Capitolo XV

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La principessa Carolyn l'aveva invitata a bere del tè con le altre cortigiane e visto che Byron avrebbe passato la maggior parte della giornata ad intrattenersi in passatempi da uomini - testuali parole di suo marito - aveva indossato un abito trovato nella cabina armadio per raggiungere le altre donne. Avrebbe potuto indossare uno dei suoi vestiti ma quelli che le avevano fatto trovare erano troppo belli ed era stata attratta dal luccichio e lo sfarzo. Ne aveva scelto uno di color azzurro pastello in stile impero e a maniche corte. Sul petto aveva un piccolo corpetto tempestato di lapislazzuli di varie dimensioni che creavano come una rete preziosa intorno al petto. La gonna non era molto vaporosa, ma così lunga che toccava a terra, ricoperta da uno strato di tulle trasparente. 

Di giorno il palazzo era ancora più maestoso di quanto le era sembrato la notte precedente. Al buio non era stata in grado di notare tutte le rifiniture in oro presenti sia nei pavimenti che sui muri, come non aveva notato che oltre ai quadri ad abbellire le pareti c'erano degli enormi affreschi, simili per tema a quello che aveva visto sulla volta. Se non avesse avuto l'accompagnatore sicuramente si sarebbe persa nei meandri del grande palazzo, tra lunghi e stretti corridoi e stanze dalle mille caratteristiche diverse. Passò davanti ad un'enorme sala da pranzo dove tre domestiche stavano lucidando l'argenteria con dovizia; dall'altra parte di una porta riuscì a sentire lo stridio di metallo che colpiva altro metallo misto a sbuffi ed imprecazioni provenienti da voci maschili e poté solo immaginare che cosa stava facendo lì dentro. Il palazzo era molto più vivo di quanto avesse notato al loro arrivo e si aveva sempre la sensazione di non essere mai soli. Incontrò cosi tante persone, sia servi che nobili, che quasi ebbe l'impressione di aver fatto una passeggiata in giro per la città. Iniziava finalmente a capire l'assenza di privacy all'interno della corte imperiale, dove l'unico posto per restare da soli erano le proprie stanze. 

La principessa, insieme a tutto il suo entourage, la stavano aspettando nel giardino adiacente alla sala da tè. Il prato era ben curato, tagliato corto e di un verde acceso; un piccolo sentiero in ciottoli permetteva di attraversare il giardino senza calpestare l'erba per raggiungere la piccola isola intorno a tutto quel verde. Delle erede arrampicanti salivano lungo una struttura di metallo che circondava il giardino, creando un vero e proprio muro verde intorno ai tavolini in ferro battuto. Delle piantine di rose erano poste tutte in cerchio e davano un po' di colore al giardino. La principessa sedeva al centro di questa isola verde, circondata da nobil donne e dame di compagnia che ridevano e sparlavano, probabilmente dei loro mariti. Non conosceva la maggior parte di quelle donne ma, tra i tanti volti, riuscì a riconoscere sua sorella Camille. Per sua fortuna erano in compagnia perché non sapeva come sarebbe andata a finire se fossero rimaste da sole. 

Venne subito notata dalla principessa Carolyn, che alzò una mano e le fece segno di sedersi accanto a lei, nel posto che le aveva lasciato vuoto. Tutte le altre signore si voltarono per guardare in faccia colei che sembrava aver suscitato tanta simpatia in lady Carolyn, senza alcun motivo preciso, ed Astrid riuscì a sentire i loro sguardi indagatori su di lei: la stavano giudicando. Lei si limitò a salutare tutte con un sorriso generale, perfino sua sorella che non le staccava gli occhi di dosso: sembrava volerla uccidere con lo sguardo. Al tavolo dove sedeva la principessa c'era altre tre nobil donne che Astrid iniziò a conoscere solo dopo una lunga chiacchierata. Lady Diana Thomson, era una donna carismatica, dagli occhi vispi e maliziosi e una tale spigliatezza da mettere in imbarazzo tutti, soprattutto Astrid. La maggior parte delle volte era lei a parlare, sotto l'attenta attenzione di tutte le altre che invece erano più taciturne. Lady Vera Brigh, invece, era la più anziana di tutto il tavolo. Rimasta vedova da meno di un anno, aveva deciso di restare a palazzo anche se preferiva di gran lungo il clima caldo del sud: la sua caratteristica era quella di lamentarsi e trovare l'aspetto negativo in tutto. E infine c'era Poulina Wilson, la dama di compagnia della principessa nonché sua più fedele amica. Con Astrid si trovarono subito in sintonia, forse perché entrambe erano molto taciturne e timide. A volte si accorgeva che la stava guardando ma distoglieva immediatamente lo sguardo, rossa d'imbarazzo.

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