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"You just know,
Sometimes you feel it in your bones
Though we've heard that hearts can still be wrong,
Something's telling me that you're the one
I just know,
Even if I had a heart of stone
You could make it bleed all on your own,
You could break it, but I hope you won't."
RISK IT ALL – THE VAMPS

MALI-KOA

"Ehi, straniera, non dormi?" mi apostrofò una voce che mi era conosciuta quanto la mia, avendola sentita sin dalla nascita.

"Ehi, sfigato", gli risposi, osservando Calum avvicinarsi e sedersi accanto a me sulla panchina della stazione di servizio. "A quanto pare non è una notte per il sonno questa", commentai, stringendomi nella mia felpa oversize.

"Oh, credimi, Michael sta dormendo benissimo", considerò, guardandosi intorno, "e sta russando altrettanto bene".

"Ora sai cosa provavo quando condividevamo la camera", gli feci notare scoppiando a ridere alla sua smorfia contrariata. Non gliel'avrei mai confessato, ma, dopo che era partito per inseguire il suo sogno lasciandomi a Sydney... mi era mancato persino il suo sonno rumoroso. Mi era mancato lo sguardo assorto ma gentile di Luke. Mi era mancata la risata esilarante di Ashton. Mi erano mancate le battutacce di Michael. Mi era mancato sentirli provare stupide canzoni fino a notte fonda nel nostro salotto, con mia madre che li minacciava di bruciargli le chitarre se non fossero andati a dormire. Mi avevano lasciato sola in un periodo strano della mia vita, appena dopo la fine del college, gli amici che pensavo sarebbero rimasti per sempre persi chissà dove, l'ambizione sotto i piedi, un grande forse davanti. Li avevo sempre considerati dei bambinetti, 'gli amici deficienti di quel deficiente di mio fratello', avevo capito solo in quel periodo che erano diventati dei punti fissi importanti della mia vita.

Poi era arrivato Chris, quello che avevo sempre considerato il mio primo amore, fino a quando non mi ero ritrovata a concedere tutta me stessa a uno degli amici deficienti di mio fratello. Mi ci era voluto un po' per capire che Chris non era amore. E che neanche Michael lo era.

"Vedo la tua mente lavorare come una pazza", considerò Calum, attirando la mia attenzione.

"Non la vuole smettere", dissi con tono lamentoso e corrucciando la fronte, facendolo ridacchiare.

"Quando la situazione è questa ci sono due soluzioni: sesso o alcool", decantò in tutta la sua saggezza ed io alzai gli occhi al cielo.

"Penso che Nia stia dormendo della grossa, quindi ti rimane solo la Vodka", commentai, osservando gli autisti dei tour bus intenti a bere caffè e a chiacchierare vicino ai mezzi parcheggiati sulla nostra sinistra.

"Spiegatemi perché tutti continuate ad alludere a Nia..." disse lui, strisciando le ciabatte sul selciato ghiaioso.

"Oh andiamo Calum, non sei il tipo che fa il sostenuto. Ti piace da matti", sbottai, ficcando le mani nelle tasche della felpa e alzando lo sguardo verso uno degli autisti che ci stava facendo segno di rientrare.

Calum si alzò e mi precedette, facendo per dirigersi sul pullman su cui dormivano lui e i ragazzi. Seguendo l'istinto, non volendo restare sola con i miei pensieri iperattivi di nuovo, allungai la mano ad afferrare quella di Calum per fermare la sua corsa. Lui guardò prima le nostre mani intrecciate e poi la mia espressione esitante. "Sul bus non c'è la Vodka... ma ci sono latte e biscotti", buttai lì, "sempre se non hai sonno", aggiunsi, lasciandogli la mano. Quando eravamo piccoli i nostri genitori volevano sempre che tenessi il piccolo Cal per mano, perché non scappasse con il circo o cose del genere, non era però molto al sicuro sotto la mia giurisdizione, visto che ai tempi avrei voluto scapparci anche io con il circo. Con il passare del tempo il prendersi per mano era diventato troppo imbarazzante per entrambi, troppo intimo per due rocce come noi.

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