Capitolo XXXIV

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La corsa per tornare a casa fu carica di preoccupazione e angoscia. Spronò il cavallo ad andare sempre più veloce, sperando e pregando che Byron non morisse. Lacrime salate le rigavano il viso e le si ghiacchiavano sulla pelle al contatto con l'aria fredda. Non riusciva a pensare lucidamente in quel momento, e anche se la sua mente avrebbe dovuto sapere che cosa fare, il cuore aveva preso il sopravvento e non le permetteva di razionalizzare. Che cosa avrebbe fatto se Byron fosse morto? Era sicura che non sarebbe riuscita a sopravvivere alla sua dipartita, perché potevano anche non parlarsi e continuare a mentire l'uno all'altra, ma ormai sapeva di amarlo. E di non poter vivere senza di lui. L'aveva tradita, ingannata e non le aveva dato tutto l'amore che lei si aspettava, eppure non poteva non fare a meno di pensare che dietro a quell'armatura di ghiaccio era sicura di trovare una persona, con dei veri sentimenti. Doveva solo trovare il modo giusto per entrare. Fino a quel momento non aveva fatto un buon lavoro e proprio per questo non doveva morire. Non quando avevano così tante cose in sospeso. Non quando ancora non era riuscita a dirgli quanto ci teneva a lui.

Arrivò alla tenuta e di corsa scese da cavallo senza curarsi del vestito rosso che si strappava. Non aveva tempo per pensarci. Lasciò perfino il cavallo libero nel cortile, incurante che avrebbe potuto sollevare domande. Andò dritta a cercare qualche domestico, dopo essersi tolta la maschera, e per sua fortuna lì trovò ancora nelle cucine. Entrò nel loro ambiente trafelata, scompigliata e bianca in volto.

"Presto, chiamate il medico" asserì con decisione, tirando fuori, in una situazione così critica, il carattere che di solito teneva ben nascosto. I servi la guardarono per qualche istante, ponderando se obbedire oppure no. Fino a quel momento la regina indiscussa della casa era stata Lady Penelope.
"Mi avete sentito? Che state aspettando?" Il tono di voce e la sua espressione ferma e decisa convinsero tutta la servitù a mettersi all'opera.

Nessuno sapeva il perché ma, mentre un servitore partiva a cavallo verso la casa del medico di fiducia dei Devenport, tutti gli altri domestici aspettavano le direttive di Astrid. Fece preparare tutto l'occorrente che sarebbe servito al dottore e perfino lei si meravigliò del suo tono autoritario. Dentro si sentiva morire, per la paura di perdere Byron, ma all'esterno dava l'impressione di essere molto forte.

Richiamata dal frastuono che si era creato, e a causa del suo sonno troppo leggero, Lady Penolepe si alzò dal suo letto che ormai divideva con la solitudine. Seguendo il rumore raggiunse la cucina, ancora in vestaglia e con la faccia assonnata.
"Che cosa sta succedendo qui?" chiese con tono alterato. Odiava quando era tenuta all'oscuro di qualcosa. Ma soprattutto non capiva perché la sua servitù stava prendendo ordini da Astrid. Per lei era come avere davanti a se il suo peggior incubo. Spesso se lo sognava perfino la notte.

Al suono della voce fastidiosa e perentoria della padrona di casa, tutti si bloccarono, come statue. La paura di essere puniti era tanta e ben visibile nelle loro facce. Tanto che Astrid si sentì in dovere di prendere le loro difese: "Tutto questo baccano che senti è causa mia, loro non hanno alcuna colpa". Si limitò a dire soltanto poche parole perché non avrebbe saputo spiegare, senza menzionare la storia della maschera, che cosa era successo. Ma sua suocera naturalmente non si accontentò di quella semplice risposta, lei doveva sapere ogni cosa.

Perciò le dedicò il più infuocato degli sguardi, che avrebbe potuto uccidere un uomo all'istante, e quasi le sputò in faccia con tutto il suo astio: " Voglio sapere che diavolo sta succedendo qui, immediatamente!" la vena sul suo collo si era gonfiata in modo impressionante e i suoi occhi erano diventati piccoli ed indagatori. Non avrebbe accettato un no come risposta ed Astrid lo sapeva bene. Ma cosa poteva dirle? Di certo non la verità. Doveva inventare una scusa al più presto. Si morse il labbro, in evidente difficoltà, ma lady Penelope aspettava. E sapeva bene che era meglio non farla attendere troppo.

The Masked LadyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora