Capitolo 49

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VERONICA'S POV
Sono passati un paio di giorni da quando Fede mi ha confessato il suo tradimento,da quel giorno non l'ho più né visto né sentito.
Mi fa male sapere che siamo a pochi minuti di distanza l'uno dall'altro ma non posso farci niente, dobbiamo imparare a convivere con il dolore.
In questi giorni ho fatto il possibile per dimostrare a Delia,Ben e Gabriele,che non si sono scollati da me nemmeno un secondo per paura che possa fare qualche cazzata,di stare bene e devo dire che ci sto riuscendo molto bene, cazzo dovrei fare l'attrice.
Ogni mattina mi sveglio con gli occhi rossi dal pianto, mi vesto decentemente e mi trucco per coprire i segni di una notte passata tra le lacrime,esco con i miei amici sfoderando i miei sorrisi più falsi ai quali loro credono e poi,verso sera quando torno a casa,mi chiudo in camera mia ed è lì che crollo come un castello di carte.
Non è facile per me mentirgli anche perché non se lo meritano dopo tutto quello che stanno facendo per me,ma non voglio farli preoccupare ulteriormente.
Mi sono data appuntamento per le 9:30 con Cristian e Gabriele per fare colazione assieme approfittando del fatto che Gabriele oggi non lavora e che Cristian è ancora in città, si è messo in testa quest'assurda idea di voler girare il mondo... Contento lui.
Mi sveglio attorno alle 8:00,mi faccio una doccia fredda ed indosso i miei skinny jeans neri con la maglia nera della penguin industry che mi è stata regalata da Ben.
Lego i miei lunghi capelli biondi in una coda alta ed esco di casa.
Passo prima a prendere Gabriele e poi Cristian.
Una volta al bar ordiniamo la nostra colazione.
'Allora Veronica tutto bene?' chiede Gabriele.
'Si,tutto bene sono solo un po' stanca ultimamente non riesco a dormire bene'
'Continui ancora ad avere paura a stare da sola a casa di notte?' chiede ridendo Gabriele,si mi conosce talmente tanto bene che sa anche questo piccolo particolare OK?
'Davvero hai paura di questo?' chiede Cristian ridendo come un cretino
'Si OK? Ho paura ora smettetela di fare gli stupidi che anche voi avete paura di alcune cose ridicole'
'Scherzi vero? Noi non abbiamo paura di niente'
'Oh bhe certo quindi vuoi dirmi che tu non hai più paura dei ragni' dico puntando il dito contro Cristian 'e che tu non hai più paura dei clown'
Mi guardano perplessi come se avessero visto un fantasma anzi,come se avessero visto un ragno ed un clown.
'OK perfavore nemmeno una parola a nessuno' dice Cristian supplicandomi.
'Okay'
Arrivano le nostre ordinazioni e addentiamo i nostri cornetti.
Ad un certo punto vedo un ciuffo biondo fin troppo famigliare attraversare la porta.
Non si è accorto della mia presenza.
'Ragazzi possiamo andarcene'
'Perché?' chiedono in coro.
'Ragazzi vi prego' dico in tono supplichevole.
'OK andiamo' ma non facciamo nemmeno in tempo che il ragazzo dagli occhi blu si avvicina al nostro tavolo.
Ha un aspetto orribile,è pallido in viso,ha le occhiaie e gli occhi rossi.
Vorrei scappare via ma le mie gambe non accennano a muoversi.
'Veronica possiamo parlare?' chiede con voce roca
'Noi vi lasci...'
'No,non ho più nulla da dirti' dico fredda.
'Ti prego' cerca di prendermi la mano ma io la ritraggo.
'Hai solo due secondi, ragazzi vi dispiace...'
'Oh,ti aspettiamo fuori'
Federico aspetta che i ragazzi escano per iniziare a parlare.
'Veronica ti prego perdonami, mi dispiace.
Io non volevo...' ma non lo faccio finire che lo interrompo
'Non cominciare con la storia del non volevo ero ubriaco' lo liquido velocemente.
'Non so più cosa dirti per farti capire che mi dispiace'
Non ce la faccio più a vederlo,sento che sto per crollare da un secondo all'altro,non riesco più a sentire quella voce che per tutti questi mesi era la mia ancora,non ce la faccio più a sostenere quello sguardo che prima mi infondeva sicurezza e coraggio.
'Non dire niente perché niente di quello che dirai potrà sistemare questa situazione.
La fiducia delle persone si riconquista con i fatti non con le parole Federico'
Sto per scoppiare da un momento all'altro in un pianto isterico me lo sento.
'Dimmi cosa posso fare per riconquistare la tua'
'Rispondimi a questa domanda:se lo avessi fatto io,tu mi avresti perdonata? Saresti stato capace di far finta che nulla fosse successo?'
Non mi risponde, lo immaginavo, lui non risponde mai quando sa che gli altri hanno fottutamente ragione.
È un lato del suo carattere un po' infantile ma io lo amo proprio per questo.
Lo amo ma non lo perdonerò,non so se è per orgoglio o per cosa,so solo che non lo perdonerò.
'Come immaginavo' sussurro ovvia.
Prendo dallo schienale della sedia il giubbotto e senza voltarmi indietro esco spedita da quel bar che stava iniziando a diventare soffocante.
'Non-dite-niente' scandisco bene ogni singola parola mentre cerco di rimandare indietro le lacrime.

Un Giorno Ci Rincontreremo|Federico Rossi|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora