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"And no war in anger
Was ever won
Put out the fire before igniting
Next time you're fighting"
KILL EM WITH KINDNESS – SELENA GOMEZ

MICHAEL

Per l'ennesima volta, negli ultimi dieci minuti, il mio piede cadde sul freno, per arrestare la corsa dell'auto. L'inferno. Ecco cos'era: il mio inferno personale.

Il traffico era una delle cose che più odiavo. Soprattutto quello di Londra. Nell'ora di punta.

Estrassi il cellulare dalla tasca dei jeans, il quale si sbloccò proprio sul messaggio che Blue mi aveva mandato qualche ora prima.

 Estrassi il cellulare dalla tasca dei jeans, il quale si sbloccò proprio sul messaggio che Blue mi aveva mandato qualche ora prima

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"Mi devi un favore fottutamente enorme, Azzurrina", mormorai tra me e me, essendoci, del resto, soltanto io nell'abitacolo.

La colonna di traffico ripartì ed io sollevai la frizione soddisfatto, lasciando cadere il cellulare in grembo per alzare il volume della musica: mi servivano un po' di Twenty One Pilots. Iniziai a canticchiare sottovoce, tamburellando sul volante, per poi mettere la freccia una volta avvistata la svolta per Chart Street, la strada che dava proprio sul quartiere designato, Shoreditch.

Accostai non appena il traffico me lo permise, afferrando lo smartphone che non aveva fatto altro che ballarmi sulle cosce fino a quel momento.

"Pronto?"

"Blue, io sono qui. Dove siete?" chiesi, allungando il collo per osservare il marciapiede, pronto a scorgere una strana coppia sommersa di valigie. Sentii borbottare in sottofondo e gracchiare il telefono, cosa che mi fece sollevare un sopracciglio. "Blue?" chiesi ancora, allontanando il telefono dall'orecchio per controllare il segnale.

"Uhm, sì. Ehm... anche noi siamo lì, cioè qui, non ci vedi?" disse lei, suonando piuttosto confusa, la conversazione sempre disturbata. Aprii la portiera dell'auto e scesi, in cerca di una ricezione migliore e una vista più ampia sulla strada.

"Blue, non sono in vena, mi sono fatto mezza Londra per venirti a..."

"Arzaylea, sto guidando, ti richiamo io..." sentii dire da una voce in sottofondo. Luke?

"Che cazzo ci fa Luke lì con te?" chiesi, il sopraciglio sempre inarcato in preda alla più pura confusione, chiudendo la portiera e muovendo qualche passo sul marciapiede.

"Lui è... ecco..." mi persi la scusa che stava cercando con tanta fatica di elaborare: uno solo sguardo d'innanzi a me e capii ogni cosa.

"Danny?" domandai al ragazzo che mi era appena apparso davanti.

"Ci conosciamo da un po' di tempo, amico, dovresti sapere come mi chiamo", mi apostrofò, per poi voltarsi indietro per controllare che la sua compagna di viaggio lo stesse seguendo.

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