Capitolo XXXII

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Quella scena Byron l'aveva già vista, qualche giorno prima. Sua moglie, a poca distanza dal portone, che salutava il capitano Monroe. Solo che quella volta si sarebbe preoccupato che l'uomo uscisse veramente dalle loro vite. Per i suoi gusti aveva già causato abbastanza scompiglio e non vedeva l'ora di tornare alla normalità per poter affrontare alcuni spinosi argomenti con Astrid.

Lei non era in grado di comprendere il fastidio che il marito provava in quel momento, mentre il capitano le accarezzava dolcemente un braccio. Ma era consapevole che quel gesto non era affatto ingenuo, tanto che la vide irrigidirsi, per niente a suo agio. Si voltò in direzione di Byron, desiderosa di fargli capire che non accettava le attenzioni dell'uomo, anche sperando che il marito potesse andare in suo soccorso. E lui stava aspettando proprio quel momento. Si avvicinò in fretta ai due, circondò la piccola vita di Astrid con il suo braccio e la trasse a sé in una specie di abbraccio, senza lasciare alcun dubbio all'ospite su chi fosse per Astrid. Lei accolse volentieri quello slancio di strana affettuosità, posando una mano sul suo petto, ma comunque rimase gentile e disponibile nei confronti del capitano.

"Allora siete proprio deciso a partire? Noi saremo molto felici di ospitarvi ancora per qualche giorno" gli disse con un sorriso educato sul volto. Byron sapeva che lo aveva detto solo per convenzione, o almeno sperava che le sue parole non fossero dettate dalla voglia di avere il capitano ancora in casa per qualche giorno, ma comunque avrebbe voluto fulminare la moglie e risponderle 'parla per te'. Invece restò in silenzio perché, nonostante la gelosia, ancora si ricordava le buone regole dell'ospitalità.

Non poteva mettere in imbarazzo il loro ospite, anche se era quello che avrebbe voluto fare fin dal primo momento. Così si limitò a copiare il sorriso gentile della moglie, che naturalmente non arrivò neanche agli occhi. Era così distratto dal suo fastidio che non ascoltò quasi le parole che il capitano pronuncio. Con la sua solita espressione cordiale, quel suo sorriso sincero e i modi da perfetto gentiluomo.

"Vi ringrazio davvero ma credo di aver già abusato abbastanza della vostra generosità... Inoltre mi hanno richiamato in caserma, ma quando potrò tornerò nel mio paese natale per dare una prima occhiata ai possedimenti che Lord Stephan mi ha lasciato... e per capirne di più!"

Tutti erano rimasti turbati da quella scoperta, primo fra tutti il capitano, domande e misteriose supposizioni aleggiavano silenziose. Nessuno aveva il coraggio di pronunciare quello che pensava riguardo a quella faccenda. Neanche Byron che si era trincerato dietro a false speranze. Si era interrogato negli ultimi giorni, cercando di capire cosa sarebbe stato meglio per lui. Il capitano Monroe era giunto alla conclusione che avrebbe trovato le risposte nel luogo dove era nato, o almeno era così che aveva interpretato le parole di Lord Stephan, e quindi era deciso a scoprire la verità.

Ma Byron invece, pensava che meno sapeva e meglio sarebbe stato per la sua salute mentale, per questo aveva smesso di farsi domande. Eppure, in quel momento, con la consapevolezza che il capitano stava per andarsene e che forse non lo avrebbe mai più rivisto, cambiò immediatamente opinione. Almeno una cosa doveva saperla, prima di venire risucchiato dalle supposizioni. Per questo gli chiese, all'improvviso, sorprendendo sia Astrid che Sebastian: "Quanti anni avete, capitano?" Sembrava una domanda posta senza il minimo significato ma la risposta per Byron era di vitale importanza. Dal giorno del testamento aveva iniziato a farsi strada dentro di lui una strana idea e voleva a tutti i costi averne conferma o smentita.

Quello per lui era un momento molto significativo, anche se Sebastian Monroe non avrebbe mai potuto capirlo. Ma Astrid comprese subito dopo perché gli aveva fatto quella domanda. Per questo puntò i suoi occhi sul volto del marito, mentre il capitano rispondeva, cercando di capire la sua reazione. L'uomo si portò una mano ad accarezzare i suoi folti capelli e prima che aprisse ancora bocca Byron lo maledisse perché anche quella parte di lui era perfetta.

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