Capitolo venti.

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«Lui è Liam» Liam sorrise debolmente al più basso, porgendogli la mano che prontamente Louis gli strinse. «Mentre lui è Josh» continuò le presentazioni, Harry, mordendosi il labbro inferiore quando pensò che al posto di Josh avrebbe dovuto esserci Xander, che era dal giorno in cui aveva sbattuto la porta di casa sua che non si faceva vedere in giro, dopo aver rivelato di essere innamorato di lui.

Louis sorrise timidamente ai due ragazzi, leggermente titubante di tutto ciò, ma senza farlo notare. Harry si schiarì la voce, guardandosi in giro. «Okay, ehm..noi andiamo da Zayn» annuì alle sue stesse parole, d'improvviso divenuto ansioso. Non appena Josh e Liam - quella sera di turno nel sorvegliare la zona- annuirono, Harry prese Louis per il braccio e lo trascinò in un vicolo.

Ma prima di avvicinarsi a Zayn, si bloccò, stoppando dunque anche il passo di Louis, che lo guardò con la fronte corrugata. «Tutto okay?»

Harry sospirò e si scompigliò i capelli, parandosi poi di fronte al ragazzo e poggiando le mani sulle sue spalle. «Promettimi che non darai di matto, tra qualche minuto.»

Louis inarcò un sopracciglio. «Perché dovrei?»

«Lo farai sicuramente. Quindi, non arrabbiarti troppo, d'accordo? Pensa solamente che se non l'avessi fatto, a questo punto non saremmo qui.»

Louis non ci stava capendo assolutamente niente. «Harry di che diavolo stai parlando? Cosa avresti fatto?»

Ma Harry non gli rispose. Lo prese per mano e si avvicinò all'altro ragazzo, respirando profondamente. «Lui è Zayn» deglutì e spostò lo sguardo su Louis, aspettando nervosamente una reazione, che non tardò ad arrivare.

Il più piccolo spalancò gli occhi non appena la luce di un lampione gli permise di vedere per bene il volto di Zayn. D'un tratto, come un flashback, gli tornò in mente un episodio in particolare, avvenuto parecchi mesi prima, ma che mai avrebbe dimenticato per lo spavento che aveva provato.

«Ehi, ne vuoi un po'?» Louis sussultò, riaprendo di scatto gli occhi e sgranandoli quando, di fronte a lui, c'era un ragazzo con una t-shirt, le braccia completamente scoperte e piene di tatuaggi, e aperta sul palmo della mano destra aveva una bustina trasparente con al suo interno della polvere bianca.

Louis trattenne il respiro; gli occhi spalancati ancora puntati sulla figura di Zayn che, capendo cosa stava succedendo, ghignò senza alcun imbarazzo.

«E' buona, fidati» il ragazzo sorrise maliziosamente, avvicinando sempre di più la bustina al viso di Louis, che di riflesso si allontanò.

«Ho detto di no!» cercò di mostrarsi duro, scacciando via la mano da sé. Quel gesto, fece cadere la bustina per terra, e lo spacciatore boccheggiò, guardandolo oltraggiato.

«Adesso la riprendi e mi chiedi anche scusa.»

Louis rise, nervosamente, perché non voleva far notare al ragazzo quanto si stesse cagando sotto. «Non ci penso neanche» ribatté, per poi alzarsi e incamminarsi per cercare un posto in cui c'era più gente, così da potersi sentire al sicuro. Ma l'altro ragazzo non sembrò della sua stessa opinione, dato che lo bloccò prendendogli un polso e spingendolo verso di sé.

«Lasciami!» urlò, Louis, col cuore a mille per la paura, mentre veniva sbattuto violentemente contro il muro.

Il respiro di Louis iniziò ad essere affannoso, ansante, e pian piano iniziò a fare piccoli passi indietro.

«Dammi i soldi» pronunciò le parole lentamente, facendo capire al più basso che se non glieli avesse dati, si sarebbe messa male per lui.

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