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"Baby you amaze me,
You still knock me off my feet
And who would have ever guessed
It would last through it all
The reason I believe, can't you see?
You still amaze me."
AMAZE ME - UNION J

ASHTON

"Ash?" domandò una voce soffocata e gracchiante. Io riuscii soltanto a mugugnare in risposta.

"Vai tu?" Un'altra domanda che il mio cervello assopito non riusciva a comprendere appieno.

Mi decisi ad aprire gli occhi nel semibuio della stanza, per poi voltare il viso verso la piacevole presenza adagiata al mio fianco: Gemma era rannicchiata accanto a me, le gambe intrecciate alle mie, il viso immerso nel cuscino stropicciato

Il suono prolungato del campanello mi fece elaborare la richiesta della ragazza. "Dobbiamo rispondere per forza?" chiesi, voltando il corpo verso il suo e avviluppandola in un abbraccio carico di sottintesi.

Gemma ridacchiò, allontanando il viso dal mio, il quale aveva cominciato a ricercare le sue labbra morbide e sottili. "Potrebbe essere mia madre!"

"Oh, lei capirebbe più di tutti..." esalai, lasciandole un bacio bollente sulla base del collo.

"O mio fratello!" esclamò, posandomi le mani sulle spalle nude, non so bene se per spingermi via o attirarmi a sé.

"In quel caso, non sarebbe opportuno andare ad aprirgli mezzo nudo, con un erezione ben visibile nelle mutande. Già è intrattabile di suo, non vorrei dargli il pretesto per appendermi per gli alluci fuori dalla finestra..." La ragazza rise ed io riuscii a stamparle un bacio sull'angolo della bocca.

"Afferrato... vado io ad aprire!" se ne uscì, sfuggendo alla mia presa e scoprendosi del caldo piumone che ci avvolgeva. In quel modo potei godermi il suo corpo flessuoso e completamente nudo che si muoveva verso il bordo del letto e si chinava per recuperare la maglietta che fungeva da camicia da notte.

Infilati gli slip, fece per precipitarsi di sotto, ma io mi allungai verso di lei e l'afferrai repentino per un braccio, facendola chinare nuovamente sul letto.

Alzatomi sulle ginocchia, le presi il viso e incastonai le nostre labbra nel bacio che avevo bramato fin dal risveglio, a cui Gemma mise fine dolcemente, con un sorriso. Diamine, i suoi sorrisi erano anche più belli dei suoi baci.

"Baci appena svegli e prima del dentifricio... devi amarmi davvero molto", mi prese in giro, per poi sfuggirmi e scomparire oltre la porta della stanza, ridacchiando.

Io mi lasciai cadere sul letto sfatto, un sorriso idiota sulla bocca appena vergata da quella di Gemma, voltato sulla schiena, una mano posata sullo stomaco.

"Sarebbe gradita una bella tazza di caffè!" gridai.

"Alza il culo e preparane una anche per me!" gridò Gemma in risposta, probabilmente aprendo la porta, stando al rumore cigolante che seguii le sue parole. Io ridacchiai, ma la mia ilarità fu interrotta dall'urlo della ragazza.

Scattai a sedere immediatamente e mi misi in piedi altrettanto velocemente, spaventato. "Gemma!" gridai e mi precipitai fuori dalla camera, gettandomi letteralmente giù dalle scale per approdare nel salotto, sul quale dava la porta d'entrata. Questa era spalancata, l'ultimo dei pensieri per le due ragazze impegnate ad abbracciarsi con impeto in mezzo alla stanza.

"Cosa... Blue?" domandai, riconoscendo la zazzera nera e il corpo sottile della migliore amica di Gemma. "Merda, sei tornata!" esclamai, attirando la sua attenzione.

give me loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora