Capitolo XII

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Sua madre lo aveva fatto chiamare da un domestico perché voleva essere raggiunta in quello che era ormai diventato il suo ufficio: la sala da tè. Che poi alla fine in quella piccola saletta con il camino si faceva tutto tranne che bere il tè: a sua madre neanche piaceva quella bevanda. Quando era più piccolo ogni tanto si nascondeva dietro alla porta sempre semi aperta per origliare i pettegolezzi delle amiche di sua madre. Ormai era cresciuto e non origliava più anche se quella stanza gli metteva sempre un po' di soggezione: forse perché il mondo di sua madre trasudava femminilità subdola da tutti i pori. Per questo entrò un po' titubante, anche perché sapeva di cosa voleva parlare sua madre. Non aveva mandato giù la sua iniziativa di andare alla festa dell'Imperatore senza di lei ed era ovvio che prima o poi avrebbe voluto chiedere delucidazioni sulla sua iniziativa. Quel momento era arrivato. Quando Byron si era palesemente schierato contro sua madre, mettendo le cose in chiaro e negandole la cosa che più le stava a cuore, sapeva che sarebbe arrivato, perciò era pronto ad affrontare quella conversazione. La trovò in piedi davanti alla finestra, di spalle, e anche se sembrava assorta nei suoi pensieri, si accorse immediatamente che non era più sola:

"Accomodati, Byron!"
Il tono freddo e distaccato non lasciava intuire nulla di buono e forse proprio per questo motivo decise di non sedersi e restare in piedi, ad osservare la sua figura di spalle. Non disse nulla, aspettando la prossima mossa della madre che non tardò ad aggiungere, andando dritta al punto:
"Pensavo che fossimo una squadra, ed invece mi tradisci per quella ragazzina!"

Per la prima volta sua madre appariva gelosa: gelosa di suo figlio, gelosa di una ragazza di sedici anni che non conosceva neanche il significato della parola "cattiveria". Sua madre era un tipo passionale, un po' fuori di testa, ma non l'aveva mai vista così fuori di se come quando gli aveva proposto di uccidere Astrid. Da che cosa nasceva questo odio per lei? Quale era il motivo di tutta quella sua gelosia? Mille domande frullavano nella testa di Byron ma invece di porle alla diretta interessata se le tenne per se e cercò di farla ragionare:

"Non ti ho tradita, madre, ho soltanto assunto il comportamento adatto per un Duca... se ti sei offesa per la questione della festa dell'Imperatore, non posso farci nulla. È mio dovere rappresentare la famiglia e tu, proprio come sta facendo mio padre, devi farti da parte"
Non voleva aggredirla, almeno non subito, ma lei si voltò e lo incenerì con uno dei suoi sguardi omicidi, urlandogli contro senza più il controllo di se:

"Dovrei permettere a quella marmocchia ingenua di prendere il mio posto come signora della casa? Io non posso accettarlo, ho fatto tanti sacrifici per raggiungere questo ruolo e non lo lascerò per nessuna ragione al mondo!"
Sapeva che sua madre teneva molto al suo titolo ma era anche giusto che, raggiunta una certa età, i genitori lasciassero il posto ai loro figli: lord Stephan lo aveva già capito, lady Penelope invece ancora non voleva cedere all'evidenza. E questo era un problema:

"Abbassa la voce!"
L'ammonì quasi sussurrando perché l'ultima cosa che voleva era che Astrid potesse accidentalmente ascoltare la loro conversazione. Sua madre cambiò espressione, che da arrabbiata e furiosa divenne disperata, e si avvicinò al figlio per mettergli una mano sul petto. Il bipolarismo doveva essere ereditario:
"Sei arrabbiato con me per la conversazione che abbiamo avuto nel tuo studio?"

Al solo ripensare alle sue parole di quel giorno gli vennero i brividi e si tolse di dosso la mano della madre in modo brusco, con malcelato disgusto:
"Non voglio neanche sentirti nominare di nuovo un'idea del genere, mi hai capito? Dimenticati di quelle strambe idee che passavano attraverso la tua piccola subdola mente!"
Era il suo turno di alzare la voce, anche se cercò di controllarsi davanti a sua madre, ormai mortificata e pronta a tutto per risolvere il problema con il figlio adorato. Sembrava perfino patetica, un aggettivo che di solito Byron non usava per descrivere sua madre:

The Masked LadyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora