace di renderla pessima.
Louis aveva appena mandato a casa Liam, per permettergli di riposarsi, e si trovava dunque sulla solita poltrona della stanza di Harry; le ginocchia strette al petto e un plaid a coprirlo, riscaldandolo dal freddo gelido che c'era in genere alla fine del primo mese dell'anno.
Stava guardando il viso di Harry, reggendosi il capo dal mento col gomito poggiato sul bracciolo della poltrona. Non aveva più la mascherina dell'ossigeno che gli oscurava parte del viso, gli era stata tolta due giorni prima quando il medico aveva realizzato che ormai era capace di respirare da solo.
Louis lo guardava e proprio non capiva chi potesse avergli fatto una cosa del genere. Perché avercela così tanto con lui? Si, gli aveva mentito, l'aveva preso in giro, ma tutto sommato, nei giorni che avevano trascorso insieme, Harry non era apparso come una brutta persona.
Sospirò, stropicciandosi un occhio con la mano libera e rilassando meglio la schiena contro lo schienale della poltrona terribilmente scomoda. Lo sguardo gli cadde sulla mano di Harry, ormai scoperta dalla garza, e sorrise debolmente mentre ci poggiava sopra la sua, accarezzandola lentamente con le dita.
«Beh, buonanotte» sussurrò, socchiudendo poi gli occhi, addormentandosi dopo qualche minuto , con la mano sempre stretta a quella di Harry.
Venne risvegliato da un leggero picchiettare sulla sua spalla, e una voce che sussurrava il suo nome. Mugugnò debolmente, stiracchiandosi e aprendo pian piano gli occhi. Si guardò intorno e quasi sobbalzò nel trovarsi Zayn accanto a sé, che si mangiucchiava nervosamente il labbro inferiore.
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Il tuo cuore lo porto con me.
Hayran KurguQuando Louis, un patetico romantico appassionato di libri, incontra Harry per la prima volta in una grigia giornata londinese di ottobre, perde il suo romanzo preferito. Quando Harry glielo restituisce, Louis sembra essere già sulla buona strada per...