Era da quando Louis aveva iniziato il turno che Niall lo scrutava incessantemente, senza nemmeno cercare di non farlo notare. Il biondo notò come l'amico si muovesse, camminasse, in modo strano. Gli era anche apparso di sentire un piccolo gemito di dolore, quando si sedette su una sedia degli spogliatoi per togliersi le scarpe della divisa e mettersi le sue vans, una volta terminato il turno.
Così, Niall non riuscì più a starsene in silenzio. «Ma che hai fatto?»
Louis sollevò lo sguardo verso il biondo e corrugò la fronte. «Di che parli?»
«Sembri..indolenzito. Va tutto bene?»
Il castano socchiuse la bocca, bloccando ogni movimento. Guardò l'amico per qualche secondo, serio, prima di scoppiare a ridere, portandosi una mano davanti alla bocca e chiudendo gli occhi. Niall inarcò entrambe le sopracciglia, non capendo quell'ilarità. Aspettò, dunque, pazientemente che l'amico si calmasse, così da potergli spiegare che diavolo stava succedendo.
«E' tutto apposto, Niall. E' solo colpa di..» si morse il labbro inferiore, trattenendo le risate.
«Di?» lo spronò il biondo.
«Di Harry.»
«Che c'entra Harry adesso?» Niall non ci stava capendo nulla.
«Oh eccome se c'entra» ghignò, Louis, sollevandosi dalla sedia per indossare la giacca. «Una volta non gli basta mai» aggiunse, scrollando le spalle, dirigendosi verso la porta. «E nemmeno quattro, a quanto pare» ridacchiò e aprì la porta per uscire.
Niall, confuso, lo guardò esterrefatto. «Lou ma che cosa vuol dir..oh mio..ma fate schifo!» urlò, poi, capendo perfettamente di che cosa l'altro parlasse. Louis rise, uscendo definitivamente. «Che schifo, Dio, che cosa ho appena immaginato?!» il castano rise ancor più forte nel sentire le urla irate dell'amico, mentre usciva dal locale.
Rabbrividì per l'aria gelida di quel giorno e nascose le mani nelle tasche della giacca, alla ricerca di un briciolo di calore. Ma il suono del cellulare lo costrinse ad estrarre una mano per vedere chi lo stava chiamando. Si morse il labbro inferiore e sospirò, prima di rispondere.
«Pronto?»
«Ciao Lou» la timida voce di Lottie lo fece sorridere debolmente.
«Ehi, come stai?»
«Io bene, e tu? Tu stai bene?» gli chiese, apprensiva e preoccupata.
«Sto bene, Lottie» la rassicurò, sospirando.
«Dove..» si schiarì la voce. «Stai da Niall?»
«Si» mentì, non volendo raccontare ogni particolare alla sorella, che sicuramente avrebbe a sua volta raccontato al resto della famiglia.
«Okay» sussurrò.
Louis respirò profondamente, fermandosi fuori al palazzo. «Lottie va tutto bene, davvero. Non preoccuparti. Ora..ora devo andare, ci risentiamo, okay?»
Sentì un pesante sospiro provenire dall'altro capo del telefono, prima che la ragazza riprese la parola. «Va bene, Lou. A presto, ciao» Louis la salutò un'ultima volta, prima di interrompere la chiamata.
Trovava il comportamento della sorella contraddittorio. Avevano sì un bel rapporto, ma non si erano mai limitati a semplici convenevoli familiari. Louis non capiva tutto quell'interessamento. Lottie si era dimostrata esattamente come la madre: preoccupata per lui solamente quando le cose non stavano andando come lei desiderava.
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Il tuo cuore lo porto con me.
FanfictionQuando Louis, un patetico romantico appassionato di libri, incontra Harry per la prima volta in una grigia giornata londinese di ottobre, perde il suo romanzo preferito. Quando Harry glielo restituisce, Louis sembra essere già sulla buona strada per...