Capitolo VII

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Tutto assunse tinte molto confuse dopo i voti. Per prima cosa gli invitati li raggiunsero per congratularsi ed Astrid ebbe così modo di conoscere meglio la famiglia e gli amici di suo marito. 

Come Heath, il testimone e migliore amico di Byron, che l'abbracciò come se si conoscessero da una vita e, complice, le sussurrò alle orecchie: «Ti aiuto io con lui», riferendosi a Byron che, in quel momento non poteva sentirlo. 

Non seppe come prendere veramente quell'affermazione, se credergli oppure dubitarne, ma il suo istinto le disse che poteva fidarsi. Come del fratello minore di Byron, Trevor, che capì essere un ragazzo dolce e timido quasi quanto lei. 

Di Alyssa, la sorella maggiore di suo marito, invece non riuscì a capire molto per quel poco tempo che ci passò insieme ma sperava di poterla conoscere meglio da quel giorno in poi.

Anche Byron fece la conoscenza degli altri membri della famiglia di Astrid, come i due fratelli, Sean e Tobhias, e sua sorella Camille. Gli presentò le sue amiche, accompagnate fedelmente dai mariti, che non persero l'occasione di commentare e fissare, con occhi lascivi, il giovane sposo. 

Ma l'incontro più importante di tutta la giornata, per Astrid, fu senz'altro quello con la famiglia imperiale. Quando l'uomo più potente dell'impero si avvicinò ai novelli sposi, entrambi si chinarono come di consueto, scatenando nell'imperatore Tiberian un esclamazione quasi spazientita: «Suvvia, Byron, tiratevi su!» 

La voce un po' burbera dell'Imperatore fece sussultare Astrid e quando obbedì si ritrovò davanti un uomo sulla cinquantina, corpulento ma non molto alto, con una folta barba castana dello stesso colore dei suoi capelli. 

In mezzo a quella folta foresta scusa si potevano intravedere distintamente due grandi occhi azzurri come il cielo. Senza troppi convenevoli e con slancio quasi paterno, l'imperatore abbracciò Byron, che aveva appena fatto in tempo a drizzarsi sulla schiena prima di essere praticamente stretto nella morsa dell'uomo. 

Quel piccolo, ma significativo gesto, fece capire ad Astrid quanto fossero amiche le due famiglie. «Non potevate fare scelta migliore, figliolo», continuò a dire rivolto allo sposo per poi posare i suoi occhi chiari su Astrid e sorriderle con calore: «Vostra moglie è un fiore delizioso», aggiunse, permettendosi perfino di posarle delicatamente le dita sotto il mente, per osservarla meglio.

C'era qualcosa, nel suo modo affabile di parlare e nei suoi gesti così affettuosi, che metteva sicurezza. E Astrid non poté che restare in silenzio ad ascoltare, quasi rapita, la voce dell'uomo: «Mi è giunta voce che siamo già per metà parenti, in quanto la moglie del mio adorato nipote altri non è che vostra sorella», si chinò per baciarle la mano e quando si rialzò aggiunse: «Perciò, benvenuta nella mia famiglia, lady Astrid». 

Bastarono quelle poche parole, pronunciate con profonda sincerità, a farla sentire davvero apprezzata. Ma non ebbe il tempo di rispondere all'imperatore, che lui già si era fatto da parte, per permettere alla moglie di salutare i novelli sposi. 

L'imperatrice Ginevra, che per l'occasione aveva scelto d'indossare un abito completamente in oro così sfarzoso da sembrare un vero gioiello, si avvicinò a loro con un po' di ritrosia. Era di una bellezza inaudita, il tempo non aveva scalfito neanche un poco tutta la sua leggiadria e la sua eleganza. 

E tanto era bella quando fredda e distaccata, l'esatto opposto del marito. Lasciò che Byron ed Astrid s'inchinassero al suo cospetto e non disse una parola, neanche un cenno, tenendo sempre il capo ben alto verso un punto sopra di loro. 

Il figlio, nonché futuro imperatore, il principe Joseph, aveva preso sia fisicamente che caratterialmente da entrambi i genitori e trovando nella via di mezzo il giusto compromesso. Era regale e imponente come il padre con la bellezza della madre. 

The Masked LadyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora